InfoAut
Immagine di copertina per il post

La Palestina, Gerusalemme e il nuovo vento d’Intifada

Nelle ultime settimane la rabbia si è riaccesa in tutta la Palestina, dal fiume al mare. Una rivolta mai sopita, ma che adesso quotidianamente si rivede durante gli scontri di fronte alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, durante i funerali dei giovani palestinesi uccisi dalle forze sioniste, nella quotidianità delle prigioni e dei campi profughi. Una situazione difficile, fatta di morte e di nuove chiusure militari, ma che può rappresentare la strada di una nuova Intifada, probabilmente l’unica soluzione per la liberazione.

 
La notte appena trascorsa ha visto scontri, coprifuochi e arresti in diversi quartieri di Gerusalemme Est (Silwan, al-Tur, al-Suwwana, e  Jabal al-Mukabbir) e in varie località della West Bank (Nablus, Ramallah, Betlemme).
Khair Hamdan – ucciso nel Nord della Palestina –  e Muhammad Jawwabra – ucciso nei pressi del campo profughi di al-Arrub, a sud dei Territori Occupati – sono solo le ultime vittime degli scontri e dei nuovi assalti delle forze d’occupazione contro le sempre più numerose proteste che si registrano nelle strade palestinesi.
L’esercito israeliano risponde con nuove aggressioni, azioni violente e spesso folli, come il tentativo, di alcuni giorni fa, arrestare di un bambino di 2 anni, Mimati Asaad Jaber, con l’accusa di aver scagliato pietre contro le jeep militari nel quartiere di Silwan (Gerusalemme).
Seguendo le dinamiche palestinesi delle ultime settimane si assiste ad una cronaca fatta di arresti, uccisioni, ferimenti e di nuove e continue espropriazioni delle terre e delle risorse palestinesi.
Ingiustizie fatte di una sempre maggiore violenza dei coloni – forti di quel razzismo sempre più generalizzato in una popolazione che vive in uno Stato nato in un territorio occupato e fondato su basi discriminatorie – che sempre più prende piede in tutti i territori palestinesi. Attacchi alle Moschee (come la distruzione di quella del villaggio di al-Mughayyir, a cui è seguito l’attacco da parte palestinese ad una sinagoga), violenze contro i contadini, occupazione delle terre, demolizione delle case. I coloni si sentono liberi di uccidere, di comandare in un territorio non loro, perché protetti, se non spalleggiati, dall’esercito e dallo stato che rispecchiano.
Alla violenza dei coloni si accompagnano le continue espropriazioni da parte delle autorità ebraiche per espandere i loro insediamenti e costruire su terra palestinese. E’ significativo il caso delle 200 nuove unità abitative che, annunciate nella giornata di ieri, andranno a ingrandire l’insediamento illegale di Ramot, o, ancora, i lavori di costruzione che circondano le decine di insediamenti da Nord a Sud dei Territori Occupati.
La “comunità internazionale” non sembra intenzionata a muoversi, se non a parole e con timidi tentativi, quasi chiedendo alle autorità sioniste per favore di non costruire nei territori occupati, di fronte a tutto ciò, di fronte all’immobilismo e al servilismo dell’autorità palestinese di Abu Mazen, di fronte a tutto questo c’è una Palestina che non chiede per favore, che non si svende e che lotta. Ci sono i giovani che salgono sulle barricate, ci sono coloro che, arrestati, lottano dalle prigioni.
Quotidianamente ci sono scontri che nascono in seguito ai sempre più numerosi coprifuochi, di fronte alle torri militari, di fronte al muro dell’Apartheid sempre più fortificato.  Nei campi profughi, nei territori settentrionali occupati, a Betlemme, Ramallah, Gerusalemme, in ogni città moltissimi sono i palestinesi che rispondono agli attacchi israeliani. Proprio a Gerusalemme, città in cui scoppiò la 2° Intifada dopo la “passeggiata” del boia Sharon, si sono verificati gli scontri più importanti a seguito delle chiusure militari delle ultime settimane. Rivolte che potrebbero far ripartire la lunga Intifada, iniziata nel 1948 e mai terminata, all’insegna di una capitale libera.
Grazie a questa rinnovata risposta della resistenza di popolo palestine nelle città e nei campi profughi si vedono forze militari israeliane non più libere di scorrazzare nelle strade, dove si ritrovano invece centinaia di giovani che rispondono con pietre, con assalti guidati da una rabbia che ha visto troppe ingiustizie fino ad oggi.
Una nuova Intifada, una lotta popolare che potrebbe far male, portare decine o centinaia di morti, ma che potrebbe anche portare anche verso l’unica soluzione giusta al conflitto, l’unica che possa liberare tutti i territori occupati, per il diritto al ritorno. Una soluzione diversa rispetto a quella di servilismo incarnata dal cosiddetto “processo di pace”, che invece di rivendicare i territori in cui 5 milioni di profughi hanno il diritto di tornare,  svende quei territori e il popolo che vi abita, i suoi diritti e le sue aspirazioni.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Gerusalemmeintifadapalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’è dietro il nuovo piano di Israele per dividere Gaza in due

Mentre Trump elogia la “pace”, Israele sta consolidando un nuovo regime di confini fortificati, governo per procura e disperazione orchestrata, con l’espulsione ancora obiettivo finale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni presidenziali in Camerun: proteste, repressione del dissenso e delle opposizioni

Le elezioni presidenziali in Camerun del 12 ottobre hanno portato ad un clima di crescente tensione nel Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli: occupata l’Aula Nugnes del Consiglio Comunale, “Rispettate la mozione contro la collaborazione con Israele”

Nel corso del pomeriggio di venerdì 31 ottobre è stata occupata dalla rete Napoli con la Palestina l’aula Nugnes del consiglio comunale di Napoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.