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Logistica di guerra: dopo gli Houti nel Mar Rosso anche la Malesia blocca le navi israeliane

Il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha dichiarato che il paese ha deciso di non accettare più navi battenti bandiera israeliana per attraccare nel paese. La dichiarazione afferma che Israele sta commettendo “massacri e brutalità” contro i palestinesi.

Inoltre, la Maaysia imporrà anche “il divieto a qualsiasi nave in rotta verso Israele di caricare merci nei porti malesi”. La Malaysia ha detto che bloccherà anche l’ancoraggio della ZIM Integrated Shipping Services, con sede in Israele, in uno qualsiasi dei porti della nazione del sud-est asiatico.

Cresce intanto la tensione nel Mar Rosso. Dopo l’annuncio dell’organizzazione armata yemenita degli Houthi, che hanno minacciato attraverso uno dei loro portavoce l’intenzione ad “effettuare operazioni e attacchi ogni 12 ore alle navi dirette in Israele che transitano nel Mar Rosso” con l’obiettivo di “aumentare la pressione su Israele affinché fermi la sua aggressione e tolga l’assedio di Gaza” gli Usa hanno annunciato la creazione di una coalizione internazionale di 10 paesi per i pattugliamenti nell’area a cui hanno aderito dieci Paesi, inclusa l’Italia.

La questione non è certo secondaria, anzi è esplosiva. Attraverso il Mar Rosso passa tra il 10 e il 12% del traffico marittimo globale di petrolio greggio e il 30% del traffico commerciale dei container.

Il punto con Carlo Tombola di “The Weapon WATCH – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei ”  Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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