Vergognose le posizioni dell’azienda ieri al tavolo. Chiusura totale davanti alle richieste delle rappresentanze sindacali. Chiusura addirittura sulla richiesta di registrazione dell’orario di lavoro con un badge. Chiusura anche sulla richiesta di ricondurre nell’ambito di quello che prevedono le leggi i trattamenti economici a titolo di trasferta.
In questa storia appare chiara tutta la microviolenza ed ipersfruttamento che si annida in un settore lavorativo scarsamente regolato.
Due note aziende della logistica sono state recentemente poste sotto inchiesta giudiziaria per le condizioni di sfruttamento in cui versano i propri dipendenti. Cosa ci racconta questa vicenda?
Un’inchiesta di Report ha scoperchiato il vaso di pandora mettendo insieme vicende in parte note sulla vita imprenditoriale di Daniela Santanchè: alti guadagni per i manager, lei ed ex consorte, dipendenti licenziati che attendono ancora il pagamento di fine rapporto; cene regali per chi comanda e fornitori finiti sul lastrico con buona pace del made in Italy, ipotesi di falso in bilancio, scatole cinesi e impiegati che lavorano mentre sono in cassa integrazione.
Prosegue da due settimane la lotta dei lavoratori impiegati nei magazzini di “Mondo Convenienza” di Campi Bisenzio (FI) nonostante i ripetuti sgomberi violenti di polizia che ormai si susseguono ogni mattina da una settimana per permettere il passaggio delle merci bloccate da un picchetto sostenuto dal Si.Cobas.
La brutale realtà lavorativa dei magazzini di Amazon, fatta di ritmi insostenibili, tattiche antisindacali aggressive e sorveglianza digitale, non è più un mistero, come testimoniato da numerose inchieste giornalistiche.
C’è un conflitto tra fornitori di manodopera che pagano i lavoratori a ore – come da contratti stipulati – e l’azienda con la quale i fornitori hanno accordi di produzione legati alla quantità di carne lavorata, di conseguenza l’aumento dell’intensità di lavorazione è giustificato per il raggiungimento di quel tot di produzione necessario a pagare i dipendenti.
“Le manovre della digos e della magistratura non fermeranno un avanguardia di lotta che è presente ovunque, in porto, in città, a livello internazionale. Se la loro risposta è la repressione la nostra è e sarà lotta dura. Solidarietà per tutti gli indagati”
Diverse centinaia di persone hanno partecipato all’assemblea popolare a difesa del reddito di cittadinanza e per la sua estensione che si è tenuta venerdì nel pieno centro storico di Napoli presso il cortile di Santa Chiara vicino Piazza del Gesù.
Cosa rimane della “democrazia” se una sindacalista rischia sei mesi di carcere per ogni volta che osa mettere piede in una zona industriale?