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In morte di Giordano Bruno

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Giovedi’ mattina in Campo di Fiore fu abbrugiato vivo quello scelerato frate domenichino da Nola, di che si scrisse con le passate: heretico, ostinatissimo et havendo di suo capriccio formati diversi dogmi contro nostra fede et in particolare contro la Santissima Vergine et Santi, volse ostinatamente morir in quelli lo scelerato; et diceva che moriva martire et volentieri et che se ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso. Ma hora egli se ne avede se diceva la verita’.

AVVISO DI ROMA LI 19 FEBBRAIO 1600

Giovedi fu abbrugiato vivo in Campo di Fiore quel frate di San Domenico, heretico pertinace, con la lingua in giova per le brutissime parole che diceva, senza voler ascoltar ne confortatori ne altri. Sendo stato 12 anni prigione al S. Officio dal quale fu un’altra volta liberato.

AVVISO DI ROMA LI 19 FEBBRAIO 1600

GIUSTIZIA DI UN ERETICO IMPENITENTE BRUCIATO VIVO

Mercoledi 16 febbraio 1600

A hore due di notte fu intimato alla Compagnia che la mattina si dovea far giustitia di un impenitente; et pero’ alle 6 hore di notte radunati li confortaori e cappellano in Sant’Orsola, et andati alla Carcere di Torre di Nona, entrati nella nostra cappella e fatte le solite orazioni, ci fu consegniato l’infrascritto a morte condennato, cioe’: Giordano del quondam Giovanni Bruni, frate apostata da Nola di Regno, eretico impenitente. Il quale esortato da’ nostri fratelli con ogni carita’, e fatti chiamare due Padri di San Domenico, due del Gesu’, due della Chiesa Nuova e uno di San Girolamo, i quali con ogni affetto et con molta dottrina mostrandoli l’error suo, finalmente stette sempre nella sua maledetta ostinatione, aggirandosi il cervello e l’intelletto con mille errori e vanita’. E tanto persevero’ nella sua ostinatione, che da ministri di giustitia fu condotto in Campo di Fiori, e quivi spogliato nudo e legato a un palo fu brusciato vivo, acconpagniato sempre dalla nostra Compagnia cantando le letanie, e li confortatori sino a l’ultimo punto confortandolo a lasciar la sua ostinatione, con la quale finalmente fini’ la sua misera et infelice vita.

Dal “Giornale” dell’Arciconfraternita di S.Giovanni decollato in Roma

Ho combattuto ed e’ tanto: ritenni di poter vincere… ma natura e sorte studio e sforzi repressero. Ma gia’ e’ qualcosa esser sceso in lotta, poiche’ vedo che in mano al fato e’ la vittoria. Fu in me quanto era possibile e che nessun venturo secolo potra’ negarmi: cio’ che di proprio un vincitore poteva dare; non aver avuto timore della morte, non essersi sottomesso, fermo il viso, a nessuno che mi fosse simile; aver preferito morte, coraggiosa a vita posillanime.

Da: Giordano Bruno, De monade

… Invocato dunque il nome di Nostro Signore Gesù Christo et della sua gloriosissima Madre sempre vergine Maria, nella causa et cause predette al presente vertenti in questo Santo Offitio tra il reverendo Giulio Monterentii, dottore di leggi, procurator fiscale di detto Santo Offitio, da una parte, et te fra Giordano Bruno predetto, reo inquisito, processato, colpevole, impenitente, ostinato et pertinace ritrovato, dall’altra parte: per questa nostra difinitiva sententia, quale di conseglio et parere de’ reverendi padri maestri di sacra theologia et dottori dell’una et l’altra legge, nostri consultori, proferimo in questi scritti, dicemo, pronuntiamo, sententiamo et dichiaramo te, fra Giordano Bruno predetto, essere heretico impenitente, pertinace [et ostinato], et perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche et pene [dalli sacri] Canoni, leggi et constitutioni, così generali come [particolari, a] tali heretici confessi, impenitenti, pertinaci et ostinati imposte; et come tale te degradiamo verbalmente et dechiaramo dover esser degradato, si come ordiniamo et comandiamo che sii attualmente degradato da tutti gl’ordini ecclesiastici maggiori et minori quali sei constituito, secondo l’ordine dei sacri Canoni; et dover essere scacciato, si come ti scacciamo, dal foro nostro ecclesiastico et dalla nostra santa et immaculata Chiesa, della cui misericordia ti sei reso indegno; et dover esser rilasciato alla Corte secolare, si come ti rilasciamo alla Corte di voi monsignor Governatore di Roma qui presente. per punirti delle debite pene, pregandolo però efficacemente che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilatione di membro. Di più, condanniamo, riprobamo et prohibemo tutti gli sopra detti et altri tuoi libri et scritti come heretici et erronei et continenti molte heresie et errori, ordinando che tutti quelli che sin’hora si son havuti, et per l’ avenire verranno in mano del Santo Offitio siano publicamente guasti et abbrugiati nella piazza di san Pietro, avanti le scale, et come tali che siano posti nell’ Indice de libri prohibiti, si come ordiniamo che si facci. Et così dicemo, pronuntiamo, sententiamo, dechiaramo, degradiamo, commandiamo et ordiniamo, scacciamo et rilasciamo et preghiamo in questo et in ogni altro meglior modo et forma che di ragione potemo et dovemo.

dalla SENTENZA, 8 febbraio 1600

Guarda “Giordano Bruno: una introduzione.“:

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pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

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