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La Cassazione conferma il 41bis per Cospito. Il diritto come strumento di vendetta

Ieri la Cassazione ha rigettato l’istanza di revoca del 41bis a cui Cospito è sottoposto.

“Prendiamo atto” si limita a dire rispetto alla sentenza di Cassazione il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, mentre l’avvocato Flavio Rossi Albertini  che ha  presentato ricorso contro il 41bis al quale Cospito è costretto è intervenuto subito dopo la sentenza sostenendo che “dopo la lettura della requisitoria del procuratore generale Gaeta pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda. La decisione dimostra che ci sbagliavamo. Leggendo i pareri favorevoli della Dnaa, Dda e Dap inviati al ministro avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica”.

Cospito intanto ha fatto sapere che non assumerà più gli integratori.

Quanto accaduto ieri non è per nulla un fatto tecnico, nonostante il tentativo da varie parti di ridurre quanto sta succedendo ad una vicenda in punta di diritto per depoliticizzarla. Ciò si evince dai pareri contrastanti emersi sia in sede di decisione ministeriale, sia nella requisitoria del procuratore generale alla Cassazione.

Come affermato dalla campagna Morire di pena i fatti degli scorsi giorni “confermano che sulla pelle di questo detenuto si sta giocando una pericolosissima partita politica, che nell’immediato può avere come effetto la creazione di una tensione capace di giustificare dei nuovi interventi “eccezionali”, partendo dalla costruzione ad arte di un nemico pubblico (lo “spauracchio anarchico”) e che su un più largo respiro è indiscutibilmente legata con una ferma indisponibilità da parte della politica e di una parte della magistratura a mettere in discussione la barbarie del 41bis, il cosiddetto “carcere duro”.”

Il 41bis è il massimo strumento di dominio dei corpi che la governarce via stato d’eccezione continuo ha elaborato e, nonostante la sua disumanità, diventa un simbolo di questa forma di governo, che se cade può aprire la discussione sull’intero corredo di brutalità e di polvere nascosta sotto il tappeto del sistema penale della nostra società.

Per  Cospito, ha prevalso la “ragion di governo”, uniformandosi la sentenza ai diktat del ministro di giustizia Nordio e dell’intero governo Meloni.

Di seguito i commenti e le analisi della decisione ai microfoni di Radio Onda d’Urto:

Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà. Ascolta o scarica

Gaetano Azzariti, Costituzionalista e docente di Diritto Costituzionale all’università La Sapienza di Roma. Ascolta o scarica

Davide Steccanella, avvocato del movimento milanese. Ascolta o scarica

Rispetto alla decisione di Alfredo Cospito di tornare a non assumere integratori sentiamo la Dottoressa Angelica Milia, che lo ha seguito durante il periodo di detenzione a Sassari. Ascolta o scarica

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