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Ad ognuno il suo

Dopo la contestazione a Franceschini di qualche settimana fa, nella sera di giovedì è toccato, sempre a Roma, alla ex governatrice del Lazio Renata Polverini. Un gruppo di persone, tra cui molte giovani donne, hanno sorpreso la deputata del Pdl mangiare insieme alla sua cricca di commensali e politicanti vari in un ristorante romano, contestandola.

Una comunicazione chiara quella che si è voluta dare alla Polverini e compagnia: “Mentre voi mangiate, Roma sanguina, senza risorse e senza sanità pubblica”. Un messaggio diretto verso chi ha delle precise responsabilità rispetto alla situazione in cui versa la sanità pubblica della regione e che volente o nolente la ex governatrice deve assumersi e non solo lei, ma più in generale anche la variegata compagnia di chi siede sulle poltrone dei palazzi del potere.

Non servono quindi le arie da vittimista che la rappresentante del Pdl sta ventilando all’indomani della contestazione a lei diretta per raccogliere quella solidarietà scontata e unanime dei “suoi”. Gli stessi che gridano all’episodio di “squadrismo” di cui è stata “vittima”, come chi non conosce altra parola per esprimere invece quella rabbia verso chi priva dei propri bisogni la popolazione.

Più che parlare di “squadrismo” o di cieca condanna del gesto, probabilmente la Polverini -e quelli alla sua stessa stregua- dovrebbe capire che ogni azione comporta una conseguenza, e chi commette l’azione poi dovrà assumersene la responsabilità. E questo, che non è certo una scoperta innovativa, riguarda tutti quelli che come lei sono soggetti a precise imputabilità, individuabili a livello di attuazione politica. Qualcuno evidentemente, trova ancora il modo per ricordare ai diretti interessati queste implicazioni ignorate.

Non si stupiscano quindi se oggi e domani verranno contestati non solo più in piazza e nelle strade, ma in ogni angolo e in ogni città, per ribadire che non sono graditi e che i loro danni, oltre ad essere in molti e molte a non volerli pagare, hanno delle conseguenze che non sono quelle che si aspettano.

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