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Cascina. La sospensione degli sfratti passa dai picchetti

Fin dai primi accessi, sostenuti nel mese di febbraio, i picchetti hanno avanzato nei confronti della proprietà una possibile alternativa all’esecuzione dello sfratto, proponendo dei tavoli di trattativa dove discutere il pagamento della morosità, tramite il bando prevenzione sfratti della regione, al fine di stipulare un nuovo contratto di affitto ad un prezzo dimezzato. Il nuovo contratto verrebbe sostenuto per metà dal comune, tramite contributi semestrali per un periodo di 1 anno, che serva da transizione all’ottenimento di un alloggio popolare.

 

All’uscita della graduatoria provvisoria del bando della morosità la famiglia di Agnese è risultata assegnataria del contributo. Al tavolo di trattativa, tenutosi la settimana scorsa, tutte le garanzie per quanto riguarda il pagamento della morosità e l’impegno del comune a pagare metà del nuovo canone di affitto, sono state presentate all’avvocato della proprietà. La decisione è stata rinviata però al 21 di luglio, data dell’uscita della graduatoria definitiva del bando della morosità. Nonostante quindi le garanzie di pagamento e la trattativa in piedi questa mattina il proprietario ha voluto lo stesso provare ad eseguire lo sfratto, ricorrendo all’intervento della forza pubblica.

Dopo una mezz’ora concitata, lo sfratto è stato rinviato al 15 di settembre mentre per il 22 luglio è stato fissato un nuovo tavolo di trattativa con il padrone di casa, proprietario di 21 altri appartamenti, di cui numerosi sfitti.

 

Significativa in questa vicenda è la scarsa effettualità delle iniziative istituzionali. Infatti nella commissione territoriale del 9 luglio che ha stilato la graduatoria provvisoria del bando della morosità, grazie alla presenza di un folto numero di famiglie in emergenza abitativa, è stata ottenuta da parte della commissione la richiesta alla prefettura del blocco degli sfratti per tutte le famiglie partecipanti al bando.

Nonostante ciò oggi abbiamo avuto la conferma di quanto queste commissioni siano insufficienti di fronte ad una schiera di ricchi proprietari in trincea per impedire qualsiasi ridimensionamento ai loro guadagni. La situazione che si sta creando è che i ricchi proprietari, a partire dalla sospensione degli sfratti ottenuta il 31 marzo a seguito delle lotte per il diritto all’abitare, vogliono scongiurare a tutti costi un nuovo blocco degli sfratti. Le istituzioni, di fronte ad una soggettività formatasi nella lotta rifiutando qualsiasi mediazione a ribasso, si trovano costrette ad inseguire una pacificazione sociale che è sempre più difficile mantenere.

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