InfoAut
Immagine di copertina per il post

A Torino oltre cinquemila persone attraversano la città in solidarietà a George Floyd

||||

Un corteo come quello di ieri non aveva mai attraversato le strade di Torino. Un corteo selvaggio di seconde generazioni, giovani immigrati e studenti, spinto da interventi infiammati, mosso dalla rabbia e dall’entusiasmo.

Chi ogni giorno non può attraversare quelle stesse strade senza essere scrutato con sospetto e indignazione, senza essere fermato e intimidito dalla polizia, ieri si è ripreso lo spazio che gli è negato. Centinaia di giovani immigrati africani e centinaia di ragazze e ragazzi di seconda generazione hanno guidato il corteo per le strade della città, attravarsando centro e periferia e concludendo la giornata con una festa ai giardini reali. Decine e decine di persone hanno preso il microfono, incendiando la folla da un impianto montato su un carrello trascinato e sostenuto dalle braccia di dozzine di persone. Continui interventi, cori e musica hanno risuonato per cinque ore, mentre cinquemila persone attraversavano la città, mentre il temporale scaricava sul corteo una pioggia battente, mentre le camionette della polizia arretravano dopo ogni tentativo di bloccare il passaggio, mentre lo striscione “WE CAN’T BREATHE” veniva issato sulla facciata del comune di Torino in piazza Palazzo di Città, mentre il corteo attraversava i ponti sulla Dora, mentre l’ufficio immigrazione della questura di Torino veniva assediato per chiedere il permesso di soggiorno per tutte e tutti. La rabbia per l’omicidio di George Floyd, la rabbia per il razzismo subito ogni giorno per le strade della nostra città ha dato a questa giornata una carica incontenibile.

{youtube}jj1OJ1Lks0w{/youtube}

NO JUSTICE NO PEACE!

Nessuno avrebbe potuto dire cosa ci aspettava in quella piazza.

Certo pochi tra noi credevano che tutto si sarebbe svolto secondo il programma ufficiale della giornata, e certo qualcuno ha immaginato quali potessero essere degli altri orizzonti.

Ma erano anni che non si vedeva una piazza capace di autogestirsi così, mettendo in atto pratiche di lotta determinate e spontanee, dimostrando la consapevolezza della propria forza, dei rapporti di forza presenti. Far indietreggiare la polizia con la forza dei propri corpi, come di fronte al commissariato di Piazza Carlina ed in via Milano, salire sulle statue di Palazzo di Città ed issare lo striscione. Salire su quella stessa statua che ritrae un crociato soggiogare un moro. Trasformare i portici del Comune in una dance hall. Aspettare la fine del temporale e ripartire. Camminare per quattro ore. Ballare e twerkare in faccia ai celerini costretti a schierarsi in difesa dell’ufficio immigrazione della questura.

Eppure secondo gli organizzatori ufficiali, autonominatosi “Black Lives Matter-Torino”, le cose non sarebbero dovute andare così.

Un sit-in, una flash mob, finire con un comizio e poi tutti a casa, nel rispetto della legalità e delle indicazioni della questura. Questo il programma ufficiale.

102898229 2068796829931527 4825626179791232732 o

Appena la piazza si è messa in moto, puntualmente gli organizzatori si sono dissociati, condannando la manifestazione non autorizzata. Dati i presupposti, tale presa di posizione non ci ha stupito. Ci dispiace per loro, per essersi preclusi la possibilità di partecipare a questa giornata storica. Ed allo stesso tempo non possiamo che riconoscergli il merito di aver lanciato la flashmob, di aver creato un momento come quello che abbiamo vissuto tutti insieme in Piazza Castello, una Piazza Castello piena da un capo all’altro.

Per otto lunghissimi emozionanti minuti in migliaia abbiamo rispettato il silenzio in memoria di George Floyd, alzando il pugno.

Sono poi seguiti gli interventi, forti nel parlare della propria vita, della violenza del razzismo e della discriminzione, della rabbia e della volontà di lottare. In tanti hanno parlato, e se conoscevamo le ragazze del Collettivo Ujamaa e gli occupanti dello Spazio Popolare Neruda, e potevamo aspettarci la forza dei loro interventi, non abbiamo potuto che emozionarci nel sentire prendere parola decine di ragazze e ragazzi di seconda generazione, decisi e determinati a farla finita con il razzismo una volta per tutte. E infine ci siamo emozionati quando dall’impianto è stato lanciato il corteo, e migliaia di persone hanno deciso che quella giornata non si sarebbe conclusa lì.

