Gli esiti delle elezioni europee in Germania si iscrivono in una tendenza generale di un’Europa belligerante in crisi, aprono la via alle destre più estreme, cancellano le poche illusioni rimaste rispetto alla rappresentanza.
Debacle totale per il falco Macron che ha passato gli ultimi mesi di campagna elettorale a spingere sul terreno del conflitto aperto con la Russia. Alexandre De Croo, primo ministro liberale del Belgio è dimissionario e in Germania, il grande malato d’Europa, l’ultradestra di AfD sorpassa i socialisti di Sholz.
Un blocco anticapitalista, berretti blu per riconoscersi, una rapida avanzata per rompere le linee di polizia: questo è ciò che è avvenuto venerdì 10 maggio in Germania, intorno a una gigantesca fabbrica Tesla vicino a Berlino.
Più di mille manifestanti ambientalisti hanno poi nuovamente manifestato sabato 11 maggio contro i piani di Tesla di espandere la sua fabbrica di auto elettriche..
La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.
Dopo le mobilitazioni degli agricoltori in Germania il movimento si estende in Francia, in particolare nella regione dell’Occitanie. Bloccata la A64 a Carbonne, i blocchi si moltiplicano a macchia d’olio intorno a Tolosa nella Haute-Garonne, bloccata anche l’autostrada A20 di Montauban.
Tra sabato e domenica in diverse città della Germania si sono riunite centinaia di migliaia di persone per manifestare contro il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AFD).
È caos in Germania, dove è esplosa la protesta dei coltivatori contro il governo Scholz.
La polizia di Berlino ha agito mercoledì contro il gruppo femminista Zora, legato a Young Struggle. Gli agenti hanno perquisito sei appartamenti e due locali in diverse zone di Berlino, tra cui un caffè femminile a Neukölln.
Mentre Israele perpetua un genocidio continuando a bombardare ininterrottamente la Striscia di Gaza, manifestazioni in tutto il mondo avvengono a sostegno della Palestina e contro la violenza cieca di Israele. Queste, spesso, vengono represse dalle autorità locali e dai governi, soprattutto quelli occidentali.
Il 23 settembre, centinaia di attivisti hanno occupato i tubi del gasdotto sull’isola di Rügen, nel Mar Baltico. Il governo intende installarvi dei terminali per il gas, suscitando l’ira dei residenti locali e dei rappresentanti eletti.