InfoAut
Immagine di copertina per il post

Perù: In parole semplici, un colpo di stato

||||

Non è la prima volta che avviene in America Latina. Lo abbiamo visto precedentemente. Attraverso una “destituzione parlamentare” in Paraguay fu abbattuto Fernando Lugo, e più recentemente in Brasile, Dilma Rousseff. In ambedue i casi -come ora- fu usato il medesimo argomento: cambiare un mandatario perché lo si considera “moralmente interdetto”. Nelle azioni golpiste, vere mafie che hanno nascosto i loro rozzi propositi dietro parole nascoste.

Ma sì, è la prima volta che in Perù si usa il termine “vacanza” per abbattere un governo. Con Fujimori non ci fu vacanza. Il dittatore se ne andò, codardamente fuggì e dal Giappone inviò un fax rinunciando alla sua investitura. Il Congresso dichiarò vacante la carica, ma non “dichiarò vacante” il fuggito. E nemmeno con PPK (Pedro Pablo Kuczynski) ci fu vacanza. Il primo tentativo, fallì. E di fronte al secondo, il Presidente rinunciò. Vizcarra assunse la carica per assenza del titolare.

Allora, è la prima volta che in Perù si applica la procedura che depose Lugo e Dilma. Ma anche qui si è nascosto il caso con considerazioni “legaliste”.

Qualche esperto in Diritto Costituzionale potrebbe dire che qui il Congresso della Repubblica ha usurpato delle funzioni. Ha assunto, in effetti quelle del Potere Giudiziario. È il Potere Giudiziario -e le sue diverse istanze- quello che determina la colpevolezza di qualcuno nella commissione di un delitto. Qui il Congresso -senza alcun processo- ha deciso che Vizcarra era colpevole di tutto quello di cui lo si accusa e che, per questo, è “moralmente interdetto” a governare. Così hanno detto i 105 parlamentari, 68 dei quali hanno denunce per diversi delitti.

Vizcarra ha delle colpe? Senza dubbio, sì. Se non penali -questo lo deciderà il PG-, politiche sì. Attaccato al Modello Neo Liberale e ai Dettami di Washington, non è stato capace di progettare un’opzione conforme alle necessità del paese e alle esigenze della popolazione. Insomma, è stato prigioniero dei suoi stessi limiti di classe.

C’è stata una somma di interessi dietro questo accordo di “vacanza”? Chiaro che sì. César Acuña e José Luna sono dietro il potere delle Università Private che sono state messe in discussione. E hanno accuse pendenti per le quali prima o poi, dovranno mettere la faccia. Ma non solo loro: anche Edgar Alarcón e Omar Chejade hanno dei delitti che sono stati provati -e non solo denunciati-. E i fujimoristi, che potrebbero competere con la mafia di Al Capone in qualsiasi competizione internazionale di questo tipo. Tutti hanno unito i propositi, e i voti.

E parlando di interessi questo sarà stato un “golpe” effettuato alle spalle dell’ambasciata yankee? Perché Trump e la sua banda non erano contenti di alcune cose che qui spuntavano: la condanna del blocco a Cuba; l’arrivo in Perù delle Brigate Mediche di queso paese fratello;  i negoziati per ottenere il vaccino russo contro il Covid; l’obiettiva disattivazione dello sventurato “Gruppo di Lima”; la presenza del Primo Ministro peruviano alla presa di possesso della carica del nuovo Capo di Stato boliviano.

Per questo risulta ingiustificabile la condotta di coloro che non sono invischiati in questa ingiustizia, ma si sono rallegrati che a lui sia accaduto. Non hanno una bussola -o l’hanno persa-. Ma, soprattutto, non hanno un senso comune. Neppure l’olfatto politico. Non sono capaci di percepire chi è chi nello scenario politico. E allora credono che la persona, che loro detestano, sia il principale nemico di tutto il popolo. Rovesciano colpi di coda di odio, scampoli di risentimento, complessi di minusvalenza, sentimenti di colpa; per giustificare impudicamente quello che è avvenuto. In tutti i modi, se sono onesti, avranno tempo per pentirsi.

Ciò che preoccupa, è quello che verrà. Perché non sarà “un congresso populista” disposto a dare al popolo “tutto quello che chiede”, come crede la Grande Borghesia. Sarà un governo che cerca di prolungare il proprio potere -o tornare a quello- a qualsiasi prezzo. Ora lo vedremo.

