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Arquata fra ditte impresentabili, ponte di Vocemola e Terzo Valico

Nei giorni scorsi sono iniziati i lavori di rifacimento del ponte che collega Arquata Scrivia a Vocemola, piccola frazione situata dalla parte opposta dello Scrivia e raggiungibile esclusivamente attraverso quello che tutti gli arquatesi chiamano il ponte di Vocemola. Da anni si parlava della necessità di intervenire per provvedere alla sua messa in sicurezza e da più parti era stato denunciato il pericolo di un suo possibile crollo richiamando alla mente di molti arquatesi la tragedia del 1970 quando a causa della piena dello Scrivia il ponte crollò e un ragazzo rimase ucciso. Così i lavori di demolizione e rifacimento di alcuni tratti del ponte vennero inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche nel triennio 2011 – 2013. L’approvazione definitiva arrivò nell’ottobre del 2013 con il bilancio preventivo 2014. La travagliata vicenda, insieme alla posizione dell’amministrazione comunale allora contraria al Terzo Valico, provocò anche alcuni scossoni interni alla maggioranza consigliare con il Vice Sindaco che diede vita nell’agosto del 2012 con altri tre Consiglieri Comunali a un nuovo gruppo staccatosi da quello uscito vincente dalle elezioni del 2011 che incoronarono per la seconda volta Paolo Spineto Sindaco di Arquata. L’argomento fu anche occasione per richiedere al Ministro delle Infrastrutture Lupi, in occasione di un incontro a Roma inerente la questione Terzo Valico, un contributo per il rifacimento del ponte. Una delle tante poco onorevoli richieste di compensazione per i lavori del Terzo Valico a cui le amministrazioni comunali ci hanno purtroppo abituato.

Nei giorni scorsi si è passati dalle parole ai fatti con l’inizio dei lavori, ma come è risaputo gli occhi dei No Tav – Terzo Valico sono sempre attenti a quello che succede. Il nome di una ditta riportato sulla fiancata di un camioncino impegnato a Vocemola ha attirato immediatamente la curiosità di alcuni militanti. In realtà la cosa era già stata sollevata da un attento lettore di tutto ciò che riguarda gli atti amministrativi del Comune di Arquata ma considerato che il movimento era molto indaffarato in altre questioni nessuno approfondì più di tanto la questione. In questi giorni abbiamo provato a vederci chiaro e a ricostruire la vicenda. Per non farla troppo lunga arriviamo immediatamente al documento del Comune di Arquata datato 21 giugno 2014 in cui si annuncia l’aggiudicazione dell’appalto. Appalto avvenuto con procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara. Trattasi di una procedura di legge particolare secondo cui se occorre eseguire lavori di estrema urgenza risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti è lecito non espletare la normale procedura di appalto pubblico aperto a tutte le ditte coi requisiti in regola per lo svolgimento dei lavori. Sinceramente avremmo qualcosa da ridire sul fatto che l’affidamento di lavori di cui si parla da anni avvenga senza una normale gara d’appalto considerato che questo era un lavoro largamente previsto in anticipo dall’amministrazione comunale. Non contestiamo che oggi ci sia estrema urgenza di eseguire quei lavori e che siano utili per la comunità, ma il fatto che l’amministrazione comunale ci abbia dormito sopra parecchio ha di fatto determinato l’urgenza dell’esecuzione dei lavori. La normativa prevede anche che sia il Comune a scegliere gli operatori economici da invitare a presentare un’offerta per i lavori programmati, “…sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di qualificazione economico finanziaria e tecnico organizzativa desunte dal mercato, nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, rotazione…” Per semplificare è il Comune che contatta direttamente alcune ditte, non sappiamo se attingendo da un apposito albo o direttamente dal mercato (entrambe le procedure ci risultano essere lecite) e gli chiede di presentare un’offerta per eseguire i lavori.

