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La miserabile vendetta del fronte Sì Tav

 

La Questura di Torino non starà più nella pelle e certo gongolerà per le nuove limitazioni che può impunemente elargire contro generosi compagni del movimento notav. 12 di loro sono stati oggi raggiunti da notifiche di indagini e provvedimenti di natura disciplinare che ne limitano fortemente le libertà personali.

Per 8 di loro le restrizioni sono particolarmente dure: divieto di recarsi a Chiomonte o, in alternativa, obbligo di dimora nel comune di residenza (alcuni lavorano fuori del loro comune!). A Giorgio Rossetto, l’obbligo di dimora nel comune di Bussoleno e il divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 21.30 di sera alle 6.00 del mattino. Se questo non è accanimento…

3 di loro sono residenti in Val Susa, 1 a Milano, 8 a Torino ma alcuni di loro da almeno un anno hanno eletto la Val di Susa a loro residenza principale. Tutti sono indagati per resistenza e lesioni alle forze dell’ordine, “aggravata dal fatto di aver compiuto il reato in più di 10 persone”, complici – scrive il gergo questurino – di avere partecipato a più riprese al perseguimento di un medesimo disegno criminoso… La colpa è ancora quella di aver difeso e ostinatamente continuare a difendere la Val di Susa e quell’idea alta di alterità ad un presente di miseria. Qualità che il movimento notav continua ad incarnare senza mai mollare la presa. Come quel compagno che stamattina è stato portato via dal campeggio di Chiomonte per una notifica in Questura, facendosi una bella risata.

Vengono chiamate in causa le lesioni a 9 esponenti delle forze dell’ordine. Vorremmo poi vedere l’entità effettiva visto che le centinaia tirate in ballo per le giornate del 27 giugno e del 3 luglio si sono rivelate (nell’80% dei casi) codici bianchi, piccole slogature e intossicazioni da gas CS.

Vorremmo invece ricordare noi cosa successe quell’8 dicembre per cui questi compagni sono chiamati a pagare un duro prezzo nella limitazione della loro libertà. Fu una giornata di lotta come tante, che si articolò in due momenti paralleli: l’occupazione dell’autostrada a Susa e un’assedio al cantiere nei pressi della baita Clarea. Qui, il movimento fu fatto oggetto di tiri al bersaglio coi gas Cs (come mostra bene la foto sopra riptodotta). Bollettino: un compagno perse un occhio e un giovane valsusino di 16 anni rimase profondamente ferito all’orecchio (è tutt’ora sotto stretta osservazione e la sua vita è stata profondamente modificata da quel giorno – non al sua determinazione notav!).

Come leggere queste nuove disposizioni della Questura di Torino?
Sembrano tanto la ripicca rancorosa di chi continua a non ottenere alcun risultato, non riuscendo a piegare l’ostinazione di chi continua a lottare senza perdere colpi, indisciplinat* e mai piegat*, come diceva qualcuno: “liberati dalla paura di delinquere”.

Festeggino pure la loro miserabile vendetta, il movimento notav è sempre pronto e saprà rispondere anche a questa ennesima provocazione, mantenendo la barra dritta e la determinazione adeguata, come ha fatto nelle 2 settimane di lotta appena passate.

 

A sarà dura!

______________

 

Sull’8 dicembre:

 

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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