InfoAut
Immagine di copertina per il post

Chiesti dalla procura 25 anni di carcere e 50.000 euro per 6 No Tav

||||

Si sta avviando verso la conclusione il processo di primo grado per i No Tav arrestati il 5 settembre del 2015 (http://www.notav.info/post/8-arresti-notav-nella-notte-per-iniziativa-contro-il-cantiere/))durante un’iniziativa notturna di disturbo al cantiere.

In quel periodo a Venaus si svolgeva il campeggio di lotta denominato “Seminiamo la resistenza” e quello stesso giorno vi era stata, nel pomeriggio, una manifestazione popolare partita da Giaglione e arrivata in Clarea.

Durante l’iniziativa notturna al cantiere 8 No Tav vennero fermati e tradotti in carcere, dal quale uscirono dopo pochi giorni per essere sottoposti a misure cautelari meno rigide, protrattesi poi per diversi mesi. Il processo, coordinato immancabilmente dal PM Rinaudo, è iniziato a marzo e – come accaduto in molti altri processi No Tav – è andato avanti a ritmi piuttosto serrati, con i giudici che hanno imposto un calendario di udienze molto ravvicinate.

L’impianto accusatorio imbastito dalla Procura mira ancora una volta a criminalizzare i No Tav ingigantendo le accuse a loro carico con ricostruzioni fantasiose e iperboliche: è così che un’azione di disturbo (come tante ce ne sono state negli anni attorno a quel cantiere) diventa un’”azione militare”, e qualche petardo e fuochi d’artificio si trasformano in “armi da guerra”. Nella requisitoria pronunciata questa mattina, Rinaudo ha inscenato il solito tentativo – da sempre respinto dal movimento – di dividere i No Tav in buoni e cattivi, perimetrando il dissenso a suo dire accettabile dentro i confini imposti da Procura e Questura, e derubricando tutto il resto ad azioni criminali. Mentre il castello di menzogne costruito dai sostenitori del Tav continua a perdere pezzi, e l’inutilità e la dannosità di quest’opera sono sotto gli occhi di tutti, chi da anni lotta per contrastarla viene perseguito e condannato in maniera tutta politica.

Di qui le spropositate richieste di pena formulate questa mattina da Rinaudo: 5 anni per uno degli imputati, 4 anni e 1 mese per i restanti cinque (altri due No Tav fermati quella notte sono stati processati separatamente). A questo si è poi aggiunta la richiesta di 50.000 euro di risarcimento per un poliziotto in servizio quella notte, costituitosi parte civile per alcune lesioni assolutamente banali e trascurabili – come è stato ampiamente e dettagliatamente dimostrato dai consulenti tecnici chiamati dalla difesa durante il processo. Il 29 giugno verrà pronunciata la sentenza.

Ora e sempre No Tav!

 

da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

carcereltfPUBBLICO MINISTEROrinaudo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Accordi con guerra e fossile: Extinction Rebellion ricopre di manifesti l’ingresso del Politecnico di Torino.

Tappezzato l’ingresso del Politecnico di Torino, mentre una persona giace simbolicamente sotto le macerie. Una nuova azione di Extinction Rebellion per denunciare gli accordi con aziende del fossile e dell’industria bellica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Roma: arrestati 12 attivist* di Ultima Generazione

Ieri mattina, dodici attivisti aderenti alla campagna FONDO RIPARAZIONE di Ultima Generazione hanno bloccato l’autostrada A12 a Fiumicino per 30 minuti in un’azione di disobbedienza civile nonviolenta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le montagne non ricrescono. Fermiamo l’estrattivismo in apuane e ovunque.

l destino delle Alpi Apuane sembrerebbe segnato, condannato dalle politiche estrattiviste a diventare nient’altro che un distretto minerario. Per farsi un’idea, basti pensare che negli ultimi venti anni si è estratto più che nei duemila anni precedenti. ma non si tratta una faccenda locale, non solo. si tratta di una delle questioni cruciali del nostro tempo. Il 16 e il 17 dicembre 2023 si terranno due giornate di iniziative (un convegno, un corteo, una serie di workshop e tavoli tematici), promosse da diversi gruppi, comitati, associazioni, locali e nazionali. in questo articolo il collettivo athamanta – tra i promotori dell’iniziativa – racconta come siamo arrivatə sin qui e cosa sta succedendo nelle Alpi Apuane.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Didero, 9 dicembre. “Mega-opere, mega-eventi: no grazie!”

