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Macelleria Afghanistan

”Vedo significativi progressi a Herat, una delle aree in cui preso inizierà la transizione”.
Le ottimistiche parole pronunciate solo una settimana fa dal segretario generale della Nato, Fogh Rasmussen, sono state clamorosamente smentite questa mattina da uno dei più sanguinosi attacchi mai condotti contro una base militare italiana in Afghanistan.

Beffando i controlli di sicurezza all’esterno del Prt di Herat, uno o due kamikaze si sono fatti esplodere davanti al cancello della base, aprendo una breccia attraverso la quale un piccolo commando di guerriglieri è penetrato nel compound, ingaggiando una duro scontro a fuoco con le truppe italiane e con i soldati afgani di stanza nella base. Ci sono stati almeno quattro morti, ma non tra gli italiani, tra cui si contano però quindici feriti, di cui uno molto grave.

In questi giorni la guerra in Afghanistan registra un drammatico aumento d’intensità. Sia in termini di attacchi messi a segno dalla resistenza talebana (venerdì è stato ucciso in un attentato nel nord del paese uno dei principali comandanti governativi tagichi, il generale Daud Daud, assieme a due soldati tedeschi), che in termini di operazioni militari Nato. Di fronte all’intensificarsi dell’offensiva talebana, il generale David Petraeus ha lasciato briglia sciolta alle forze aeree, con l’inevitabile corollario di stragi di civili.

Sabato sera, nella provincia meridionale di Helmand, in rappresaglia a un attacco pomeridiano contro un avamposto dei marines, elicotteri americani Apache hanno bombardato un villaggio del distretto di Nawzad. Sotto le macerie di due abitazioni, rase al suolo dai missili, sono rimasti i corpi senza vita di dodici bambini e due donne. Diversi bambini avevano meno due anni.
”La mia casa è stata bombardata in piena notte! Hanno ucciso i miei figli! I talebani erano ormai lontani da casa mia! Perché ci hanno bombardati!?”, chiede disperato Noor Agha, un superstite, parlando ai giornalisti.

Sempre sabato, il governatore della provincia orientale del Nuristan, Jamaluddin Badr, ha denunciato l’uccisione di diciotto civili e venti poliziotti in uno dei pesanti bombardamenti aerei americani condotti la scorsa settimana sul distretto di Barg-e-Matal, appena conquistato dai talebani. Bombardamenti che in pochi giorni hanno ucciso almeno un centinaio di persone: tutti insorti secondo i comandi Nato; in maggioranza civili innocenti secondo le autorità locali.

 

Enrico Piovesana (Peace Reporter)

 

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