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Ostia, la carica della gioventù lidense

 Era da nove anni che non si occupava una scuola ad Ostia. Non abbiamo memoria poi di un corteo studentesco con duemila persone al seguito.

Non sono soltanto i licei a scendere in piazza contro le misure del ministro Profumo, questa volta sono gli istituti tecnico-professionali a dare uno slancio importante alla mobilitazione.

Come mai questa novità?

La gioventù Lidense è così esplosiva perchè le conseguenze delle misure di austerity sono sentite in ogni casa. Genitori senza lavoro o in cassa integrazione, difficoltà ecomiche in famiglia che determinano un abbassamento della qualità della vita. Non si tratta quindi di una sterile difesa della scuola pubblica. E’ l’assenza di prospettiva che determina una volontà immediata di attivazione.

Mentre il movimento dell’onda viaggiava sull’idea dell’autoriforma, oggi l’unico dato certo è la rottura di quell’illusorio ascensore sociale che veniva rappresentato dal mondo della formazione.

La scuola e l’università non sono più mezzi che garantiscono un impiego. Gli studenti lo sanno, come sanno di non avere un futuro. Progettano la fuga all’estero piuttosto che pensare agli studi universitari. Non vogliono vivere la prospettiva di lavorare 40 ore a settimana per guadagnare mille euro.

Non è solo l’Europa che ci chiede di tornare in piazza, sono anche gli studenti della periferia a dirci che non è più il tempo di aspettare. Non dobbiamo generalizzare gli scioperi degli altri, piuttosto bisogna provare a generalizzare la ribellione di Spagna, Grecia e Portogallo. La gioventù lidense racconta questa traiettoria.

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