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Usa, nuove manifestazioni e scontri

A Oakland era stato lanciato il “Move-In Day” e l’obiettivo era quello di occupare un nuovo spazio per farne un presidio fisso del movimento. Lo scorso ottobre, infatti, i manifestanti erano stati sgomberati da Frank H. Ogawa Plaza su ordine del sindaco Jean Quan.

In quell’occasione il sindaco Jean Quan dopo aver appoggiato il movimento, ordinò lo sgombero per poi concedere nuovamente la piazza dopo alcune violenze della polizia ma togliendo ancora una volta il permesso dopo sole due settimane.

Nel pomeriggio di sabato circa 300 manifestanti sono scesi in strada per occupare all’Henry J. Kaiser Convention Center, un centro per conferenze abbandonato, e costruire in quello stabile un nuovo presidio fisso della mobilitazione.

Gli agenti per impedire l’occupazione hanno effettuato cariche e usato gas lacrimogeni, ma la resistenza attiva dei manifestanti e il passaparola su Twitter ha fatto crescere la manifestazione con il passare delle ore,  fino ad arrivare a circa 2mila persone, che hanno circondato una sede della Young Men’s Christian Association, una organizzazione cristiana ecumenica, per occupare i suoi spazi esterni, prima di riscontrarsi nuovamente con la polizia.

A questo punto sarebbero stati arrestati oltre 100 manifestanti e molti altri manifestanti sono stati fermati dopo che in serata hanno fatto irruzione nel municipio della città, nonostante gli agenti a sua difesa, e hanno bruciato una bandiera americana.

A Washington, invece, circa in 200 invece hanno manifestato davanti a un grand hotel dove si trovava il presidente  Barack Obama e la moglie Michelle. I manifestanti protestavano contro la minaccia di sgombero della loro tendopoli a McPherson Square, non lontano dalla Casa Bianca.

 

Occupy Oakland video delle cariche della polizia e della resistenza dei manifestanti

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