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Socrates: ritratto di un campione fuori e dentro il campo

 

Il giorno della sua morte uno stadio intero lo saluterà a pugno chiuso. 

Cresciuto durante la  brasiliana la sua vita è stata segnata dal talento sportivo e dall’attività politica. Capitano del Brasile per diversi anni e con il Corinthians campione per tre volte del campionato Paulista è stato anche in Italia, giocando con la Fiorentina.

Negli anni al Corinthians è stato uno degli artefici della cosiddetta Democrazia corinthiana. Esempio unico nel mondo dello sport professionistico di messa in discussione delle gerarchie interne alla società. Fu così introdotta l’autogestione: le decisioni venivano prese per maggioranza. Votavano tutti, dal presidente ai dirigenti, giocatori titolari e riserve fino ai magazzinieri, e ogni voto aveva lo stesso peso. Sulla maglietta non c’era lo sponsor ma propaganda politica.  Alla Democrazia Corinthiana non bastava la democrazia interna alla squadra. La squadra aveva come obiettivo quello di abbattere la dittatura militare obbligando il governo a istituire le elezioni per la scelta del presidente della repubblica. Un un comizio nel 1984, Socrates, disse che sarebbe rimasto in Brasile se, in parlamento, fosse stato votato un emendamento costituzionale per ristabilire libere elezioni. L’emendamento fu bocciato e il Dottore, uno dei nomi con cui il campione veniva chiamato perchè laureto, arrivò in Italia, a Firenze.

La stagione in Italia non fu fortunata. Torno in Brasile dove continuò il suo lavoro politico per abbattere la dittatura.

Finita la carriera sportiva si dedicò interamente all’attività politica e cultura. Socrates aprì un cinema, il Cauim,  dove si pagava solo all’uscita e secondo le possibilità.

Ha finanziato attiviià culturali in tutto il paese

Si è sempre definito di sinistra e anticapitalista. 

Nel 1983 aveva espresso questo desiderio: vorrei morire nel giorno in cui il Corinthians vince il titolo. Così è stato. Il 4 dicembre 2011, al mattino, prima della partita Corinthians – Palmeiras.

Il minuto di silenzio per lui si è trasformato nel grido di uno stadio intero e a pugno chiuso.

Parliamo della storia di Socrates con Lorenzo Iervolino, autore del libro “Un Giorno Triste così Felice”

Ascolta o scarica l’intervista

DA: RADIO ONDA DURTO

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