InfoAut
Immagine di copertina per il post

Bolivia, l’autostrada amazzonica mina il consenso di Morales

Che il progetto della nuova autostrada amazzonica sarebbe diventato una rogna per il presidente boliviano Evo Morales lo si era capito a Manaus, Brasile, a metà agosto. Lì, durante il vertice internazionale dei popoli indigeni del bacino amazzonico Nelly Romero, leader Guaranì della Cidob, la federazione dei popoli indigeni dell’Amazzonia boliviana, aveva tenuto un discorso molto duro contro Morales, primo presidente indigeno della storia latinoamericana, accusandolo di aver tradito l’ispirazione originaria del suo governo e anche la fiducia dei movimenti indigeni boliviani, che tanto si erano mobilitati per la sua vittoria elettorale.

Il progetto contestato dai guaranì e dagli altri popoli dell’Amazzonia boliviana (l’oriente del paese, quasi un terzo della superficie totale) è quello del ramo boliviano del futuro collegamento autostradale che da Manaus, in Brasile, dovrebbe arrivare fino a Manta, porto ecuadoriano sul Pacifico. Un pezzo del tratto boliviano, quello che va dalla città di Cochabamba, alle pendici dell’altopiano andino, fino alla città di San Ignacio de Moxos, in Amazzonia, dovrebbe attraversare l’area del Territorio indigeno e parco naturale Isiboro Sécure (Tipnis), una zona dove vivono 16 comunità indigene, per un totale di circa 50 mila persone. Da queste comunità è partita la protesta contro il governo, accusato di perseguire una politica favorevole alle industrie minerarie e alle grandi opere che contrasta con i principi di difesa della Pachamama (la Madre terra) sanciti anche nella nuova costituzione boliviana, approvata con un referendum promosso dal governo a febbraio del 2009. L’intero progetto, peraltro, viene finanziato dal Brasile e realizzato da un’azienda brasiliana.

La protesta ha assunto la forma di una marcia pacifica, partita poco dopo metà agosto dalla città di Trinidad, capoluogo del dipartimento del Beni (nord est della Bolivia) e che avrebbe dovuto concludersi nella capitale La Paz, 500 chilometri dopo. Ieri, però, a 250 chilometri dall’arrivo, la marcia è stata interrotta dalla polizia in tenuta antisommossa. La polizia ha intercettato la colonna di manifestanti nella cittadina di Yucumo, a nordest di La Paz. La motivazione ufficiale che ha spinto il governo a schierare i reparti antisommossa è che a Yucumo alcune centinaia di persone favorevoli al progetto di autostrada avevano bloccato con una barricata la strada su cui procedevano gli indigeni amazzonici. La polizia avrebbe dovuto prevenire scontri tra i due gruppi, ma l’effetto immediato è stato che la marcia di protesta è stata interrotta. Secondo la stampa boliviana, negli scontri tra polizia e manifestanti ci sono stati alcuni feriti, ma non ci sono dati ufficiali in merito. Circa 500 poliziotti hanno attaccato, secondo il racconto di alcuni testimoni, l’accampamento provvisorio messo in piedi dai manifestanti che stavano per riprendere la marcia. Rolando Villena, difensore civico boliviano, ha criticato l’operazione avvenuta con un uso eccessivo della forza: “Ci sono stati bambini feriti e madri disperse. Questo non è l’aspetto che la democrazia dovrebbe avere”.

Due giorni fa era stato il ministro degli esteri boliviano, David Choquehuanca a cercare un incontro con i manifestanti. Choquehuanca, però, era stato brevemente “costretto” a fare un tratto di strada con i manifestanti e poi rapidamente rilasciato. “Vogliono risolvere la cosa con il dialogo”, aveva detto il ministro dopo aver lasciato il corteo. La strada, però, è già in costruzione e il governo Morales ha deciso di giocare un’altra carta per disinnescare una protesta imbarazzante. “Chiederemo ai cittadini del dipartimento di Cochabamba e del Beni che cosa ne pensano del progetto – ha detto domenica il presidente – Se diranno di sì, allora studieremo il miglior percorso possibile e con il minor impatto ambientale”. Il referendum, però, è un’arma a doppio taglio. Se da un lato, infatti, Morales può essere relativamente sicuro di vincere, soprattutto perché il dipartimento di Cochabamba – più favorevole al progetto e più filogovernativo – è molto più popoloso di quello del Beni, dall’altro la campagna referendaria farà emergere le divisioni ormai profonde tra il governo e una parte consistente dei movimenti indigeni, specialmente quelli che contestano a Morales di avere più a cuore gli interessi degli aymara e dei quechua, i due popoli principali dell’Altopiano, a cui il presidente appartiene e da cui trae la sua più importante base di consenso.