Questo è quello che è stato fatto dal Comune di Arquata che ha chiesto a 20 ditte di presentare un’offerta. Fino a qui tutto bene ma quando abbiamo visto i nomi di alcune di queste ditte abbiamo incominciato a sudare freddo. Fra le altre spiccano:

1. PAOLO BELTRAMI S.P.A.

Ditta di Cremona coinvolta nel maggio del 2013 in un’inchiesta della Procura di Bergamo per un crollo avvenuto nell’ex collegio Baroni dove l’università di Bergamo voleva realizzare un gruppo di aule per il polo umanistico. Il cantiere venne messo sotto sequestro e sia il direttore del cantiere che il capo cantiere della Beltrami S.P.A furono rinviati a giudizio. Indagato anche il titolare della ditta edile Carlo Paolo Beltrami nell’ambito di un’inchiesta inerente lo stesso cantiere per abuso edilizio e falso per induzione che portò nuovamente al sequestro dell’area. Carlo Paolo Beltrami finì nei pasticci anche nel 2007 quando ricopriva l’incarico di Presidente dell’Ance e la sua ditta finì coinvolta in un’inchiesta della Guardia di Finanza di Venezia su un diffuso sistema di spartizione di appalti pubblici.

2. COGEIS S.P.A.

Ditta del torinese, balzata alle cronache per essersi guadagnata insieme alla CMC i lavori per il Tav Torino – Lione. Il proprietario storico (oggi la proprietà è stata trasferita ai figli) è stato un sodale dei signori Bruno Binasco e Marcellino Gavio, entrambi molto conosciuti per le vicende legate al Terzo Valico. Inchieste, arresti, condanne, si trova tutto con dovizie di particolari in questo articolo di notav.info.

3. RUSCALLA RENATO S.P.A.

Ditta dell’astigiano di cui si incomincia a parlare già nel lontano 1994 all’interno di un’inchiestache fece molto discutere perchè vi finì coinvolto anche il fratello del Cardinale Sodano. Renato Ruscalla venne arrestato per tangenti e sempre nello stesso anno finì in un’altra inchiesta della magistratura astigiana. Nuovi guai nel 2008 quando la Finanza accusò diverse ditte di aver truccato gare d’appalto per un valore di almeno due milioni di Euro e sequestrò beni per più di 1 milione e 300.000 Euro alle ditte coinvolte fra cui la Buscalla Renato S.P.A. Nel 2013 l’ex manager della ditta è stato condannato in appello a 1 anno e 10 mesi nel processo chiamato “asfalto sottile”.

4. IMPRESA PIZZAROTTI & C. S.P.A.

Impresa di Parma su cui si potrebbe scrivere svariati libri. Ricordate lo scandalo che travolse il Comune di Parma? Ma la Pizzarotti ha un lunghissimo curriculm che si può leggere in questo articolo. C’è da mettersi le mani nei capelli. Per non farsi mancare nulla sono anche coinvoltinell’opera del TAV Tel Aviv – Gerusalemmenella gestione disumana dei CARA.

5. SOCIETA’ EDILIZIA TIRRENA – S.E.T. – S.P.A.

Ditta spezzina finita sotto inchiesta nel 2010 con l’accusa di aver trasformato una vasca di colmata nel porto di Livorno in una discarica abusiva. Recentemente finita sotto inchiesta e confiscata con l’accusa di aver truccato appalti ed essere una ditta strumentale alla mafia.

6. TECNIMONT CIVIL CONSTRUCTION S.P.A.

Parte del Consorzio Cociv costruttore del Terzo Valico fino al Giugno del 2013 quandoImpregilo ha acquisito il suo 10% di quote. Coinvolta fino a quel momento in tutta la querelle Terzo Valico di cui trovate abbondante testimonianza in questo sito.

