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Messico: Repressione contro le studentesse di Teteles che bloccavano una strada

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Città del Messico / Le studentesse della Normale di Teteles, nel Puebla, hanno denunciato la repressione e la persecuzione di circa 500 granatieri per sgomberare il blocco che le normaliste tengono nell’Avenida Reforma, a Città del Messico, per chiedere che non si privatizzi la loro scuola, la destituzione delle autorità corrotte, giustizia per due studentesse morte e il reinserimento delle alunne espulse.

Durante il tentativo di sgombero, le normaliste, insieme ad altri studenti, si sono organizzate per protestare di fronte ai granatieri e hanno fatto blocchi e muri umani per impedire il passaggio dei poliziotti.

Video: https://www.facebook.com/100002383803343/videos/795649498340040/

Il 20 settembre le normaliste di Teteles hanno iniziato un blocco nel viale Insurgentes y Reforma per prestare attenzione alle loro richieste, tra le quali si trova quella di fermare la repressione contro le studentesse e la privatizzazione del modello educativo del normalismo rurale, e la destituzione delle autorità scolastiche per corruzione.

“Nel Puebla non ci hanno dato una risposta, ancor meno qui. Per questo blocchiamo le strade, per essere ascoltate. Abbiamo occupato il viale per essere ascoltate. Siamo stanche che mandino le cose per le lunghe, non stiamo qui per piacere, ci stiamo per un motivo, che non è stato risolto, ma non vogliono andare ad un dialogo risolutivo”, hanno detto il 21 settembre in una conferenza stampa.

Hanno dichiarato che nella Normale di Teteles sono state vittime di molestie e persecuzioni da parte dei dirigenti, così come sono state tagliate le provviste di alimenti, sono state sospese le pratiche della borsa di studio Giovani che Scrivono il Futuro ed è stata impedita la realizzazione di pratiche e consulenze per le alunne del quarto anno.

Le normaliste hanno affermato che terranno il blocco in modo indefinito fino a quando ci sarà un dialogo con le autorità e saranno risolte le loro richieste.

22 settembre 2022

Desinformémonos

Da Comitato Carlos Fonseca

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