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La ‘marea verde’ invade le piazze della Spagna e della Catalunya

Ieri la giornata più importante per le mobilitazioni messe in campo. Sono stati 3 milioni infatti gli studenti iberici che sono scesi in strada aderendo così allo sciopero, mentre i dati parlano della chiusura del 95% degli istituti a Madrid, Valencia, Barcellona e in Galizia e di un 85% a livello statale. In migliaia quindi hanno sfilato al grido “Scuola pubblica di tutti e per tutti” e “Wert dimettiti!” e numerose sono state le occupazioni di facoltà e rettorati soprattutto a Barcellona e Madrid. Studenti, insegnanti e genitori non solo hanno protestato contro la riforma educativa del Governo che ha significato l’applicazione di numerosi tagli e l’innalzamento delle tasse universitarie già da gennaio, ma anche per gli ulteriori tagli che il Ministro dell’Istruzione ha previsto nel nuovo decreto, la cui approvazione sarà discussa tra il 23 e il 27 ottobre. Ancora oggi sono state portate avanti numerose azioni, mentre si attende la manifestazione a Madrid, che partirà alle 18 dalla stazione Atocha per recarsi alla sede del Ministero dell’Educazione.

Questi tre giorni di sciopero hanno quindi caratterizzato le proteste che sembrano farsi più determinate da parte degli studenti e studentesse, mentre vanno già in direzione di nuove scadenze. Il 14 novembre è stato convocato infatti uno sciopero generale nazionale di 24 ore contro le politiche di austerità del Governo, lo stesso giorno è stato convocato sciopero generale anche in Grecia e in Portogallo. L’attesa quindi è grande per il prossimo sciopero generale, mentre il movimento 25S sta preparando altre giornate di mobilitazioni tra il 23 e il 27 ottobre, alle quali numerosi studenti prenderanno parte. Sul fronte spagnolo non sembrano quindi arretrare di un millimetro le proteste contro il Governo e le sue manovre anti-crisi, anzi sembrano inasprirsi delineando un ampio raggio di agitazione.

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