7. ITINERA S.P.A.

Come poteva mancare la conosciutissima ditta del gruppo Gavio, impegnata anche nei lavori del Tav in Valsusa? Attore principale dell’operazione Terzo Valico fino a che il gruppo Salini non ha preso il controllo di Impregilo costituendo la Salini Impregilo, multinazionale leader mondiale nelle costruzioni e principale azionista del consorzio Cociv. Servirebbero almeno trecento articoli per narrare le infinite vicende del gruppo Gavio e della sua commistione con la politica alessandrina e nazionale. Qui si può leggere un estratto dal libro “Compagni che sbagliano” del giornalista del Fatto Gianni Barbacetto su Marcellino Gavio patron del gruppo e scomparso nel 2009 quando a lui sono subentrati i figli nella gestione dell’azienda di famiglia. Recentemente finiti per l’ennesima volta sotto inchiesta a Civitavecchia con l’accusa di costruire piazzali utilizzando monnezza.

8. IMPRESA TRE COLLI SOCIETA’ PER AZIONI

Nota impresa con una sede a Carrosio in Vallemme. Già impegnata nei lavori del Terzo Valico per la risoluzione delle interferenze del metanodotto. Era una delle principali ditte da cui la R.G. COSTRUZIONI riceveva i subappalti. Il titolare della R.G. COSTRUZIONI è stato arrestato nell’operazione Albachiara con l’accusa di far parte di una ‘ndrina della ‘ndrangheta che operava in provincia di Alessandria e condannato in appello a quattro anni e otto mesi.

Può bastare? Su 20 ditte a cui il Comune di Arquata ha chiesto direttamente di presentare un’offerta per i lavori del ponte di Vocemola queste otto che abbiamo indicato hanno un curriculum di tutto rispetto. Per ragioni di tempo non abbiamo approfondito le ricerche, controllato le scatole cinesi delle partecipazioni in altre imprese, la costituzione di associazioni temporanee di impresa, non abbiamo fatto visure camerali. Ci siamo limitati ad una ricerca veloce in rete e abbiamo tirato fuori quanto avete potuto leggere. Sappiamo di essere rimasti fra i pochi ad indignarsi che ditte simili possano partecipare ad appalti pubblici, ma sappiamo anche che sugli appalti pubblici la normativa è nazionale e un Comune può fare relativamente poco per escludere ditte non proprio raccomandabili. Ci sembra però scandaloso che queste ditte vengano contattate per una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara. Possiamo scrivere senza paura di essere smentiti che oltre ad una bella indagine di mercato dovrebbe essere fatta anche una minima indagine su chi siano le ditte a cui chiedere di eseguire un lavoro e ci piacerebbe tanto che i soldi di tutti gli arquatesi andassero alle piccole e medie imprese sane del territorio strangolate ogni giorno sempre più dalla crisi.

Un altro elemento che fa riflettere è che delle 20 ditte contattate solo 4 hanno risposto all’appello. Forse perchè non tutte hanno una struttura adeguata per rispondere con estrema urgenza in estate a questo tipo di procedure? O forse perchè solo le ditte più grandi riescono a stare sul mercato e fornire un ribasso utile ad aggiudicarsi la gara? Questo non lo sappiamo, ma sappiamo chi si è aggiudicato l’appalto. Non temete, nessuna delle otto ditte che abbiamo precedentemente menzionato.

Dal nostro punto di vista è andata anche peggio.

Ad aggiudicarsi l’appalto con un ribasso del 17,449% e un’offerta di 1.780.255,93 oltre I.V.A al 10% è stata una ditta di Cuneo dal curriculum apparentemente pulito, ma…

C’è un ma grande come una casa dato che la ditta è la PREVE COSTRUZIONI S.P.A. nota ad Arquata per essere impegnata con la Lande e altri nella devastazione del Terzo Valico all’interno del cantiere di Radimero. Il Cociv ha pensato bene di affidargli senza nessuna gara di appalto i lavori di preparazione del cantiere al cui interno dovrà essere portata la talpa per lo scavo del tunnel di valico direzione Genova. Avete letto bene, l’amministrazione di Arquata per premiare la dedizione con cui i signori della Preve stanno devastando Radimero ha pensato bene di invitarli a presentare un’offerta anche per i lavori del ponte di Vocemola. E la Preve dal canto suo ha accettato e ha presentato l’offerta più bassa aggiudicandosi i lavori.

