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Costa Rica: capitale in tilt per proteste contro il Governo.

 

Una protesta antigovernativa dalle mille sfaccettature, dato il numero di problematiche sociali che attraversano il paese centroamericano che poco trova spazio nelle agende globali. Corruzione, ingestibilità dei quartieri, carovita e svendita delle risorse statali a privati stranieri sono i fili conduttori del malcontento, che si è andato allargando fino a quando alcune sigle del sindacalismo tradizionale non hanno rotto gli indugi convocando la manifestazione di ieri.

La proporzione della protesta, che si è articolata con 25 distinti concentramenti iniziali, ha colto di stucco il governo, che attraverso i suoi portavoce da una parte afferma di capire le motivazioni della protesta, dall’altra volge lo sguardo contro perchè ritiene le rivendicazioni poco chiare e impossibili da accogliere.

Il fenomeno delle insorgenze brasiliane è un fattore direttamente correlato alla compulsività della protesta, anche se per ora la compagine governativa minimizza la portata dell’ evento e non sembra voler aprire un fronte di discussione sui problemi maggiormente sentiti dalla popolazione.

I sindacalisti animatori della protesta hanno incentrato il loro discorso sulle colpe di una classe politica che sta distruggendo il Paese a colpi di corruzione e di strutture partitiche fondamentalmente colluse con le organizzazioni mafiose, di maniera tale da far venire meno i servizi essenziali, in primis la cura sanitaria.

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