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Alcune Poesie di José Martí

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José Julián Martí Pérez (L’Avana, 28 gennaio 1853 – Rio Cauto, 19 maggio 1895) è stato un politico, scrittore e rivoluzionario cubano.

Fu un leader del movimento per l’indipendenza cubana; a Cuba è considerato uno dei più grandi eroi nazionali. Josè Martì, eroe dell’indipendenza di Cuba, morì combattendo contro i colonizzatori spagnoli.

La rosa bianca

Coltivo una rosa bianca
In luglio come in gennaio
per l’amico sincero
che mi dà la sua mano franca
per chi mi vuol male e mi stanca
Questo cuore con cui vivo
cardi nè ortiche coltivo
coltivo una rosa bianca.

Le scarpette rosa

C’è un bel sole, onde di schiuma
e sabbia fine e Pilar
vuole andare a sfoggiare
il suo cappellino con la piuma
“Guarda che bimba divina”
grida il padre e poi la bacia
“Vai libera passerottina
e riportami la sabbiolina!”
“Io vado con la mia bambina”
Dice la mamma premurosa.
“Ma non macchiare con la sabbia
le tue scarpettine rosa!”
Andarono nel giardino,
nel vialetto con il tiglio,
la mamma colse una rosa
e Pilar scelse un bel giglio.
Lei è pronta per il gioco
con cerchio, secchio e paletta.
Il secchio è color violetta
e il cerchio è color del fuoco.
Vengono a vederle passare,
nessuno le lascia partire.
La mamma si mette a ridere
ma un vecchio si mette a piangere.
L’aria fresca spettina
Pilar che viene e va
e spiritosa domanda “Mamà!
ma tu lo sai chi è una regina?”
E se torneranno di sera
dalla riva del mare,
per la mamma e per Pilar
papà il calesse manderà.
La spiaggia è proprio bella.
Tutto il mondo si incontra lì.
Porta gli occhiali la nonna
della francesina Magalì
C’è Alberto il militare
che ha guidato la processione
con il tricorno e il bastone
e ha spinto una barca nel mare.
Che cattiva Maddalena
con i suoi nastri e nastrini
che sotterra quella povera
bambola senza i piedini!
Conversano là sui cuscini
sedute con i cavalieri
le signore come fiori
all’ombra degli ombrellini.
Però con quel modo di fare
è tanto serio e triste il mare.
È più allegro laggiù,là avanti,
dove vanno tutti quanti!
Si dice che il mare canta
meglio laggiù, nel popolare.
e che la sabbia è più bianca
dove le bimbe sole possono stare.
Pilar corre dalla sua Mamà:
“Mamà, io sarò buona, tanto buona,
Lasciami andare sola sulla riva
Laggiù dove mi vedi, un pò più in là…”
“Questa bambina capricciosa!
Tutti i giorni mi fa arrabbiare!
Vai, ma sta attenta a non sporcare
quelle tue scarpettine rosa!”
Le giunge ai piedi la schiuma.
Gridano allegre tutte e due.
Se ne va dicendo “Addio!”
Quella con cappellino con la piuma.
Va laggiù molto lontano
dove l’acqua è più benefica,

dove si siedono i poveri
dove si siedono i vecchi.
Andò la bambina a giocare,
la spuma bianca calò
e passò il tempo e passò
un aquila sopra il mare.
E mentre il sole tramontava
dietro la duna dorata
giunse zitto un cappellino
che sulla sabbia camminava.
Fatica tanto, fa fatica
a camminare… ma che cos’ha
Pilar che cammina così, cos’ha
che viene a testa bassa sino qua?
Lo sa bene la bella Mamà
Perchè fatica tanto ad andare:
“Le tue scarpette rosa Pilar?
Dove le hai messe? Dimmelo già!”
“Ahi cattiva! ma dove saranno?
Dimmi dove, Pilar!” “Signora”
Dice una donna piangendo,
“Sono qui! Guardi! Qui stanno!”
“Io ho una bimba malata
che piange nella stanza oscura
e la porto sulla riva del mare
a vedere il sole, a riposare.
Ieri notte sognò e sognò
con il cielo e udì un canto.
mi ha fatto paura, ne ho pianto
l’ho portata e s’addormentò.
Con quei minuti braccini
stava come abbracciando
e io guardando e guardando
quei suoi scalzi piedini.
Mi giunse vicino la schiuma,
alzai gli occhi e vidi
questa bambina davanti a me,
col suo cappellino con la piuma.
“Sembra proprio come dipinta
la tua bambina. Sembra finta.
Vuole giocare?” “Volesse!”
“Perchè non ha le scarpette?”
La guardò, le prese le manine,
i freddi piedini le toccò.
“Oh, prendi le mie scarpine!
Io ne ho tante! Troppe ne ho!”
“Non so bene bella signora
Che cosa è successo allora.
Su quei nudi piedini le pose
quelle scarpette come due rose.”
Si videro apparire i fazzoletti
Di una russa e di un’inglese
e la nonna di Magalí
si tolse gli occhiali lì per lì.
La Mamà aperse le braccia
e strinse al petto Pilar.
Prese la giacca sciupata
senza nastri, malandata.
Tutto lo vuole sapere
sulla malata la Mamà.
Non vuole sapere che piange
quella donna per la povertà
“Sì Pilar, daglielo e anche quello!
Il tuo mantello, il tuo anello!”
Le diede il denaro, ogni cosa,
un bacio e poi anche la rosa.
Tornano zitte e stanche
alla casa col giardino
Pilar sta seduta sul cuscino
alla destra delle panche.
E dice una bella farfalla
che vide dalla tuberosa
custodire sotto una palla
di vetro le scarpettine rosa.

La prima strofa è tratta dalla raccolta “Versos sencillos” del poeta cubano José Martí pubblicati nel 1891 durante gli anni della guerra di indipendenza di Cuba dall’occupazione spagnola:

Spagnolo

Italiano

Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma.

Sono un uomo sincero
Di dove cresce la palma
E prima di morire voglio
Far uscire i versi dalla mia anima.

Mi verso es de un verde claro
Y de un carmín encendido,
Mi verso es un ciervo herido,
Que busca en el monte amparo.

Il mio verso è di un verde chiaro
E di un color rosso acceso,
Il mio verso è un cervo ferito,
Che sul monte cerca riparo.

Cultivo la rosa blanca
En junio como en enero
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca.

Coltivo la rosa bianca
In giugno come in gennaio
Per l’amico sincero
Che mi dà la sua mano franca.

Y para el cruel que me arranca
El corazón con que vivo
Cardo ni ortiga cultivo:
Cultivo la rosa blanca.

E per il crudele che mi strappa
Il cuore con cui vivo
Non coltivo né cardi né ortiche:
Coltivo la rosa bianca.

Yo sé de un pesar profundo
Entre las penas sin nombres:
La esclavitud de los hombres
Es la gran pena del mundo.

Io conosco un dispiacere profondo
Tra le pene senza nome:
La schiavitù degli uomini
È la grande pena del mondo.

Con los pobres de la tierra
Quiero yo mi suerte echar,
El arroyo de la sierra
Me complace más que el mar.

Con i poveri della terra
Voglio dividere la mia sorte,
Il ruscello della montagna
Mi piace più del mare.

Guarda “JOSÉ MARTÍ – Poemas sencillos“:

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