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Argentina, La Semana Tragica

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QUANDO GLI IMMIGRATI INIZIARONO A RIFIUTARE LE CONDIZIONI DI LAVORO IMPOSTE DAGLI INDUSTRIALI ARGENTINI, A BUENOS AIRES INIZIO’ LA “SEMANA TRAGICA” DURANTE LA QUALE POLIZIA E CITTADINI FACOLTOSI MASSACRARONO MIGLIAIA DI PERSONE, TRA CUI ANCHE BAMBINI

Carne, grano e derivati. L’Argentina forniva questi prodotti al mondo intero che ne voleva, però, sempre di più. Così mentre milioni di persone affamate arrivavano in Argentina tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 le richieste di carne e frumento dagli USA e dall’Europa, intanto, aumentavano.

Grandi proprietari terrieri e industriali capirono che per mantenere quei livelli di produzione avrebbero avuto bisogno di sempre più braccia ma anche di infrastrutture. Per pagarle, quelle infrastrutture, avrebbero risparmiato sulle braccia. I salari non crescevano, a differenza dei loro profitti, e gli immigrati venivano ammassati nei conventillos, agglomerati urbani dove centinaia di famiglie vivevano condividendo un solo bagno.

Con il tempo e l’attivismo dei primi movimenti sindacali le ondate di immigrati che arrivano dall’Europa divennero sempre più coscienti dei propri diritti. Nel primo ventennio del XX° secolo le proteste furono sempre più forti fino a culminare, nel 1919, nella “Semana Tragica”, la settimana tragica. Iniziò tutto alla “Vasena”, un’importante industria metallurgica di Buenos Aires. La richiesta di una paga decente e di almeno un giorno di riposo settimanale, fu rigettata in toto dal proprietario della fabbrica e da tutti gli industriali della capitale argentina, timorosi del diffondersi di questa “insolenza operaia”. Lo scioperò partì dunque alla Vasena e quando gli operai iniziarono a tirare sassi contro i crumiri, raccattati in tutta fretta dai padroni, arrivò la polizia che aprì il fuoco con armi automatiche. Sono i primi morti della Semana Tragica, ai quali ne seguiranno quasi mille durante quei giorni di sangue. E non saranno solo esercito e polizia a sparare ed uccidere.

Arrivò infatti anche la Liga Patriotica, una formazione composta da figli di oligarchi e militari che prese di mira gli operai e gli stranieri. Dirà il suo fondatore Manuel Domecq: “Se ci sono stranieri che abusano della generosità della nostra patria, ci sono patrioti capaci di donare la loro vita in sacrificio contro la barbarie per salvare la civiltà”. Anche grazie all’azione di queste squadracce paramilitari si conteranno circa 1000 morti alla fine della Semana Tragica, tra cui anche lavoratori argentini. Tra i morti Paulina Viviani, una delle vittime più note, uccisa a soli 13 anni dalle milizie, colpita da un proiettile al petto e poi pugnalata al cuore: la sua unica colpa, essere figlia di poveri migranti italiani.

La Semana Tragica ci offre una lezione importante. Quando si tratta di difendere i propri privilegi, le classi dominanti prima dirigono l’odio verso lo straniero, per poi scagliarsi contro tutti coloro che rivendicano i propri diritti.

Fonte Cannibali e Re – Cronache Ribelli

 

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