Il tipo si è subito premurato, infatti, di garantire la corresponsione di quanto ancora dovuto ai lavoratori, sulla base della busta paga, per il 10 di agosto, in subordine ed in forza del vincolo solidale, qualora la cooperativa avesse per quella data difficoltà a reperire la liquidità necessaria.
Sono 700 euro a testa a saldo delle due mensilità, giugno e quattordicesima, tenuto conto che nel frattempo i precedenti acconti erano stati integrati nei giorni dello sciopero con altri di 2/300 euro; a questi 700 euro vanno aggiunti i 200 euro di indebito prelievo a titolo di prestito infruttifero operato dalla cooperativa, per un totale di 900 euro ( e solo per i 9 scioperanti, i crumiri invece …aspettano).
Il ritiro delle lettere disciplinari, copiosamente piovute in costanza di sciopero, può essere considerato un altro obbiettivo raggiunto, mentre resta ancora sospesa la reintegra di Alfredo, licenziato lo scorso venerdì 27 luglio, e presente all’incontro in qualità di rappresentante sindacale.
Il che è già un bel segno, visto che nessuno ha fiatato sulla sua presenza, essendo licenziato, ma a nostro avviso, lo è ancora di più l’apertura in tal senso della committente che, anche se nulla al riguardo poteva eccepire, ha contribuito a rasserenare gli animi e propiziato un atteggiamento più possibilista sul punto da parte della cooperativa, suo datore di lavoro, dopo che questa aveva manifestato una iniziale, pervicace ed intransigente chiusura. La questione è stata rimessa a futuri incontri, che la stessa cooperativa si è affrettata a fissare subito dopo il ferragosto, come a dire intellegenti pauca. A tutto ciò si aggiunge una messa a nuovo del magazzino, un rinnovo/manutenzione delle attrezzature, muletti compresi, la predisposizione della cassetta dei kit di pronto intervento in caso di incendio…..Sono piccoli importanti miglioramenti dell’ambiente e delle attrezzature di lavoro nella direzione di una maggior attenzione per il problema della sicurezza, ma è soprattutto un sintomo evidente della inversione di tendenza sulla questione, a significare che il magazzino non sarà più come prima, terreno di esercizio della protervia di capi e capetti, anche perchè hanno addosso una sequela di denunce molto pesanti in tal senso.
I lavoratori erano abbastanza soddisfatti e quel che più conta, hanno maturato, per la prima volta, una esperienza di lotta vincente, vista la prospettiva (stavano per essere buttati fuori tutti prima dello sciopero ) da utilizzare per il futuro, con modalità diverse, anche endoaziendali…..
………..e Bartal, il lavoratore marocchino, può finalmente andare al paese per sposarsi.