
Scontri a Berkeley: respinta la conferenza di Yannopoulos di Breitbart. Un messaggio diretto a Trump
A Berkeley, da decenni uno dei poli universitari epicentro delle proteste contro le imposizioni del sistema capitalistico americano, più di 1500 persone hanno presidiato la celebre Sproul Hall per opporsi all’ annunciata presenza di Milo Yiannopoulous, editore del famigerato sito web di estrema destra Breitbart News. L’ obiettivo dei manifestanti è stato quello di scongiurare la presenza di un portatore di odio e intolleranza all’ interno della Università della California.
Ma il contesto in cui si è data la protesta racchiude un livello molto più alto, non meramente simbolico. Difatti la rivista online che maggiormente ha sdoganato l’ “alt-right” e che sta man mano estendendo la sua influenza in Europa con l’apertura di sedi in paesi dove le pulsioni nazionaliste sono in fase di forte riemersione come Inghilterra e Francia, è diretta e curata nientepocodimeno che da Steve Bannon, il consigliere di Donald Trump. Dovrebbe essere quest’ultimo ad aver spinto il Presidente ad adottare lo sciagurato “muslim Ban” al centro delle cronache mondiali delle ultime ore.
E’ cogliendo questo nesso che le proteste di ieri a Berkeley assumono un carattere importante, anche a livello transnazionale: un segnale forte e chiaro di rifiuto contro chi, in nome della libertà d’espressione (come spesso affermato da Bannon) semina odio razziale e tenta di sdoganarlo.
La tensione all’ interno del Campus è salita esponenzialmente dopo poche ore, con la polizia che ha lanciato l’ordine di dover sciogliere il presidio, con le buone e con le cattive. L’audacia dei manifestanti è riuscita a impedire che ciò avvenisse, tramite diverse azioni di disturbo e la costruzione di barricate, con lanci di oggetti infuocati e bombe carta.
Mentre il can-can mediatico ha cominciato a parlare di “violenti” che hanno impedito la libertà di parola del suprematista Yiannopoulos, è stato sin da subito chiaro il segnale lanciato dai manifestanti di Berkeley alle tante anime che si stanno opponendo alle derive destrorse accentuate da Trump, e cioé che solo con le azioni compiute in maniera decisa come quelle di ieri che è possibili impedire ai predicatori di xenofobia, misoginia e sessismo di avere terreno facile e legittimità.
E’ lo stesso Trump a palesare l’importanza dell’ accaduto, minacciando verbalmente l’ Università della California sul fatto che questa debba avere diritto ai fondi federali, non digerendo che l’ élite accademica – una volta preso atto del livello delle proteste – abbia optato per annullare del tutto la conferenza.
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