Al Polivalente di San Didero sabato 9 dicembre alle ore 14.30, nella cornice di appuntamenti previsti per le mobilitazioni dell’8 dicembre notav, si terrà un dibattito dal titolo “Mega-opere, mega-eventi: no grazie! Difendiamo la montagna, l’acqua e la vita dall’estrattivismo ecocida”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP28: il presidente Al-Jaber negazionista sull’impatto del fossile sul riscaldamento globale. Proseguono i negoziati

Proseguono i negoziati di Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, iniziata il 30 novembre all’Expo City a Dubai. La Cop è presieduta da Sultan Al-Jaber, direttore generale di Adnoc, l’agenzia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ancora una grande giornata di lotta del popolo No Ponte

Si erano illusi di trovare un territorio pacificato. Si erano illusi che sarebbero bastate poche balle per convincere gli abitanti dello Stretto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Dubai è una farsa”: Scienziati in Rivolta organizzano una alter COP a Bordeaux

Il collettivo Scientists in Rebellion sta organizzando una COP alternativa a Bordeaux per denunciare il fallimento della governance climatica globale e inventare nuovi immaginari.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Costruendo un ponte verso il caos climatico

La 28a Conferenza delle Parti (COP28) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) è iniziata ieri a Dubai, non proprio sotto i migliori auspici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

END FOSSIL – Occupy!

Sono settimane di occupazioni per il clima nelle università italiane che hanno aderito alla campagna di End Fossil, rete internazionale per la mobilitazione di studenti e studentesse che, in Italia, hanno occupato l’Università di Pisa e la Sapienza di Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Carceri statunitensi, un inferno democratico

Le carceri statunitensi, molte delle quali a gestione privata, sono veri luoghi di tortura, dove i reclusi arrivano ad essere affamati ed assetati, oltre che sfruttati nei lavori forzati.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La lotta contro il 41bis non è finita

Domenico Porcelli ha 49 anni ed è della provincia di Bari. Dal 2018 si trova in stato di detenzione, condannato a 26 anni e mezzo di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso con una sentenza ancora non definitiva.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Bergamo: come è morto in carcere Oumar Dia? Mercoledì 1 novembre camminata di protesta a Milano

Cosa è successo a Oumar Dia, 21enne morto nel carcere milanese di San Vittore?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Trapani: Polizia Penitenziaria chiede “mani libere”

Marcello Veneziano, sindacalista della UIl polizia penitenziaria di Trapani, chiede l’abolizione del reato di tortura e di realizzare dei « reparti speciali » dove isolare i detenuti “difficili”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La tortura continua. Alfredo Cospito resta al 41bis

Il Tribunale di Sorveglianza, nonostante il parere favorevole della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, rigetta l’istanza di revoca. Alfredo Cospito resta al 41bis

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La lettera dei detenuti dal carcere di Bancali (Sassari): “Vi raccontiamo cosa succede davvero”

Dopo la morte di Erik Masala, il 26enne trovato morto in cella a Bancali, i detenuti che si trovano reclusi nella casa circondariale di Sassari, hanno voluto far sentire la propria voce attraverso una lettera. La decisione di voler comunicare con il mondo esterno è arrivata dopo il grave episodio che ha coinvolto un loro compagno.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cecca esce finalmente dal carcere!

Cecca è finalmente uscita dal carcere delle Vallette dove ha dovuto trascorrere sette lunghi mesi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Palermo, Caivano, Quarticciolo: solo carcere e polizia.

Dopo gli stupri di gruppo di Caivano e Palermo, dopo il ragazzo di 24 anni ucciso a Napoli, il governo Meloni cavalca l’onda mediatica e approva un disegno di legge mirato a rendere più semplici e frequenti gli arresti dei ragazzi minorenni. Meloni dichiara che per lei questa è “prevenzione, non repressione”, affermando che istituire […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Graziana, Susan, Azzurra e un ministro colpevole

Questa lunga estate calda che sembra averci messo tutti alla prova, si è colorata di vera tragedia nella sezione femminile del carcere delle Vallette in cui è rinchiusa anche Cecca, l’attivista Notav. Una dopo l’altra, tre donne si sono tolte la vita: Graziana nel mese di giugno, Susan e Azzurra il 9 e il 10 agosto. Senza dimenticare Angelo, la quarta vittima nel mese di luglio.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una di Meno Torino: dolore e rabbia per i suicidi di Susan e Azzurra in carcere

Uccise doppiamente, anche per il loro essere donne: come tante, come tutte le persone che subiscono violenza di classe, di genere, e violenza razzista che il sistema carcere ripropone in maniera totalizzante.