InfoAut
Immagine di copertina per il post

Torino: uno sciopero ed una piazza per fermare la guerra e costruire la pace

||||

Il dato dal quale partire nel contesto di una mobilitazione contro la guerra, contro il carovita e contro le devastazioni pensiamo sia la questione della propaganda mediatica. Dimensione che oggi crea lo spazio di legittimità per le istituzioni di poter perpetrare un’operazione di peace washing sistematicamente atta a silenziare il dissenso e a creare consenso su una narrazione falsa.

Da un lato, la necessità di costruire una forza che possa squarciare il velo di ipocrisia, dall’altro la convinzione che questa guerra, come tutte le guerre, sia un crimine da fermare, hanno portato alla scelta di scendere in piazza collettivamente perché ognun* di noi può fare qualcosa. Il Consiglio d’Europa riunitosi ieri alla Venaria Reale è chiaramente l’espressione di un’Europa capace di collaborare soltanto per aumentare la spesa degli stati in materia di armamenti, il fatto che la presenza dei ministri degli Esteri a Torino abbia fatto sì che il centro rimanesse inagibile per una giornata intera non ha avuto consensi da parte di nessuno. Nelle strade, nei bar, la gente si chiedeva “ma perché?”. Perché devono stare qui, perché dobbiamo utilizzare i soldi delle nostre tasse per pagare forze dell’ordine che presidiano un centro fantasma. Perché per una settimana abbiamo dovuto sentire sulle nostre teste il volo di un elicottero che si esercitava per sorvolare il vertice spendendo 600€ al minuto. Per una settimana.

Il 20 maggio è stata anche una giornata di sciopero. Uno sciopero contro la guerra ancora troppo circoscritto per poter essere incisivo ma che ha colto un giusto nodo. Quando la parte produttiva del nostro paese rifiuterà di lavorare in condizioni di sfruttamento si darà un’occasione reale di fermare scelte indiscriminate che ci conducono verso una traiettoria devastante. È chiaro che la pratica dello sciopero debba essere sostanziata dalla possibilità di farlo. La nostra parte oggi si scontra con una dura vita. L’unica certezza è che bisogna pagare, pagare e ringraziare.

{youtube}GH22QcWeNAs{/youtube}

Torino si presenta come una città pioniera di un nuovo paradigma, il sindaco Lorusso si mostra come un ottimo esecutore delle volontà del governo. Un paradigma basato sulla mangiatoia PD che dei soldi del patto di Draghi e dei soldi del PNRR per colmare il debito cittadino, creato dal suo stesso partito, ne sta facendo un piatto ricco per i privati e per chi ancora lo vota a suon di baracconate e grandi eventi. Tutto questo ieri è stato portato in piazza secondo le parole chiave “Fermiamo la guerra, costruiamo la pace”. Sin dalla mattina in occasione dello sciopero convocato dai sindacati di base sono state organizzate diverse iniziative. Davanti alla microtecnica di piazza Graf si è tenuto un presidio e un volantinaggio per denunciare e opporsi alla produzione di armi, agli investimenti del PIL in questo ambito, scelta che sottrae fondi ben più prioritari e da pretendere come garanzia per la sostenibilità e la vivibilità.

In via Puglia davanti ai cancelli dell’Iveco si è tenuto un picchetto da parte delle lavoratrici e dei lavoratori in vertenza contro la ditta Meridiana che non ha intenzione di reintegrarli a seguito dello spostamento di sede della produzione e contro un colosso come Iveco che lascia fare senza garantire il posto di lavoro a persone che da più di dieci anni vi lavorano.

Al pomeriggio piazza Castello si è riempita di interventi contro la guerra con la chiara intenzione di continuare un percorso comune, iniziato con la piazza del primo maggio, per costruire un fronte collettivo che pretende di essere preso in considerazione contro la guerra e per un futuro giusto. Moltissimi i giovani e le giovani in particolare attenti ai temi dell’ecologia, del femminismo, dei bisogni e delle istanze inattese. Questioni all’ordine del giorno soprattutto in un momento in cui a Torino studenti e studentesse stanno vivendo un forte attacco portato avanti da questura, procura e amministrazione a seguito delle mobilitazioni degli scorsi mesi. Studenti in carcere, studenti inascoltati, picchiati e sbattuti via.

Un clima di un paese che si sta muovendo su un crinale al limite, assumendosi la responsabilità di contribuire a un’escalation di una guerra devastante che sta trasformando i disequilibri mondiali esasperandone la violenza e la condanna a chi dalle scelte dei governi non ci guadagnerà mai niente. La piazza di ieri ha dimostrato chiarezza e condivisione nell’analisi di questa fase ma anche la necessità, ancora inespressa, di allargare e ad essere espressione di un’ampia fetta sociale che, seppur sommessamente, mostra rifiuto per la guerra e le sue conseguenze umane, ecologiche ed economiche. Questo non significa che la scommessa sia sbagliata, anzi, significa che la sfida è ancora più alta. I loro mezzi sono pesanti ma la ragione è dalla nostra. L’altezza si situa nella diffusione della consapevolezza che si possa prendere in mano il proprio presente e il proprio futuro, oltre che nel fatto che le condizioni di vita siano sempre più strette e insopportabili.

