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Campania: un movimento popolare contro la governance della corruzione

 

Il lancio dell’iniziativa nasceva dalla necessità di dimostrare al Ministro Orlando e all’Assessore regionale all’ambiente Romano, l’indignazione delle comunità campane di fronte al disastro ambientale in atto da decenni, alla speculazione sfrenata che sottrae i beni comuni ai territori per praticarne la messa a profitto, che continua ad imporre inceneritori, gassificatori e impianti inutili funzionali solo agli interessi di pochi. Il tutto condito da traffici di rifiuti tossici e pericolosi, quegli stessi traffici su cui risuona il silenzio assordante dello Stato che, prima ha utilizzato la criminalità per operare libero dai lacci e lacciuoli della trasparenza e della democrazia e poi ha imposto il segreto sui crimini perpetrati ai danni delle popolazioni campane.

Ovviamente, come spesso accade, i politici si comportano come gli struzzi e mettono la testa sotto la sabbia: non si sono presentati all’incontro, facendo venir meno una ennesima occasione per dare qualche risposta, semmai ne fossero in condizione. Già, perché per quello che ci riguarda la credibilità di queste istituzioni, di cui ancora ieri il Procuratore Capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Lembo narrava le magnifiche sorti e progressive nella lotta contro i ‘reati ambientali’, è crollata a picco. Dopo decenni di connivenza o, ma ci crediamo poco, di incompetenza totale durante i quali le comunità locali sono state abbandonate in balia di capitalisti organizzati in bande armate, qualcuno ha ancora il coraggio di raccontare di un presunto impegno di cui, francamente, nessuno si è accorto. Tant’è che milioni di tonnellate di scorie sono state interrate sotto gli occhi di tutti, complici il terrore e la minaccia verso i deboli e il rapporto di corruzione strutturale insieme ai forti.

Ed è questo uno dei nodi da sciogliere: la corruzione non rappresenta un deterioramento accidentale eliminando il quale questo sistema di accumulazione di profitto può essere migliorato. La corruzione è un elemento cardine del sistema stesso, un paradigma dello sviluppo economico attuale, una determinata configurazione della governance capitalistica.
È contro questo sistema della corruzione che i movimenti stanno lottando. È contro una particolare determinazione del quadro politico, sociale ed economico che queste battaglie sono indirizzate. La consapevolezza di ciò prende corpo giorno per giorno sui presidi e nelle assemblee dei comitati così come nei dibattiti di movimento.

La tappa di ieri a Caserta è stata probabilmente un passaggio importante nella direzione di una ricomposizione generale dei movimenti per la difesa e la creazione dei beni comuni. Il terreno dell’unità rappresenta un piano fondamentale di questa battaglia. Tuttavia, non è mai abbastanza rimarcare la rilevanza e la centralità di un approccio finalizzato ad alimentare il protagonismo popolare, l’organizzazione contro delle comunità insieme al radicamento territoriale delle lotte. Le difficoltà e le contraddizioni non mancano e non sono mancate, eppure non sono ammesse scorciatoie di sorta: un percorso unitario che si traduca nel coordinamento di avanguardie e ceti politici, così come la delega in bianco agli uomini della provvidenza di turno, ci consegnerebbero non soltanto una epocale sconfitta, ma, con ogni probabilità, un nuovo e più grande disastro speculativo.

Riportiamo di seguito il comunicato dei comitati:

Comunicato stampa – 21 settembre 2013.
Il Min. Orlando e l’ass. Romano danno forfait.

DALL’IMMONDIZIA ALLE BONIFICHE, STESSE MANI IN PASTA! DALLE COMUNITA’ CAMPANE: ADESSO BASTA!

Caserta. Delegazioni di comitati e di movimenti campani, da Giugliano all’Agro Caleno, passando per la Terra dei Fuochi, irrompono nella stanza del convegno organizzato dalla diocesi di Caserta sul tema delle bonifiche e dell’ambiente, al quale hanno dato forfait sia il Ministro Orlando sia l’assessore regionale all’ambiente Romano.

Assenza ingiustificata che ha reso gli attivisti ancor più determinati a palesare una netta sfiducia nelle istituzioni tutte e a chiedere a gran voce che ci sia, dinanzi al procuratore capo Lembo, una chiara e tangibile inversione di tendenza, in primis iniziando a non rivendicare presunte vittorie dello Stato in una terra dove tutte le istituzioni sono stati complici e responsabili del disastro ambientale e sanitario e rimarcando che è ben chiaro a tutti che l’affare bonifiche è un’arma con un potenziale distruttivo pari a quello di vent’anni di speculazione sull’impiantistica, le discariche e gli interramenti.

Se non si invertirà la rotta, se gli uomini e le donne campane continueranno a non essere presi in considerazione, ricevendo solo contentini di finte promesse e bei discorsi, le realtà in lotta campane andranno avanti nelle loro battaglie, pronti alle barricate! Ci riprenderemo i nostri spazi, a spinta; i nostri luoghi di confronto e di azione saranno le piazze, le strade, in ogni paese, in ogni città, in ogni angolo di periferia!

Nessun passo indietro dal fronte popolare, la questione campana non è più rimandabile, è un crimine che grida vendetta!

Movimenti, comitati, realtà campane in lotta per la difesa della salute, dei territori, della dignità.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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