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Alma Mater, alma speculazione! Impediremo la svendita del patrimonio pubblico!

Denunciamo pubblicamente l’operazione di speculazione a cui l’ente universitario si presta, favorendo la grande abbuffata degli speculatori ai danni degli studenti universitari di Bologna già vessati dal caro-vita, caro-studio, caro-mensa e affitti in nero. Il meccanismo perverso di dismissione del patrimonio pubblico sta distruggendo la società italiana dal sud al nord, e gli effetti di queste politiche neoliberiste iniziano a farsi sentire in termini di sofferenza e dolore sociale diffuso.

Che non ci si stupisca poi se tanta sofferenza e dolore sceglie la strada dell’organizzazione delle lotte e con rabbia si affaccia nelle piazze e nelle strade! Noi che siamo a contatto quotidiano con questa parte della società sappiamo che non è lontana la possibilità che si sollevi contro questo disastro sociale!

UniBo inverti da subito la direzione! Gli studenti e le studentesse di Bologna non accetteranno che venga svenduto sulla loro pelle e su quella della città un patrimonio pubblico, storico e collettivo per gonfiare le tasche di chi è già ricchissimo. A chi regalerete per due soldi via Zamboni e Piazza Verdi? A Unipol? Alla cricca di Oscar Farinetti? A quale altro milionario dovete offrire i servigi?

Come già denunciato pubblicamente il 5 marzo scorso – quando a Palazzo d’Accursio veniva sancito l’accordo Comune-Università sulla ex-Staveco – ancora una volta gli studenti e le studentesse non sono stati presi in considerazione in una operazione estranea alle esigenze di chi vive ogni giorno l’università perché rivolta ai soliti volti noti della speculazione immobiliare. E ora che Unibo cambi direzione e la smetta di ignorare che le indicazioni su come e dove investire i soldi pubblici che gli studenti promuovono dal basso sono l’unica risposta ragionevole e adeguata ai tanti problemi dell’ateneo.

Chiediamo che venga convocato un incontro in cui possiamo incontrare l’università per discutere davvero dei bisogni e delle necessità concrete degli studenti in tempi di crisi. Già nei mesi scorsi Unibo ha chiuso unilateralmente un tavolo di confronto che ragionava proprio su questi temi: caro-mensa, caro-libri, caro-affitti supportato da migliaia di firme. Noi crediamo che dopo l’allarme sulle condizione di vita degli universitari lanciato dalla Garante degli Studenti Dolores Neri – che noi vediamo verificato ogni giorno nelle facoltà e nelle strade della Zona Universitaria – sia questa la direzione da intraprendere. Continuare a ignorare queste istanze scegliendo sempre la via del soldo potrebbe rivelarsi davvero una scelte scellerata per le già precarie condizioni di vita di migliaia di studenti bolognesi.


C.ollettivo U.niversitario A.utonomo – Bologna

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