InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il sangue che è accettabile spargere

di Gideon Levy

da Haaretz 30 marzo 2014 (traduzione di Carlo Tagliacozzo)

 

Cos’è peggio, un insensato omicidio colposo o un omicidio premeditato?  Cosa è  più efferato, l’uccidere gratuitamente a causa di un errore di identità o un omicidio gratuito senza errori di identità?

L’esercito israeliano (IDF) ha risposte certe a  queste domande, a riprova del proprio sistema di principi.

Non sono le circostanze dell’uccisione, quanto piuttosto esclusivamente l’identità delle vittime che  stabiliscono la sua [dell’ omicidio] tipologia.

Se l’esercito israeliano pretende di essere “guidato da principi morali”, e questi sono i suoi principi, allora sarebbe meglio non avere tali pretese come prioritarie. Il capitano Tal Nachman, Yusef un Shawamreh e Samir Awad non non si sono mai incontrati  né da vivi né da morti.

Tutti e tre devono aver avuto sogni e progetti per il futuro, famiglie che gli volevano bene e amici solidali.

Solo il loro unico, terribile destino li ha uniti, e solo per un attimo: tutti e tre sono stati uccisi dall’esercito israeliano, senza alcun motivo.

Nachman, 21enne, di Nes Tziona; Shawamreh, 14enne, di Deir al-‘Asal al-Foqa e Awad,16enne, di Budrus, sono stati vittime della politica del grilletto facile dell’IDF.

Nachman è morto circa due mesi fa, nei pressi della barriera al confine con Gaza; Shawamreh è morto dieci giorni fa, vicino alla barriera di separazione in Cisgiordania sul monte Hebron, e Awad è morto circa 15 mesi fa a Budrus, nei pressi della  barriera.

Tutti e tre sono stati uccisi in un agguato: Nachman dopo che i soldati hanno notato un movimento sospetto senza preoccuparsi di identificarlo; Shawamreh quando è entrato in Israele attraverso un buco nella recinzione effettuato almeno due anni prima, per raccogliere delle piante selvatiche sul campo della sua famiglia; e Awad dopo aver attraversato un buco simile, per una sfida tra amici. Nessuno di loro meritava di morire. I due palestinesi erano disarmati e non costituivano pericolo per nessuno.

Shawamreh è stato colpito da solo qualche decina di metri e, secondo un rapporto di B’Tselem – il Centro di Informazione Israeliano per i Diritti Umani nei Territori Occupati – è morto dissanguato, in attesa di un’ambulanza che ha impiegato circa 30 minuti per arrivare. Awad è stato per prima colpito e ferito, intrappolato tra due recinzioni; quando ha cercato di fuggire in direzione del suo villaggio, i soldati gli hanno sparato altre due volte, a distanza ravvicinata, alla testa e alla spalla, uccidendolo.

Un ufficiale del Comando Centrale dell’IDF ha definito l’evento come “non  positivo.”

Positivo o no,vediamo come l’IDF ha affrontato questi tre episodi, due dei quali forse sono crimini di guerra.

La scorsa settimana, circa due mesi dopo l’uccisione accidentale di Nachman, il Capo di Stato Maggiore dell’IDF, Gen. Benny Gantz, ha annunciato l’allontanamento di alcuni soldati e ufficiali che sono stati coinvolti nell’incidente.

Secondo un’indagine dell’IDF – che ovviamente è stata subito realizzata – ci sono stati “errori nella pianificazione e nell’esecuzione dell’ operazione” che hanno portato alla tragica uccisione di Nachman. Le morti dei due ragazzi palestinesi non erano meno tragiche, ma nei loro casi “l’inchiesta non è ancora stata completata,” nessun “errore” è stato riconosciuto, e nessuno è stato allontanato o indagato. Nachman è stato elogiato dal capo di stato maggiore – “Abbiamo perso una persona meravigliosa” – ma forse anche le famiglie Awad e Shawamreh hanno perso delle persone meravigliose.

