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Approfondimento su Nutrire la rivoluzione

Con due compagni di Torino commentiamo e approfondiamo il nuovo libricino edizione Porfido.

Un’autentica rivoluzione del XXI secolo, che rompa con il capitale e con la società divisa in classi, assumerà anch’essa le fattezze di una rivoluzione agraria, per quanto di segno significativamente diverso. Essa dovrà trasformare radicalmente il modo in cui il cibo viene prodotto e distribuito, non soltanto perché l’attuale sistema alimentare è fonte di spreco, risulta nocivo per gli esseri umani e distruttivo per l’ambiente; non solo perché il cambiamento climatico è destinato ad alterare radicalmente il quadro di ciò che sarà ancora possibile coltivare, e come e dove questo potrà effettivamente essere fatto; dovrà farlo, cosa ancor più importante, perché affidarsi all’agricoltura in quanto organizzazione capitalistica della natura vanificherà del tutto qualunque sforzo rivoluzionario, garantendo la restaurazione della società di classe.

Ripercorrendo la storia dell’agricoltura dai suoi albori fino alle ultime “controrivoluzioni” verdi, gli evocativi testi raccolti in questo volume riportano al centro del dibattito la questione del cibo, della produzione alimentare e del ritorno della questione agraria come cuore di ogni ipotesi di superamento della società di classe.

Se l’attuale produzione agricola globale, sempre più condizionata da scelte di mercato e complessi accordi tra Stati piuttosto che dalla soddisfazione dei bisogni umani, si occupa di coltivare prima il denaro che il cibo, in quali termini è possibile oggi pensare una rottura rivoluzionaria? Come liberarsi dalle catene del valore globale senza essere condannati alla fame?
Inserendosi e misurandosi con l’attuale dibattito teorico sull’ecologia politica, gli autori (provenienti a vario titolo dalle fila della rivista Endnotes) discutono fra gli altri di tecnologia e autonomia, dipendenza energetica e fonti rinnovabili, frattura metabolica e crisi ecologica.

da Radio Onda Rossa

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