InfoAut
Immagine di copertina per il post

Processo Geovalsusa, arrivano le richieste di condanna. 20/2 la sentenza

Si è svolta questa mattina al Tribunale di Torino una delle udienze conclusive del processo che vede imputati diversi No Tav per l’iniziativa dimostrativa svoltasi nella sede torinese della ditta Geovalsusa il 24 agosto del 2012, la quale si inseriva all’interno della campagna informativa “C’è lavoro e lavoro” lanciata dal movimento sulle ditte coinvolte nei lavori dell’alta velocità.

Per quell’episodio pochi mesi dopo scattò un’operazione che portò alla denuncia di 19 No Tav e all’applicazione di una serie di misure cautelari, dagli arresti domiciliari al divieto di dimora a Torino.

L’udienza di oggi si è aperta con l’esame di un consulente informatico chiamato dalla difesa a smontare il capo d’imputazione che, in un crescendo di ridicolo, era stato aggiunto dal pubblico ministero Pedrotta per alcuni degli imputati nel corso della scorsa udienza, cioè quello di danneggiamento informatico. Il consulente ha dimostrato l’assurdità di una simile accusa, basata su congetture del tutto ipotetiche e su dichiarazioni lacunose e poco chiare rilasciate la scorsa volta da un perito chiamato a testimoniare dalla Procura.

Successivamente la parola è passata alla pm Pedrotta, la quale si è prodigata in una lunga quanto surreale requisitoria, nel corso della quale ha caparbiamente ribadito la versione totalmente distorta e criminalizzante dell’iniziativa in questione che fin dall’inizio è stata proposta dall’accusa per portare avanti un processo per fatti assolutamente risibili. Accade così che nelle parole della Pedrotta un’azione informativa e di denuncia diventi una grave intimidazione “dai metodi mafiosi” (sic!), durante la quale i dipendenti della ditta (a suo dire terrorizzati da quanto accadeva) sarebbero stati ripetutamente minacciati di incendio della sede o addirittura di essere aggrediti nelle proprie abitazioni personali.

Peccato che una tale apocalittica ricostruzione sia emersa solo in sede di processo ad uso e consumo dell’impianto accusatorio di Procura e Questura, mentre niente di tutto ciò venne dichiarato dai dipendenti della ditta nelle ore successive l’iniziativa. Carta straccia, invece, delle dichiarazioni dei No Tav imputati che nelle scorse udienze avevano spiegato chiaramente modi e obiettivi della protesta: per la pm sono “tutte chiacchiere” che non meritano alcuna considerazione.

Una requisitoria che di giuridico ha avuto ben poco, semmai una patetica messinscena, uno sfogo di insulti e livore che ha confermato una volta di più la crociata della Procura torinese nei confronti del movimento No Tav.

Di qui la richiesta di condanna per tutti e 19 gli/le imputati/e, per i quali sono state chieste pene che vanno dai 2 anni e 2 mesi a 1 anno e 4 mesi, per un totale di quasi 30 anni di pene complessive per i reati di violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento, minacce, accesso abusivo a sistema informatico e resistenza a pubblico ufficiale. Tali richieste si sono basate tra le altre cose sull’ormai abusata considerazione “estensiva” del concorso di reato, che fa sì che per alcuni No Tav che si limitarono a sostare sul marciapiede antistante la ditta distribuendo dei volantini siano state chieste pene di quasi 1 anno e mezzo.

Ciliegina sulla torta, infine, l’annuncio da parte della Procura di voler procedere anche nei confronti di Davide Falcioni, il giovane giornalista che a novembre era stato chiamato a testimoniare in difesa dei No Tav ma era stato minacciato dopo poche parole dalla Pedrotta di passare dal ruolo di teste a quello di indagato: detto, fatto, con buona pace del diritto di cronaca di cui la stessa Procura ama riempirsi la bocca in altre occasioni.

Alla requisitoria della Pedrotta è seguita la ben più accurata e veritiera arringa degli avvocati difensori dei No Tav, i quali hanno chiesto l’assoluzione piena per tutti gli imputati, esclusi quelli che hanno fatto ingresso all’interno dello stabile, per i quali hanno chiesto l’applicazione del solo reato della violazione di domicilio.

La sentenza del processo, con cui il collegio si esprimerà sulle richieste di oggi, è stata fissata per il 20 febbraio alle ore 9 in aula 44 del Tribunale di Torino.

da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

geovalsusano tavprocesso

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“In Val Susa la repressione non ci ha vinto”, intervista a Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio la storica attivista del movimento No Tav sta terminando un anno di detenzione domiciliare per la sua lotta contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Un processo profondamente ingiusto

È iniziata il aprile a L’Aquila la sessione in Corte d’Appello del processo all’attivista cisgiordano Anan Yaeesh, arrestato in Abruzzo con Alì Irar e Mansour Doghmosh (e ancor oggi detenuto) per fatti accaduti a Tulkarem.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: L’associazione a resistere non si arresta

Riprendiamo una serie di interviste fatte in seguito alla sentenza del processo Sovrano: Radio onda d’urto a Vincenzo:Crollata la montatura giudiziaria-poliziesca che ha cercato di criminalizzare le lotte sociali e l’opposizione alla grande opera inutile e dannosa del TAV con l’accusa di associazione a delinquere, l’associazione a resistere in un comunicato ribadisce che “Non si […]