Un esempio cristallino di quello che definiamo da tempo il sistema grandi opere con ditte non legate al territorio che arrivano a lavorare nei cantieri e sfruttando la presenza in loco di mezzi e operai si pappano letteralmente il mercato uccidendo le piccole e medie imprese del territorio. Questo a pensar bene. Provate voi a pensar male e chiedetevi se è lecito domandarsi se gli oltre 290.000 Euro risparmiati dal Comune con questa operazione non siano una bella operetta di compensazione. Illazioni? Può darsi, ma visto che siamo abituati a ragionare (magari male, ma lo facciamo) non ci stupiremmo se dietro questo non ci fosse anche mamma Cociv e forse potremmo iniziare a comprendere meglio il repentino cambio di posizione del Comune di Arquata sulla questione Terzo Valico. Noi facciamo domande, non abbiamo certezze, se qualcuno si dovesse sentire offeso potrebbe sempre spiegare perché ci è voluto tutto questo tempo per dare il via ai lavori del ponte, perché è stata utilizzata la procedura negoziata senza bando di gara, perché sono state invitate ditte scandalose a parteciparvi, perché solo quattro hanno presentato un’offerta e perché è stato invitato a partecipare anche chi sta costruendo un’opera che gli arquatesi non vogliono e si è poi pure aggiudicato l’appalto. Lo ripetiamo ancora una volta per non avere fraintendimenti. Noi non sappiamo se ci sia del marcio dietro a questa operazione, non vogliamo mettere in discussione la correttezza delle procedure, non vogliamo insinuare che si sia trattato di uno dei tanti appalti all’italiana. Noi abbiamo esposto i fatti, abbiamo fatto domande, tocca ad altri dare le risposte. Traiamo solo, in modo definitivo, una considerazione politica sull’operato dell’amministrazione di Arquata riguardo la questione Terzo Valico. Si è passati dal manifestare insieme ai cittadini e al movimento nel 2012 ad un’insensata richiesta di moratoria nel 2013, all’assegnazione dei lavori del ponte di Vocemola a chi lavora nei cantieri del Terzo Valico ed al silenzio assordante sui recenti fatti del 30 luglio nel 2014.

La parabola della Giunta Spineto ci sembra ormai conclusa. No Tav, No Tav ma ci sediamo ai tavoli, No Tav ma non possiamo fare nulla, forse Tav ormai hanno deciso, forse Tav ma non diciamo nulla se le forze dell’ordine manganellano e tirano lacrimogeni, forse Tav ma i lavori del ponte dati alla Preve ci hanno fatto risparmiare. Sì Tav, dai ditelo forte e chiaro come tutti gli altri e chiudiamo una volta per tutte questa commedia penosa.

Breve aggiornamento

L’inchiesta è stata terminata lunedì 25 agosto ma proprio ieri sera siamo venuti a conoscenza di due nuovi documenti di cui vogliamo dar conto per completezza d’informazione. Il primo riguarda la liquidazione anticipata del corrispettivo d’appalto disposto dal Comune in favore della PREVE COSTRUZIONI per un importo di Euro 195.828,15. Il secondo riguarda il fatto che si sono misteriosamente accorti che occorre sistemare ulteriormente le rampe e i tratti di strada esistenti in alveo non attivo riguardanti la realizzazione del guado da utilizzarsi come strada alternativa provvisoria. Quindi senza gara d’appalto il Comune ha disposto di affidare alla PREVE COSTRUZIONI l’incarico di eseguire questi lavori per un importo complessivo di ulteriori Euro 12.810,00. Per la serie prima affido l’esecuzione dei lavori e poi mi accorgo che mancava un pezzetto e lo affido direttamente alla stessa ditta che già sta eseguendo i lavori facendo lievitare i costi dell’operazione. Onestamente non ci sembra una modalità molto corretta di eseguire opere pubbliche.

P.S. Questo lavoro di controllo e inchiesta sugli atti pubblici sarebbe normale prerogativa dell’opposizione consigliare, ma il centrosinistra arqutese ci sembra dormire sonni beati sui banchi di Palazzo Spinola.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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