{youtube}okQdBgSeYyw{/youtube}

Erano le quattro, abbiamo finito di camminare alle otto e mezza.

Questa giornata ci lascia poi alcuni elementi fondamentali da analizzare e su cui ragionare.

In primo luogo, la forza della giornata di ieri conferma la lotta al razzismo come una delle questioni fondamentali del nostro tempo. Le dozzine di persone che hanno preso parola hanno parlato della violenza della polizia, del ricatto dei documenti, dei CPR, del suprematismo bianco nascosto nell’innocente credenza che non esistano italiani neri, decine di cori hanno scandito slogan decisi contro la polizia, e in migliaia, neri e bianchi, abbiamo scandito assieme il nome di George Floyd.

In secondo luogo, ieri si è rotto il processo di compressione dello spazio pubblico che ci ha tolto il fiato durante i mesi passati. Ad agire questa rottura sono stati i soggetti che più in assoluto vivono la quotidianità della segregazione su cui si costruisce la geografia razziale delle nostre città, che più in assoluto sono sorvegliati mentre attraversano lo spazio urbano. Ma rabbia ed entusiasmo non mancavano nemmeno alle migliaia di giovani che si sono subito uniti al corteo.

In terzo luogo, la giornata di ieri pone con urgenza la necessità di individuare una prospettiva e di una progettualità politica che prenda atto dei precedenti due elementi.

102880881 2068796969931513 4262795359783985898 n

Dobbiamo interrogarci su quale ruolo assumere. Come la giornata di ieri ha dimostrato, a volte una forzatura è fondamentale. Dobbiamo quindi trovare il modo di orientare le energie sprigionate ieri nel supportare le lotte antirazziste che attravarsano i nostri territori, trovare il modo di orientare questa energia nel supportare i processi di autorganizzazione e resistenza che ogni giorno i soggetti razzializzati mettono in campo tanto nei conflitti urbani quanto nelle campagne, spesso nel completo isolamento. Dobbiamo evitare che le lotte antirazziste tornino ad essere isolate, e riconoscere invece la capacità di queste lotte di parlare a moltissimi. Ma parlare non basta. Dobbiamo trovare il modo di trasformare queste energie in nuove lotte che sgretolino pezzo dopo pezzo la materialità del razzismo.

Proprio per questo lo Spazio Popolare Neruda e il collettivo Ujamaa hanno lanciato un’assemblea pubblica a Porta Palazzo per giovedì 11 giugno alle 17, al fine di ragionare assieme sulle lotte antirazziste oltreoceano e su quelle in Italia.

{mp4}22221{/mp4}

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

antirazzismoI CAN'T BREATHEtorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Crollo alle Vele di Scampia: fate presto!

Condividiamo di seguito il comunicato del Comitato Vele Di Scampia 167 dopo il terribile crollo che ha provocato la morte di due giovani e il ferimento di 13 persone tra cui sette bambini ed la gestione vergognosa dei soccorsi. Solo ora, al termine di una giornata difficilissima e dolorosa riusciamo a scrivere queste poche righe. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

‘Geronimo’ Bini: la sua lotta per un mondo (e una Cremona) migliori

Riceviamo e pubblichiamo volentieri… La storia la scrivono i vincitori.  Ma la storia la fanno anche i perdenti. Poi ci sono gli indolenti che non sono né vincitori, né perdenti.  Poi c’è il revisionismo che mischia le carte. Rende i vincenti un po’ meno vincenti e i perdenti un po’ meno perdenti e quasi sempre […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Il profilo del non votante è sempre più connotato sul piano sociale” L’analisi dei flussi elettorali con Marco Valbruzzi

“Il profilo del non-votante non è connotato sul piano politico-ideologico, invece è connotato sempre di più sul piano sociale“.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“CASE IN RIVOLTA” – Bollettino delle lotte abitative

Terzo numero del bollettino delle lotte abitative “Case in Rivolta”, che lancia la settimana di mobilitazione collettiva diffusa a livello nazionale durante la settimana del 20 -26 maggio 2024.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.