di Joseph Zarlingo (Lettera 22), per Il Fatto Quotidiano

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

boliviaindigenimoralespoliziascontri

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La lotta per fermare il genocidio nelle università statunitensi: un reportage dall’Università del Texas

Abbiamo tradotto questo interessante reportage apparso su CrimethInc sulle proteste che stanno coinvolgendo i campus degli Stati Uniti contro la complicità del governo USA nel genocidio del popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezione Civile: 2.000 palestinesi scomparsi a seguito del ritiro delle forze israeliane da alcune aree di Gaza

La Difesa civile della Striscia di Gaza ha rivelato in un comunicato divulgato domenica che circa duemila palestinesi sono stati dichiarati dispersi in varie aree dell’enclave dopo il ritiro delle forze di occupazione israeliane (IOF) da esse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA per la Palestina: dipendenti Google licenziati e studenti alla Columbia University sgomberati dalla polizia

Negli Stati Uniti proteste in corso a sostegno del popolo palestinese, per il quale diversi settori della società civile si sono mobilitati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

USA: La polizia uccide un 26enne afroamericano con 96 colpi in 42 secondi

Video mostra agenti della polizia a Chicago che sparano 96 colpi in 41 secondi durante un fermo

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il colore dei manganelli

Quei fatti si inseriscono in un contesto nel quale la repressione – nelle piazze, nei tribunali, nelle carceri, nei centri di detenzione per migranti – è diventata strumento ordinario di governo

Immagine di copertina per il post
Formazione

Genova: protestano studenti e studentesse dell’istituto Pertini-Diaz: “Non vogliamo poliziotti a far lezione qui” 

“Fuori la polizia dalla Diaz”, questo lo striscione comparso martedì mattina, e subito rimosso, sui cancelli dell’istituto Pertini – Diaz a Genova, la scuola dove nel 2001 avvennero i pestaggi polizieschi contro i manifestanti del G8.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Balzerani, Di Cesare e la polizia del pensiero

Nel suo breve messaggio la professoressa Di Cesare aveva scritto: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna».

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: passa la legge sulla creazione di università private. Scontri fuori dal Parlamento

In Grecia è passata in Parlamento la contestatissima legge che equipara le università private con quelle pubbliche nel paese.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Monza: “Dita spezzate e calci a terra”, violento sgombero poliziesco del presidio SI Cobas 

“Nuova escalation di violenza di Stato contro il sindacato SI Cobas: brutale aggressione contro i lavoratori e il coordinatore di Milano Papis Ndiaye“

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Cremona: la polizia sgombera la Prosus, occupata da 4 mesi dai lavoratori

I lavoratori dell’azienda di macellazione Prosus di Vescovato, alle porte di Cremona, che dal 16 ottobre 2023 occupavano lo stabilimento sono stati sgomberati questa notte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sabato 13 gennaio: La logica della ferocia a Quarticciolo

“Forza a tutti coloro che lottano” è l’epiteto finale di uno dei libri di Mathieu Rigouste che facciamo nostro per affrontare un tema che riguarda la nostra quotidianità ed è il presupposto che ci serve per fuggire da una visione fatalista o
eroica nel confronto con le forze dell’ordine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Bolivia rompe le relazioni diplomatiche con “Israele”

La Bolivia durante la presidenza di Evo Morales non ha avuto legami diplomatici con “Israele” e ha denunciato le atrocità commesse dal sionismo nei territori occupati.