InfoAut
Immagine di copertina per il post

La Procura di Cagliari chiede la sorveglianza speciale per chi ha combattuto contro l’ISIS

||||

Dopo quella di Torino, anche la Procura di Cagliari chiede la sorveglianza speciale per chi ha combattuto l’Isis: si tratta di Luisi Caria, combattente delle Unità di protezione del popolo curde che, per la sua partecipazione alla lotta contro lo Stato Islamico, lo scorso settembre era già finito nel mirino della Procura del capoluogo sardo in una grottesca operazione con l’accusa di associazione per finalità terroristiche.

Pubblichiamo il comunicato di Paolo, Eddi, Jak, Davide e Jacopo, per i quali il prossimo 25 marzo il tribunale di Torino sarà chiamato ad esprimersi sulla stessa richiesta.

Ancora un’assurda criminalizzazione per chi ha combattuto l’Isis

La Procura di Cagliari ha proposto la misura di prevenzione della Sorveglianza speciale per tre anni (con obbligo di dimora nel comune di residenza) per un combattente sardo, Luisi Caria, delle Unità di protezione del popolo curde che combattono contro l’Isis in Siria, le Ypg, perché considerato dalla polizia politica (“Digos”) di Nuoro “socialmente pericoloso”. Esprimiamo la nostra indignazione per questa iniziativa vergognosa. Essa intende limitare la libertà di una persona che ha protetto la popolazione siriana e quelle europee da una violenza inaudita, e rischia di macchiare la reputazione e la memoria di chi ha perso e perde la vita vestendo l’uniforme delle Ypg in quella terribile ma necessaria guerra.

L’iniziativa della Procura di Cagliari è un non-senso. Come si può considerare “socialmente pericoloso” chi ha rischiato la propria vita per contrapporsi all’Isis e ai suoi sanguinari “foreign fighters”? Non dovrebbero essere proprio i “foreign fighters” dell’Isis ad essere considerati socialmente pericolosi? Il Rojava (Kurdistan siriano) e la più ampia Federazione democratica della Siria del nord, per la quale noi e Luisi ci siamo battuti, sono lo scenario di una delle rivoluzioni più avanzate dell’epoca contemporanea, dove al centro di concreti e verificabili miglioramenti sociali, nelle zone liberate dal “califfato”, ci sono la libertà delle donne, l’uguaglianza economica, l’esercizio di una reale democrazia e la protezione delle minoranze religiose e linguistiche.

La procura del capoluogo sardo è l’unica in Italia ad aver ipotizzato, senza sprezzo del ridicolo, la natura “terroristica” dei curdi che combattono l’Isis, come degli internazionalisti che li aiutano. Questo nonostante l’Italia faccia parte della Coalizione internazionale contro l’Isis assieme alle Ypg, e che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna supportino ogni giorno le Ypg in Siria con aviazione e truppe speciali. Per i magistrati cagliaritani lo stato italiano sarebbe complice di terroristi per il fatto di far parte di una Coalizione contro l’Isis. Soltanto Erdogan, su tutto il pianeta, condividerebbe le convinzioni della Procura di Cagliari. E non a caso la Procura di Torino, che inizialmente intendeva procedere allo stesso modo (emerge dagli atti in nostro possesso, letti in aula dai nostri legali) ha successivamente rinunciato. La stessa iniziativa della Procura di Cagliari si è ben presto arenata, e il divieto d’espatrio a Luisi è stato revocato. Ecco allora spuntare la richiesta di Sorveglianza speciale, prima a Torino e poi a Cagliari, con un accanimento che, senza alcuna ansia o vittimismo da parte nostra, appare vagamente ossessivo.

Misure di prevenzione come la Sorveglianza, infatti, hanno il vantaggio di non prevedere la necessità di accuse, né di reati: si tratta di misure di polizia applicabili senza processo, ereditate dall’epoca fascista. Ecco allora tanto a Cagliari quanto a Torino la polizia divenire protagonista in questa seconda fase, compilando i fascicoli proposti alle due procure per la Sorveglianza speciale. Dieci giorni dopo le perquisizioni della Digos di Cagliari e Nuoro nelle case di tre attivisti solidali con la resistenza dei curdi contro l’Isis, la Digos di Torino ha aperto a settembre il fascicolo contro di noi. A dicembre quella di Cagliari ha aperto un secondo fascicolo contro Luisi. Incipit della Procura di Torino, 3 gennaio: “Con annotazioni del 24 settembre e 13 novembre 2018 la Digos di Torino segnalava la pericolosità dei soggetti sopraindicati…”; Incipit della Procura di Cagliari, 8 gennaio: “Il presidente della sezione di Cagliari, letta la richiesta della Questura di Nuoro, pervenuta in data 14 dicembre 2018, con la quale si chiede che venga applicata nei confronti del Caria la misura di prevenzione della sorveglianza speciale…”.

Tutto questo è tanto più imbarazzante se si considera che a capo delle forze di polizia c’è un Ministro dell’Interno che si è distinto in passato per frasi particolarmente altisonanti nei confronti dell’Isis. Ora soprassiede alla criminalizzazione senza processo di coloro che l’Isis lo hanno combattuto sul campo, anziché dalle poltrone dei talk-show. Può aver colto nel segno una recente vignetta di Zerocalcare, secondo cui sbraitando sciocchezze contro “l’Islam” si fa carriera politica, mentre combattendo il jihadismo, al fianco di quei musulmani e di quei mediorientali che odiano l’Isis e vogliono esserci amici, si incappa nella gogna pubblica e si viene considerati un “pericolo sociale” per decreto di polizia. Forse la realtà incarnata dalla nostra esperienza non conviene a certe narrazioni propagandistiche?

Noi e Luisi non abbiamo nulla da temere da simili e goffi tentativi di stigmatizzazione di ciò che di più giusto è stato fatto in Siria in questi anni, né qualcosa da ritrattare. Abbiamo difeso uomini, donne e bambini da tagliagole e stupratori assassini. Questo noi e Luisi abbiamo fatto. Mandiamo un abbraccio a lui e alle persone inestimabili, italiane e non, che con i colori e l’uniforme delle Ypg continuano a battersi in queste ore per liberare i dintorni di Baghuz, ultimo scampolo di deserto siriano nelle grinfie dell’Isis.

Approfittiamo per mandare un pensiero al fotografo italiano Gabriele Micalizzi, rimasto ferito mentre documentava l’offensiva.

Jacopo Bindi
Davide Grasso
Fabrizio Maniero
Eddi Marcucci
Paolo Pachino

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Brescia: perquisizioni, denunce e avvisi orali per il corteo del 27 settembre sotto Leonardo SPA

Perquisizioni, denunce e “avvisi orali” dall’alba di venerdì 21 novembre a Brescia contro compagne-i (anche studentesse-i) per il grande corteo per la Palestina di sabato 27 settembre

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende

Ieri mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Aggressioni e lotte nel comparto tessile di Prato

Come racconta l’aggressione dei giorni passati – che segue a numerose altre aggressioni ai danni di lavoratori e lavoratrici in sciopero negli ultimi anni – un sistema predatorio fatto di aggressioni e intimidazioni è estremamente consolidato nel settore.