Siamo partiti con l’idea di fare questo approfondimento dopo questo talk al CCC di quest’anno.
La tematica e’ interessante quanto spinosa: quanto della narrazione che arriva dalla stampa occidentale sulle tecnologie di sorveglianza nel continente asiatico combacia con la realta’ quotidiana vissuta dalle persone?
Cosi come la tecnodistopia del credito sociale cinese, che conosce ogni comportamento dei singoli individui, anche nel profondo dell’intimita’ e mantiene un puntegio che classifica il valore sociale dei cittadini, al controaltare delle tecnologie di contact tracing in Corea del Sud, che attraverso una magica app evitano le restrizioni applicate nel resto del mondo, cerchiamo di capire quanto queste narrazioni si ritrovano nella realta’. La ricercatrice nel talk usa il termine “tecno-orientalismo” per definire il filtro narrativo che si e’ instaurato nella stampa occidentale.
Se da un lato esiste una mistificazione nelle notizie che arrivano dall’altro esiste anche un intero settore della sorveglianza in cui le corporazioni e gli stati asiatici investono tanto quanto le controparti occidentali, se non di piu, e questo nel contesto cinese ricade maggiormente nelle minoranze etniche poste sotto le attenzioni del governo. Per aiutarci in questa complessita’ abbiamo chiesto aiuto a Sabrina, di China Files, che avrete sicuramente gia’ sentito su Radio Blackout.
Qui l’intervista integrale:
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