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La supercazzola di Renzi a Letta

1. La supercazzola sulla legge elettorale. Renzi ha presentato un tris di proposte (modello spagnolo, Mattarellum, sistema dei sindaci) per non dare alibi a nessuno e procedere all’approvazione di una legge elettorale che una volta in essere potrà togliere anche l’alibi del Porcellum, cosicché il voto anticipato potrebbe concretizzarsi con meno timori. Ma il tris di proposte divide tutto l’arco parlamentare con divisioni anche all’interno del Pd stesso. Difficilmente ci sarà accordo indolore.

2. La supercazzola sulla Bossi-Fini. Con l’occhiolino diretto a sinistra il furbo Renzi vuole abolire il reato di clandestinità e ridurre da 18 a 2 i mesi di permanenza nei Cie. Non è un caso che la polemica sui lager chiamati Cie o Cara sia esplosa in questi giorni per i fatti vergognosi di Lampedusa. Nei Cie sono anni che succedono quelle cose, ma ora il furbetto Renzi ha bisogno di mostrare una rinnovata etica della politica, con i  media che lo hanno assecondato dando largo spazio allo scandalo dei Cie di Lampedusa. La legge simbolo del centrodestra rischia ora di creare una rottura insanabile col governo anche se si tratta di cambiamenti di facciata che non modificano l’impianto sui flussi migratori o sui diritti,  ma si limitano a togliere una parte di storture inutili, vesssatorie e punitive che la destra aveva inserito nella legge e buttato in pasto al proprio elettorato. La proposta ha anche come obiettivo quello di dividere il popolo grillino, già in passato dimostratosi impreparato ad affrontare questo tema.

3. La supercazzola delle unioni civili. Sempre strizzando l’occhio a sinistra, il furbo Renzi crea un’ulteriore frizione con il centrodestra, oltre che con molti bacchettoni lettiani e cattolici all’interno del Pd. Così come sull’immigrazione, va a colpire a livello simbolico nella pancia dell’elettorato della grande coalizione di governo.

Molti si chiederanno, Renzi è diventato di sinistra? Affatto. Tutta questa politica dell’annuncio è una sua strategia d’immagine per coltivare la sua figura di giovane, efficiente, moderno e coraggioso politico. Sa benissimo che in queste condizioni, con un governo di larga coalizione e di transizione, certe scelte sono dolorosissime e che l’esecutivo non è pronto a farle, pena la propria estinzione. Il borioso fiorentino sa anche che in termini di politiche economiche e finanziarie non può promettere nulla per il futuro, perché lui fa parte di quella nicchia politica che è garante dei poteri forti europei, di Draghi, Merkel e delle banche. Renzi non mette in discussione il fiscal compact, i trattati europei, il tetto del 3% fra deficit e pil e sa bene che la colonia Italia dovrà sottostare ai diktat di Bruxelles: taglio spesa pubblica, privatizzazione di beni e servizi strategici e compressione dei salari per mantenere minimamente competitiva l’economia oltre che una progressiva riforma del mercato del lavoro in termini di facilità di licenziamento e ricattabilità.

In questo contesto non gli rimane che coltivare la propria immagine giovane, risoluta ed al passo coi tempi. Ed ecco allora che le unioni civili e un ritocco alla vergogna dei Cie diventano l’unico terreno dove poter elevarsi e darsi una riconoscibilità nel contesto politico di una mediocre colonia delle periferia europea. Il furbetto Renzi, comunque, un terremoto lo ha già creato quando l’alfaniano Cazzola (a proposito di supercazzole) ha messo in guardia i suoi: occhio a trovare un compromesso sulle unioni civili perché l’Inps non reggerebbe sul potenziale gioco che molti farebbero per ottenere la reversibilità delle pensioni, a questo punto meglio i matrimoni gay. Alfano è quasi svenuto. Formigoni, invece, si è inalberato ed ha tuonato: “Altro che gay e immigrati, pensiamo al lavoro e all’economia. Ci sono altre priorità”. Caro Formigoni, lo sai anche te che le leggi su economia e lavoro le hanno già scritte a Bruxelles e sono figlie del capitalismo liberista di cui sei alfiere. Quindi mettiti comodo e goditi la supercazzola che Renzi sta facendo al suo compagno di partito Presidente del Consiglio.

da Senza Soste

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