Si moltiplicano le iniziative solidali in favore di Tiziano, il compagno dello Spazio Sbago di Urbino malmenato e arrestato dalle forze dell’ordine durante la manifestazione per la Palestina e il Libano del 5 ottobre a Roma.
Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.
Comunicato sulla piazza nazionale del 5 ottobre a Roma di Giovani Palestinesi d’Italia – GPI e Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP.
La ricostruzione dei fatti avvenuti sabato 5 ottobre e che ha visto coinvolti gli attivisti della Rete Bergamo per la Palestina
Più di diecimila persone ieri hanno raggiunto la Capitale per manifestare il fermo sostegno alla Palestina e al Libano sotto attacco da parte di Israele nella complicità internazionale.
Manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano lanciata da Giovani Palestinesi d’Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese per sabato 5 ottobre 2024 a Roma (ore 14, piazzale Ostiense – metro Piramide).
Fatichiamo a comprendere il dibattito che si è aperto in vista del corteo del 5 ottobre contro il genocidio in corso a Gaza.
In Libano continua l’attacco da parte di Israele che ha adottato la stessa narrazione impiegata per “giustificare” agli occhi della comunità internazionale il genocidio nella Striscia di Gaza, la retorica secondo cui l’offensiva avrebbe l’obiettivo di colpire i membri delle organizzazioni di Hezbollah per estirpare il “terrorismo”.
Dopo le prime esplosioni di migliaia di cercapersone in dotazione a membri di Hezbollah avvenute in Libano, un’ulteriore ondata di esplosioni in contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche in Siria.
Mentre l’Asse della Resistenza dell’Asia occidentale cerca di indebolire l’esercito, l’economia e la sicurezza di Israele, una manciata di Stati arabi e la Turchia si sforzano segretamente di rafforzare Israele e rifornire la sua guerra a Gaza. Questo è il nuovo “Asse della Normalizzazione” della regione.