InfoAut
Immagine di copertina per il post

Gaza: all’alba altri raid israeliani

I nuovi attacchi hanno preso di mira obiettivi a nord e a sud della Striscia. Ieri sera  formazioni minori palestinesi avevano lanciato razzi verso Sderot e altre localita’ del Neghev. Per il Jihad da ieri pomeriggio e’ cominciato il cessate il fuoco.
Nuovi raid aerei all’alba contro Gaza. L’aviazione israeliana ha colpito quattro volte a nord e tre a sud del territorio palestinese, dopo il lancio di razzi da Gaza verso Sderot e altri centri abitati del Neghev avvenuto ieri sera. Lanci che sarebbero opera di formazioni armate minori che operano nella Striscia e non della Jihad islamica,  che ieri pomeriggio aveva annunciato il raggiungimento di una tregua grazie alla mediazione egiziana.
Per Gaza quella di ieri è stata un’altra giornata sul filo del rasoio. Dopo i 29 raid aerei israeliani di mercoledì e le decine di razzi lanciati dal Jihad e dai Comitati di resistenza popolare verso i centri abitati del Neghev, ieri la popolazione palestinese ha vissuto nell’ansia dei nuovi attacchi degli F-16 – almeno sette nel sud della Striscia, tre i feriti – mentre si accavallavano annunci e smentite di un accordo di cessate il fuoco trovato con la mediazione egiziana. Israele ha smentito l’esistenza dell’intesa annunciata, via Facebook, da uno dei capi del Jihad, Khaled al Batsh, «raggiunta sulla base dell’accordo di tregua del novembre 2012». I vertici israeliani si sono limitati a far sapere «Se avremo pace, Gaza avrà pace», ribadendo che non accetteranno che le comunità vicino a Gaza continuino a vivere nel pericolo dei lanci di razzi.
Il governo Netanyahu non mette in conto il raid aereo, che martedì aveva ucciso tre membri del Jihad a sud di Gaza, come motivo scatenante del lancio di decine di razzi da parte dei gruppi armati palestinesi. Secondo Tel Aviv quelle “uccisioni mirate” non sarebbero altro che azioni “preventive” volte ad impedire ai palestinesi di compiere «atti di terrorismo». E’ una versione degli eventi fondata sul “diritto all’autodifesa” garantito però a una sola parte e non riconosciuto anche all’altra, i palestinesi, come dimostrano peraltro le ultime prese di posizione di Stati Uniti ed Unione europea che condannano solo il lancio di razzi. I palestinesi da parte loro accusano il governo israeliano di giocare ad alzare la tensione, allo scopo di colpire indirettamente il presidente dell’Anp Abu Mazen – in un momento decisivo per il fragile negoziato israelo-palestinese, di fatto fermo da mesi -, accusandolo di non avere il controllo della situazione e di non condannare il “terrorismo”. Il premier Netanyahu ieri ha rimproverato ad Abu Mazen di aver condannato i raid aerei israeliani e non i lanci di razzi da Gaza. E un ministro, Yaacov Perri (un ex capo del servizio di sicurezza Shin Bet), ha ventilato l’ipotesi che in caso di interruzione o fallimento  delle trattative, Israele non sarà tenuto a liberare l’ultimo gruppo di una trentina di prigionieri palestinesi che si era impegnato a scarcerare lo scorso luglio all’avvio dei negoziati.
Impegnato ad impedire il riavvicinamento tra l’Iran e l’Occidente e la firma dell’accordo sul nucleare iraniano, il governo Netanyahu vede nella recente ripresa a Gaza delle attività militari del Jihad Islami, “manovre” di Tehran per tenere alta la tensione ai confini di Israele. In casa palestinese si fanno ben altre considerazioni su quanto accade e si muove a Gaza in questo periodo. Il dato più importante di quest’ultima escalation – subito dopo le sofferenze della popolazione civile per le conseguenze della crisi tra l’Egitto e Hamas (a cominciare dalla chiusura perenne del valico di Rafah) – è la posizione di basso profilo mantenuta sino ad oggi dal movimento islamico. Nel novembre 2012 Hamas invece si impegnò in un duro confronto armato con Israele dal quale, grazie anche al sostegno del presidente egiziano deposto Mohammed Morsi, emerse proclamandosi “vincitore”. Ora fa di tutto per non lasciarsi coinvolgere in una escalation militare che potrebbe ulteriormente indebolire la sua posizione, ancora più fragile dopo la decisione egiziana di proclamare il movimento islamico palestinese “gruppo terroristico” perchè alleato dei Fratelli Musulmani messi fuorilegge.
I leader di Hamas si muovono con cautela, fanno il possibile per contenere l’attivismo delle formazioni armate islamiche minori, a cominciare dai gruppi salafiti-qaedisti che ricevono crescenti finanziamenti dal Golfo. Il Cairo inoltre preme affinchè il premier islamico Ismail Haniyeh ceda il controllo del valico di Rafah alla guardia presidenziale dell’Anp, ripristinando la situazione precedente al giugno 2007 (anno in cui Hamas prese il potere a Gaza), quando la frontiera tra la Striscia e l’Egitto apriva sotto la supervisione di un contingente di “monitors” dell’Unione europea (Eubam) e, soprattutto,  con il controllo a distanza di Israele.

Da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bombardamentigazaisraeleraid

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina, le linee guida del plenum sul piano 2026-2030

Si è conclusa la quarta sessione plenaria del XX Comitato centrale del Partito comunista. Fissati gli obiettivi generali del XV piano quinquennale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: i/le giovani scendono due volte in campo contro Israele

Più di 15.000 a Udine solidali con la Palestina: considerazioni sul corteo del 14 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alba: Blocchiamo tutto! Free Palestine!

Alba. Venerdì scorso un corteo in sostegno alla popolazione palestinese è partito da Zona h (parco cittadino) in direzione del teatro sociale: si inaugurava la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco; oltre al presidente della regione Alberto Cirio, era previsto l’intervento di Paolo Zangrillo ministro del governo Meloni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: non passa la mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv. Proteste dentro il consiglio comunale, cariche fuori

A Milano proteste dentro e fuori il consiglio comunale: a Palazzo Marino passa il voto con la maggioranza di 22 a 9 (3 gli astenuti) contro la mozione che chiedeva l’interruzione del gemellaggio con Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026.