
La giudice federale impedisce a Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Chicago
Il pendolo tra guerra civile e guerra esterna negli Stati Uniti di Trump oscilla sempre più vorticosamente.
Mentre le navi della marina USA stazionano al largo del Venezuela e la guerra commerciale con la Cina tocca nuovi picchi di ostilità, il degrado nei rapporti tra le istituzioni statunitensi diventa di giorno in giorno più profondo. Al centro delle tensioni la volontà del governo federale di dispiegare della Guardia Nazionale in alcune città degli Stati Uniti governate dai democratici, tra cui Chicago, a seguito delle proteste anti-ICE. L’amministrazione trumpiana usa come pretesto una presunta emergenza criminalità e accusa i manifestanti di atti insurrezionali. Le immagini che provengono dal campo raccontano altro: forme di autorganizzazione comunitaria per impedire le deportazioni ed i rapimenti da parte dell’ICE. Lo scontro si sta dislocando a vari livelli istituzionali con i sindaci ed i governatori di Stato che stanno prendendo misure per dichiarare le città free-ICE (impedendo la collaborazione degli enti pubblici locali con la milizia federale) ed il coinvolgimento dei giudici federali chiamati ad esprimersi sul dispiegamento della Guardia Nazionale. Traduciamo di seguito questa interessante cronaca di Chris Walker per Truthout che fa il punto della situazione per quanto riguarda la città di Chicago.
Buona lettura!
“Sto davvero facendo fatica a capire dove tutto questo potrà mai finire”, ha affermato la giudice April M. Perry durante un’udienza.
Una giudice federale dell’Illinois ha stabilito, per ora, che l’amministrazione Trump non può dispiegare la Guardia Nazionale a Chicago, affermando che “la percezione degli eventi da parte dell’amministrazione è semplicemente inaffidabile”.
La giudice April M. Perry ha emesso la sua decisione giovedì sera, affermando che all’amministrazione, “ai suoi funzionari, agenti, incaricati e a tutte le persone che agiscono di concerto con loro, è temporaneamente vietato ordinare la federalizzazione e lo schieramento della Guardia Nazionale degli Stati Uniti all’interno dell’Illinois”.
L’ordinanza scade tra due settimane, ma può essere prorogata oltre tale termine se la città e lo Stato – che hanno citato in giudizio congiuntamente la Casa Bianca per bloccare il dispiegamento delle truppe – possono dimostrare la necessità di mantenerla in vigore più a lungo.
La Casa Bianca ha dichiarato che probabilmente ricorrerà in appello contro la sentenza, con un portavoce che ha affermato che Trump sarà “scagionato da un tribunale di grado superiore”.
Durante l’udienza in cui ha annunciato la sua decisione, Perry ha rimproverato gli avvocati che rappresentano l’amministrazione Trump, sottolineando che non sono riusciti a citare una ragione legittima per schierare la Guardia Nazionale a Chicago contro la volontà del sindaco e del governatore, e non sono stati in grado di dimostrare dove potrebbero esistere dei limiti alle loro azioni.
“Sto davvero faticando a capire dove tutto questo potrà mai finire”, ha affermato Perry a un certo punto, dopo che gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno sostenuto che la loro missione era “limitata”.
L’amministrazione Trump sostiene che le truppe siano necessarie a Chicago per assistere gli agenti federali nella loro violenta campagna di espulsione e per affrontare l’ambiguo problema della “criminalità” nella città. Sebbene Chicago abbia un tasso di criminalità più alto rispetto alla maggior parte delle città degli Stati Uniti, nell’ultimo anno ha registrato un calo massiccio dei crimini violenti, così come negli anni precedenti.
Negli ultimi mesi, Trump ha attaccato sempre più spesso le città governate dai democratici i cui leader si oppongono alla sua agenda autoritaria e anti-immigrati. La scorsa estate, ad esempio, mentre discuteva della possibilità di schierare la Guardia Nazionale a Chicago, Trump ha pubblicato un meme che lo ritraeva in una parodia del film “Apocalypse Now”, indicando che aveva intenzione di entrare in “guerra” con la città.
“Chicago sta per scoprire perché si chiama Dipartimento della GUERRA”, ha scritto Trump.
Perry ha osservato che l’amministrazione aveva fornito “prove inattendibili” per giustificare la necessità dell’intervento delle truppe, il che ha sollevato “significativi dubbi sulla credibilità del DHS riguardo a ciò che sta accadendo nelle strade di Chicago”. La giudice ha anche messo in dubbio che la presenza delle truppe in città stesse producendo un risultato positivo, affermando durante l’udienza che l’amministrazione stava forse “solo aggiungendo benzina sul fuoco che gli stessi imputati avevano appiccato”.
Christopher Wells, avvocato che rappresenta l’ufficio del procuratore generale dell’Illinois, ha affermato che “non c’è alcuna ribellione in Illinois” che giustifichi il dispiegamento delle truppe. Perry ha indicato di essere d’accordo, affermando che “la percezione degli eventi da parte del DHS è semplicemente inaffidabile”.
Ha anche riconosciuto che gli agenti federali erano responsabili di gran parte della violenza durante le proteste, sottolineando che, secondo il dipartimento di polizia locale, in una struttura dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) a Broadview, un sobborgo di Chicago, gli agenti federali stavano usando armi chimiche contro i manifestanti in modo “arbitrario e indiscriminato”.
“Sono state presentate prove che dimostrano che la stessa presenza degli agenti federali e il modo in cui interagiscono con la popolazione sono di per sé causa di violenza”, ha aggiunto Perry.
La sentenza di Perry è stata elogiata dal sindaco di Chicago Brandon Johnson e dal governatore dell’Illinois J.B. Pritzker, entrambi i quali Trump aveva chiesto di arrestare all’inizio di questa settimana per la loro opposizione al suo piano di militarizzare Chicago.
“Questa sentenza è una vittoria per i cittadini di Chicago e per lo Stato di diritto”, ha affermato Johnson in un post su X, aggiungendo:
L’intervento di Trump è illegale, incostituzionale, pericoloso e inutile. Non c’è alcuna ribellione a Chicago. Ci sono solo brave persone che difendono ciò che è giusto.
“Donald Trump non è un re e la sua amministrazione non è al di sopra della legge”, ha affermato Pritzker in un post sui social media. “Oggi il tribunale ha confermato ciò che tutti sappiamo: non ci sono prove credibili di una ribellione nello Stato dell’Illinois. E non c’è posto per la Guardia Nazionale nelle strade di città americane come Chicago”.
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