Quindici mesi dopo la morte di Awad, alla fine della scorsa settimana il padre, Ahmad Awad, ha inoltrato una petizione all’Alta Corte di Giustizia, insieme a B’Tselem, chiedendo che il procuratore generale militare, il Gen. di Brigata Dany Efroni, decidesse se processare i soldati che avevano sparato al figlio o chiudere il caso.

L’IDF sostiene che l’indagine è “complessa”, la formula tipica per insabbiare casi [del genere]. L’inchiesta sulla morte di Shawamreh sicuramente avrà lo stesso destino. Che cosa c’è di così complesso nell’indagine sulle circostanze della morte di Awad? Ho visitato la scena due giorni dopo che  fu ucciso, le macchie di sangue sulle rocce erano ancora fresche. Gli amici [che erano] con lui in quel momento mi hanno fatto vedere dove ha cercato di fuggire, prima di essere ucciso.

Persino l’ufficiale che ha detto che l’incidente non era “positivo” deve aver saputo di cosa stesse parlando. Ma la polvere si sta depositando sul fascicolo.

Shawamreh è morto in circostanze analoghe, perché nessuno è stato punito per la morte di Awad. Questo è il messaggio “del principio morale” per i soldati: è lecito versare il sangue di adolescenti palestinesi, nessuno di voi sarà allontanato ed anzi potreste persino essere promossi – perché funziona così nell’esercito più morale del mondo.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelepalestinatraduzioni

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina, i coloni attaccano volontari internazionali: feriti tre italiani

Un nuovo attacco dei coloni israeliani ha colpito la comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Drone assassino israeliano massacra due fratellini palestinesi

Fadi Tamer Abu Assi e Juma Tamer Abu Assi, bambini palestinesi di 10 e 12 anni, sono stati ammazzati da un drone israeliano a est di Khan Yunis (sud della Striscia) mentre raccoglievano legna per il padre ferito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Membro della Knesset: Israele sta “importando la guerra di sterminio” da Gaza alla Cisgiordania

Un membro israeliano della Knesset (Parlamento) ha affermato che Tel Aviv sta “importando” la sua “guerra di sterminio” dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

CONTRO I SIGNORI DELLA GUERRA E PADRONI DELLA CITTÀ, BLOCCHIAMO TUTTO!

Oggi, nell’ambito dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, come realtà autorganizzate del movimento milanese abbiamo deciso di bloccare l’ingresso principale della sede dirigenziale di ENI S. p. a. di San Donato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Linee gialle e zone verdi: la divisione di fatto di Gaza

Crescono i timori che il nuovo mosaico di zone diverse di Gaza, separate da una Linea Gialla, possa consolidarsi in una partizione permanente del territorio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Colpirne uno: Mohamed Shahin, il rischio deportazione e la repressione della solidarieta’ con il popolo palestinese

Un attacco che utilizza le procedure amministrative che regolano ingressi, deportazioni e centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) per colpire e intimorire chi non gode del privilegio dei cosiddetti “giusti documenti”.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Giornata contro la violenza sulle donne: “boicottiamo guerra e patriarcato”. La diretta dalle manifestazioni

Oggi è la Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Una giornata che non ha visto grandi miglioramenti, a 26 anni dalla sua proclamazione, nel 1999, da parte dell’Onu. 

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Free Shahin! Appello alla mobilitazione

Apprendiamo con grande preoccupazione del mandato di rimpatrio emanato dal ministro Piantedosi su richiesta della deputata Montaruli nei confronti di Mohamed Shahin, compagno, amico e fratello.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: Mohamed Shahin libero subito!

Ripubblichiamo e diffondiamo il comunicato uscito dal coordinamento cittadino Torino per Gaza a seguito della notizia dell’arresto di Mohamed Shahin, imam di una delle moschee di Torino che ha partecipato alle mobilitazioni per la Palestina.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso di Ahmad Salem, in carcere da 6 mesi per aver chiamato alla mobilitazione contro il genocidio

Ahmad Salem è un giovane palestinese di 24 anni, nato e cresciuto nel campo profughi palestinese al-Baddawi in Libano, arrivato in Italia in cerca di protezione internazionale e che dopo il suo arrivo, si è recato a Campobasso per presentare richiesta di asilo politico.