InfoAut

La Lega ha fatto “il botto”

Cronaca di una perquisizione nel “profondo nord”.

di Lorenzo Carrieri *

Nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 dicembre alcune persone hanno fatto esplodere, davanti alla sede della Lega Nord di Gemonio, in provincia di Varese, un paio di petardi artigianali. Gemonio è (ahimè) tristemente famosa per essere il luogo dove il segretario della Lega Bossi ha la sua abitazione, ed è una delle roccaforti leghiste della provincia varesina.

Il mattino seguente all’esplosione di questi petardi, di cui solo uno è deflagrato distruggendo la vetrata principale della sede leghista, il ridente paesello si è svegliato al centro dell’attenzione del mainstream nazionale, con troupe di tutte le emittenti televisive e i cittadini, stupiti di tanta attenzione rivolta, che facevano a gara per rilasciare dichiarazioni di ogni sorta e con polizia e carabinieri che militarizzavano velocemente la via centrale del paese, dove si trova la sede, con posti di blocco. In quel momento era già scattata la caccia al pericoloso nemico “interno”, con i militanti leghisti e la Questura di Varese che facevano a gara a chi la sparava più grossa: la fantomatica “bomba” (già si era passati dall’esplosione di un petardo ad una vera e propria bomba) era stata piazzata dagli “anarchici insurrezionalisti” della provincia.

All’alba di venerdì 31 dicembre scattano le prime perquisizioni ordinate dal PM: vengono perquisite le abitazioni di persone considerate, dalla magistratura e dalla Questura, vicine all’area antagonista e anarchica. A casa del sottoscritto la Digos si presenta alle cinque e trenta del mattino, con mandato di perquisizione alla ricerca di “armi ed esplosivi”, manco fossi il bombarolo che canta De Andrè: la perquisizione dà esito negativo, ma per giustificarla fanno alcune foto a degli adesivi anti-fascisti in camera mia. Oltre a casa mia, la Digos si presenta a casa di alcuni compagni della provincia da me conosciuti con cui ho condiviso un percorso politico anni addietro, naturalmente uscendo a mani vuote anche da queste perquisizioni. Inoltre la Polizia si reca a casa di uno dei miei più cari amici (estraneo a qualsiasi percorso di lotta politica) in quanto “persona informata dei fatti“, perquisendo casa sua senza uno straccio di mandato avendo “fondato sospetto di detenzione abusiva di armi ed esplosivi”. A casa sua la Digos sequestra forbici da potatura (normale, dato che fa il giardiniere), bossoli esplosi di fucile (normale, dato che il padre andava a caccia), guanti da lavoro (normale, dato che lavora!), bombolette spray (normale, visto che nel tempo libero ama fare writing nei posti abbandonati) e alcuni petardi (normale, dato che era il 31 dicembre!): insomma, secondo la Questura, il ritratto perfetto del pericoloso “anarchico attentatore” della sede della Lega.

Dopo avergli sequestrato tutto ciò la Digos lo porta in Questura a Varese: nel percorso da Gemonio a Varese, viene sottoposto ad una serie di domande e pressioni psicologiche riguardanti la nostra amicizia e la mia persona. La Polizia tenta, in ogni modo, di estorcergli dichiarazioni sulla mia responsabilità diretta e/o partecipazione con altri e con lui all’esplosione della sede leghista, arrivando addirittura a paventare l’idea che lui stia coprendo il sottoscritto. (Le frasi di circostanza sono: “ dì la verità dai sei stato tu con il tuo amico criminale!“, “siete amici da una vita, sicuramente ti ha detto che la bomba l’ha messa lui e non ce lo vuoi dire”, “il tuo amico sta a Torino a fare casino coi centri sociali, diccelo che è stato lui” e così via). Non trovando riscontro le loro pressioni e minacce, la Digos decide di non convalidare il fermo, vista la mancanza di prove a suo carico, ma scatta la denuncia per possesso illegale di armi (le famose forbici da potatura!). Oltre a lui, carabinieri e polizia denunciano altri due giovani di Gemonio, convalidando l’arresto per uno di loro perché trovato in possesso di un circuito elettrico “sospetto” (strano per uno che fa l’elettricista!).

Nel pomeriggio del 31 la Questura tiene una conferenza stampa (che definire farsa è un complimento) dove rivendica il suo operato in toto e dove gli elementi di prova contro le persone perquisite sono costituiti da una bandiera dei pirati, un circuito elettrico, due forbici da potatura e qualche bomboletta spray per murales: non c’è che dire, prove schiaccianti! E’ notizia di oggi che il GIP decide la scarcerazione per mancanza di prove a carico del ragazzo in carcere, definendo il suo arresto “illegittimo”.

Dopo aver sottoposto un ragazzo incensurato di 21 anni al carcere, altre persone a perquisizioni umilianti e arbitrarie senza mandato, dopo che le famiglie di questi ragazzi sono state definite “padane e leghiste” da Bossi e sfruttate ai fini elettorali, quale altra sparata dovremmo aspettarci dalla Lega Nord e dalla Questura di Varese nella loro gara a chi la spara più grossa?
 
 
* Studente universitario a Torino, nato e residente a Gemonio. Tra i perquisiti dopo i petardoni contro la sede della Lega Nord

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Free Shahin! Appello alla mobilitazione

Apprendiamo con grande preoccupazione del mandato di rimpatrio emanato dal ministro Piantedosi su richiesta della deputata Montaruli nei confronti di Mohamed Shahin, compagno, amico e fratello.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ramy: a un anno dall’inseguimento mortale dei carabinieri Milano non dimentica

A Milano lunedì 24 novembre, si ricorda Ramy Elgaml, giovane ucciso al termine di un inseguimento di ben 8 km da parte dei carabinieri tra viale Ripamonti e via Quaranta, un anno fa; schianto che portò anche al ferimento, grave, di un altro giovane, Fares Bouzidi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: Mohamed Shahin libero subito!

Ripubblichiamo e diffondiamo il comunicato uscito dal coordinamento cittadino Torino per Gaza a seguito della notizia dell’arresto di Mohamed Shahin, imam di una delle moschee di Torino che ha partecipato alle mobilitazioni per la Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso di Ahmad Salem, in carcere da 6 mesi per aver chiamato alla mobilitazione contro il genocidio

Ahmad Salem è un giovane palestinese di 24 anni, nato e cresciuto nel campo profughi palestinese al-Baddawi in Libano, arrivato in Italia in cerca di protezione internazionale e che dopo il suo arrivo, si è recato a Campobasso per presentare richiesta di asilo politico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.