Nota di colore. In una città che fa della militarizzazione e del silenziamento delle lotte il suo cavallo di battaglia allo stesso tempo la ridicolaggine di cui si ricoprono è sconfinata. Come quando hanno chiamato i pompieri per togliere lo striscione “Fermiamo la guerra costruiamo la pace” affisso su Palazzo Reale durante il presidio. 

282048407 318956840412967 6398633464909293705 n

[iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/nR0O9rB3LY4″ title=”YouTube video player” frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture” allowfullscreen ]

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

FERMIAMO LA GUERRA COSTRUIAMO LA PACEguerratorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone oggi ad 80 anni dalle bombe nucleari USA su Hiroshima e Nagasaki

Nella puntata odierna andiamo in Giappone, facendo il punto sulla politica domestica del Paese nipponico e sugli scenari internazionali del quadrante asiatico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“I popoli sostengono la causa palestinese. Potenti e governi voltano le spalle”. Corrispondenza dalla Cisgiordania occupata

Il ministro israeliano della Difesa Katz ha dichiarato oggi, mercoledì 16 aprile 2025, che “Israele non ha alcuna intenzione di permettere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dati trapelati rivelano una massiccia campagna israeliana per la rimozione di post pro-Palestina da Facebook e Instagram

Una repressione radicale dei post su Instagram e Facebook critici nei confronti di Israele, o anche solo vagamente a sostegno dei palestinesi, è stata orchestrata direttamente dal governo israeliano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NATO incontra Palantir: un’analisi critica del sistema di guerra basato su IA della NATO

È notizia di oggi che il 25 marzo 2025, la NATO ha finalizzato l’acquisizione del Maven Smart System NATO (MSS NATO), una piattaforma di guerra basata su intelligenza artificiale integrata sviluppata in collaborazione con Palantir Technologies. Acclamato come un passo avanti nelle capacità decisionali operative, il MSS NATO rappresenta l’ennesimo esempio dell’integrazione dell’IA nella sfera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”: la diretta dalla manifestazione nazionale di Milano

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”. Decine di migliaia di persone – circa 50mila per le realtà organizzatrici – sabato 12 aprile a Milano per la manifestazione nazionale per la Palestina, sottoposta a 77 anni di occupazione e a un anno e mezzo di genocidio per mano dello Stato israeliano. La piattaforma rivendicativa ribadisce le motivazioni della giornata di lotta: “NO al genocidio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Come gli europei vanno incontro all’era complessa

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Pierluigi Fagan sulla congiuntura europea. Fagan parteciperà al dibattito di sabato 12 aprile alle 16 dal titolo “Scenari della guerra globale“. L’articolo è apparso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“No alla prima fabbrica di armi per REARM Europe”: comunicato stampa della “Rete Mamme da Nord a Sud”

La Rete Mamme da Nord a Sud lancia un appello all’adesione e alla mobilitazione contro la nuova fabbrica di esplosivi nel Lazio e contro la militarizzazione dell’Europa. Le fabbriche di morte finanziate con fondi pubblici dalla Commissione europea rischiano di diventare presto realtà: apprendiamo con sgomento che la ex Simmel Difesa, oggi Knds (gruppo franco-tedesco, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Capitalismo finanziario e economia di guerra

Nella giornata che ha visto grandi dichiarazioni del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della finanza e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop al riarmo, contro il Partito della Guerra. Organizziamoci verso e oltre il primo maggio

Le parole d’ordine uscite dall’assemblea per la costruzione dello spezzone del primo maggio torinese parlano chiaro: organizzarsi per stoppare il riarmo generale, contrastare il partito della guerra

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Per liberarsi dalle guerre: resistenza. Da ottant’anni il nostro modello. Il 25 aprile a Quarticciolo

“Per liberarsi dalle guerre: Resistenza. Da ottant’anni il nostro modello”: con queste parole d’ordine è stato lanciato il 25 aprile 2025 del quartiere Quarticciolo, a Roma, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La lunga frattura – Un contributo al dibattito su guerra e riarmo

In questi mesi la storia corre veloce, in poco tempo alcuni dei capisaldi su cui si è retto l’ordine mondiale definitivamente consolidatosi dopo il crollo del muro di Berlino stanno vivendo profonde tensioni e ristrutturazioni.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sulla morte di Papa Francesco

In un mondo in cui comanda la prevaricazione e l’ipocrisia la morte di Papa Francesco segna un passaggio politico della nostra storia.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Tra il martello e l’incudine

Al corteo del 28 marzo scorso, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare alcuni operai della Stellantis, che ormai da anni attraversa una fase di grave crisi della produzione interna

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Festival Altri Mondi / Altri Modi: i video della terza edizione

Si è conclusa la terza edizione del festival Altri Mondi / Altri Modi. Anche quest’anno centinaia di persone hanno condiviso quattro intense giornate di confronto, dibattito, socialità ed arte all’interno del giardino di Askatasuna.