E’ uscito un appello firmato a nome di quattordici personalità nell’ambito della sanità e della scienza per tutelare il servizio sanitario nazionale, qui è possibile leggerne il contenuto.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgomberi al Quarticciolo. In borgata nessuna persona resta sola.

Ieri mattina 3 famiglie della borgata sono state sgomberate da ATER e dalla Prefettura di Roma. Una ragazza incinta, una donna sola con due figli, persone in attesa di una casa popolare da decenni. Persone che abitano in quelle case dal 2002. Persone che pagano la colpa di non potersi permettere una casa. Non veniteci […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il Fentanyl e la dolorosa condizione umana

Il dilagante consumo di fentanyl negli Stati Uniti rappresenta certamente «un dramma americano», come si legge negli ultimi due anni sui quotidiani

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando tagliava l’erba risparmiava i fiori. Le parole della madre di Stefano

Sono rimasta molto colpita dall’enorme affetto che in questi giorni tutti mi hanno dimostrato e voglio ringrazio tutti. Il legame con Stefano era totale, in simbiosi, a lui avevo trasmesso tutto, purtroppo anche le mie allergie, i problemi di tiroide.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorni di protesta nelle carceri italiane

Sono giorni di proteste nei penitenziari italiani, da Trieste a Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tempo delle elezioni e tempo della rivolta.

Alla luce di alcuni momenti di mobilitazione degli ultimi giorni a cui abbiamo avuto occasione di partecipare, raccogliendo testimonianze e punti di vista, proviamo a tratteggiare qualche considerazione sull’attuale situazione in Francia.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Appunti su sfruttamento, razzismo e lotte in corso.

Senza contratto, un macchinario gli stacca il braccio e il padrone lo abbandona sul ciglio della strada con la sua mano a fianco appoggiata su una cassetta. La moglie che urlando chiede soccorsi. Si conclude così la vita di un giovane operaio indiano, tra le strade della provincia di Latina, i campi sterminati fino alla fine dell’orizzonte. 

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Mantenere il sangue freddo, rimanere strategici, definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, acquisire forza, puntare al 2027.

Abbiamo tradotto questo contributo di Houria Bouteldja apparso su QG Décolonial per continuare ad approfondire quanto sta accadendo in Francia in merito alla costituzione di un nuovo Fronte Popolare per le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

A cosa servono le scorte? Un caso esemplare a Torino

Come sempre all’avanguardia, a Torino si è sperimentata negli anni un’ulteriore funzione importante della scorta, quella di volano per il sovradimensionamento, sul piano dell’ordine pubblico, dei fenomeni legati alla conflittualità sociale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla colonia, alla fabbrica, ai quartieri popolari: l’antirazzismo politico in Francia. Intervista a Said Bouamama

Abbiamo realizzato questa intervista a Said Bouamama ad aprile 2024 durante il Festival Altri Mondi – Altri Modi tenutosi al centro sociale Askatasuna a Torino, quando il movimento per la Palestina, perlomeno a Torino, era in una fase diversa, potremmo dire agli albori, da quella che sta attraversando in questi mesi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Quella di ieri è stata una giornata di lotta potentissima per l’Intifada studentesca!

Siamo partitə da Palazzo Nuovo occupato con un corteo di 2000 persone che si è ripreso le strade della città alzando il grido “Palestina libera”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ilaria Cucchi, visita a sorpresa a Palazzo Nuovo. Noi chiediamo di più.

Un pomeriggio movimentato quello appena trascorso. Infatti tra un’assemblea e un pranzo collettivo abbiamo visto comparire numerose forze dell’ordine nei pressi di Palazzo Nuovo e schierarsi a difesa di un imbarazzante banchetto della Lega per “ridare l’università agli studenti”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Unito: la vergogna delle esternalizzazioni crea precarietà alle lavoratrici.

Nel lottare per la liberazione del popolo Palestinese non vogliamo chiudere un occhio davanti allo sfruttamento dei lavorator3 esternalizzat3 di Unito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Broadcast 4 Palestine.

Speciale Info in diretta da Palazzo Nuovo occupato.