E vedremo anche coloro che saranno ministri, chi occuperà i portafogli di economia, interni,  ed educazione e la Cancelleria; chi andrà alla Presidenza del Congresso -“il rimpiazzo” è messo sotto processo-; coloro che saranno qualificati a far parte del Tribunale Costituzionale; quale trattamento verrà dato alla SUNEDU (Sovrintendenza Nazionale dell’Educazione Superiore Universitaria); che si deciderà sul tema degli investimenti minerari; come rimarrà la situazione dei pubblici ministeri; e come i processi avviati contro Keiko Fujimori e la sua Mafia. E vedremo anche se realmente si faranno le elezioni di aprile con le regole già approvate, o se si cercherà di cambiarle per ammettere la rielezione di congressisti e la “creazione del Senato”, respinte dal precedente Plebiscito.

Oggi molti domandano, allora che fare. E sì, c’è -come diceva Vallejo- moltissimo da fare: protestare, denunciare, resistere; ma, soprattutto, lavorare per unire la maggior parte del popolo allo scopo di sostenere, in migliori condizioni, una vera battaglia per la liberazione nazionale e sociale della nostra patria.

manifestaciones peru 2020 foto telam

Solo ieri sera, e senza una preventiva convocazione, in tutto il paese migliaia di persone si sono buttate nelle strade. A Lima, Huancayo, Arequipa e in altre città, spontaneamente si sono buttate in strada per protesta. Non sostengono, necessariamente, Martin Vizcarra. Ma sì, condannano risolutamente la Mafia che ha unto Manuel Merino come nuovo Capo di Stato. Quella, è chiaro. Non ci rappresenta.

WhatsApp Image 2020 11 11 at 10.42.35 1024x576

Gustavo Espinoza M.

11/11/2020

Rebelión

Traduzione a cura di Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

perù

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone oggi ad 80 anni dalle bombe nucleari USA su Hiroshima e Nagasaki

Nella puntata odierna andiamo in Giappone, facendo il punto sulla politica domestica del Paese nipponico e sugli scenari internazionali del quadrante asiatico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“I popoli sostengono la causa palestinese. Potenti e governi voltano le spalle”. Corrispondenza dalla Cisgiordania occupata

Il ministro israeliano della Difesa Katz ha dichiarato oggi, mercoledì 16 aprile 2025, che “Israele non ha alcuna intenzione di permettere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dati trapelati rivelano una massiccia campagna israeliana per la rimozione di post pro-Palestina da Facebook e Instagram

Una repressione radicale dei post su Instagram e Facebook critici nei confronti di Israele, o anche solo vagamente a sostegno dei palestinesi, è stata orchestrata direttamente dal governo israeliano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NATO incontra Palantir: un’analisi critica del sistema di guerra basato su IA della NATO

È notizia di oggi che il 25 marzo 2025, la NATO ha finalizzato l’acquisizione del Maven Smart System NATO (MSS NATO), una piattaforma di guerra basata su intelligenza artificiale integrata sviluppata in collaborazione con Palantir Technologies. Acclamato come un passo avanti nelle capacità decisionali operative, il MSS NATO rappresenta l’ennesimo esempio dell’integrazione dell’IA nella sfera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”: la diretta dalla manifestazione nazionale di Milano

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”. Decine di migliaia di persone – circa 50mila per le realtà organizzatrici – sabato 12 aprile a Milano per la manifestazione nazionale per la Palestina, sottoposta a 77 anni di occupazione e a un anno e mezzo di genocidio per mano dello Stato israeliano. La piattaforma rivendicativa ribadisce le motivazioni della giornata di lotta: “NO al genocidio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Come gli europei vanno incontro all’era complessa

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Pierluigi Fagan sulla congiuntura europea. Fagan parteciperà al dibattito di sabato 12 aprile alle 16 dal titolo “Scenari della guerra globale“. L’articolo è apparso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“No alla prima fabbrica di armi per REARM Europe”: comunicato stampa della “Rete Mamme da Nord a Sud”

La Rete Mamme da Nord a Sud lancia un appello all’adesione e alla mobilitazione contro la nuova fabbrica di esplosivi nel Lazio e contro la militarizzazione dell’Europa. Le fabbriche di morte finanziate con fondi pubblici dalla Commissione europea rischiano di diventare presto realtà: apprendiamo con sgomento che la ex Simmel Difesa, oggi Knds (gruppo franco-tedesco, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Capitalismo finanziario e economia di guerra

Nella giornata che ha visto grandi dichiarazioni del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della finanza e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi.