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Tel Aviv all’Onu: tregua finita

AGGIORNAMENTI:

ore 20.50 – 121 PALESTINESI UCCISI OGGI A GAZA, MOLTI CORPI SOTTO LE MACERIE DOPO IL MASSACRO DI RAFAH

Sono 121 i palestinesi uccisi oggi, di cui 54 a Rafah, 25 a Shajaiye e 16 a Khan Younis. Il bilancio potrebbe salire perché corpi si trovano ancora sotto le macerie delle case di Rafah, dopo il massacro di oggi.

ore 20.40 – ESERCITO ISRAELIANO ORDINA SGOMBERO IMMEDIATO DELL’OSPEDALE DI RAFAH

Ore 19.40 – NYT: ESERCITO ISRAELIANO VUOLE CONTROLLARE NOSTRI ARTICOLI SU SOLDATO CATTURATO

La presunta cattura dell’ufficiale israeliano Hadar Goldin, oggi a Gaza, sta diventando problematica per Tel Aviv anche dal punto di vista comunicativo. L’esercito ha riferito al New York Times di volere esercitare il suo diritto di censura sugli articoli del quotidiano statunitense che riguardano il militare. È la prima volta negli ultimi due anni che le Forze armate usano una notifica di censura, ha detto il NYT, ricordando che I giornalisti stranieri devono accettare la censura militare per lavorare in Israele.

Nel pomeriggio Hamas ha negato di avere a che fare con la cattura di Goldin e ha accusato Israele di averla usata per rompere la tregua concordata ieri e in vigore per poche ore.

ore 19.25 – OGGI A RAFAH 62 MORTI E 350 FERITI. UNRWA APRE LE SUE STRUTTURE AGLI SFOLLATI

Sale il bilancio delle vittime dei raid israeliani a est di Rafah: 62 morti e 350 feriti, secondo il ministero della Sanità di Gaza.L’Unrwa ha aperto tre rifugi a Rafah per accogliere gli sfollati che sono in totale 250.000. Sono 90 le strutture Unrwa utilizzatz co,e rifugi a Gaza.

ore 19.15 – CISGIORDANIA – GIORNATA DI MANIFESTAZIONI. 90 FERITI A HEBRON, UN MORTO A RAMALLAH E UNO A TULKAREM 

Le proteste sono iniziate nel primo pomeriggio, con migliaia di palestinesi scesi in strada per protestqre contro l’attacco a Gaza. A Hebron decine di migliaia di persone hanno sfidato I soldati siraeliani che hanno risposto con gas lacrimogeno e proiettili; ferendo circa 90 persone. Un ragazzo è morto a Ramallah:Odai Nafiz Jabr, 19, anni, è stato ucciso da due proiettili nel villaggio di Safa ; Un morto anche a Tulkarem, il 22enne Faraj Sammur, colpito al petto. Anche Betlemme è stata teatro di proteste. Sono 14 i palestinesi uccisi nelle ultime settimane di manifestazioni nei territori occupati.

Ore 18.10 – SENATO USA TROVA ACCORDO: ISRAELE AVRA’ I SOLDI PER IRON DOME

Dopo alcune modifiche al testo della legge bocciato ieri, il Senato Usa ha approvato all’unanimità il testo che destina 225 milioni di dollari a Israele per il sistema di difesa Iron Dome. Il testo passa adesso alla Camera dei Rappresentanti per l’approvazione definitiva, che non dovrebbe incontrare ostacoli.

ore 18.00 – ABBAS DOMANI AL CAIRO

Il presidente plalestinese domani sarà in Egitto con una delegazione composta da Hamas, Jihad islamica e Fronte popolare. La delegazione andrà al Cairo a prescindere dalla presenza o meno di quella israeliana.

I vertici del movimento islamico hanno negato di avere notizie della cattura del soldato israeliano Hadar Goldin. Non è chiaro se il militare sia nelle mani del braccio armato di Hamas o di un altro gruppo attivo a Gaza. Intanto, il movilento islamico ha chiesto all’Egitto di rinnovare il cessat il fuoco saltato stamattina, dopo poche ore dall’entrata in vigore.

Stamattina nei cobattimenti a Rafah sono morti due soldati. Il bilancio è di 63 morti.

Ore 17.45 – VERTICI HAMAS: NESSUNA INFORMAZIONE SU CATTURA SOLDATO

Ore 17.10 – RE SAUDITA ROMPE IL SILENZIO: L’OFFENSIVA ISRAELIANA È TERRORISMO DI STATO

Per la prima volta dall’inizio dell’offensiva israeliana contro Gaza, la casa reale saudita condanna Tel Aviv. Re Abdullah ha parlato di crimini di guerra commessi nella Striscia da Israele, definendo l’operato dello Stato ebraico “terrorismo di Stato”. Il sovrano ha anche biasimato il silenzio internazionale su quanto sta accadendo a Gaza.

Finora Riad non ha giocato un ruolo centrale nella crisi, lasciando al Qatar e all’Egitto il compito della mediazione tra Hamas e Israele, fallita oggi per l’ennesima volta con la rottura della tregua dichiarata ieri sera. Intanto, il gabinetto di sicurezza israeliano è stato posticipato alle 17.30.

 ore 16.15 – SENATO USA: NO SOLDI A ISRAELE PER IRON DOME

Una batosta per Israele e i suoi sostenitori della destra statunitense, oggi in Senato Usa, dove è stata respinta la legge di spesa che prevedeva anche un finanziamanto di oltre 200 milioni di dollari a Tel Aviv per approvvigionare il costosissimo sistema di difesa Iron Dome.

Oggi Washington ha condannato la cattura, da parte di Hamas, dell’ufficiale israeliano: atto barbarico.

ore 16.10 – L’UFFICIALE RAPITO E’ PARENTE DEL MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO

Hadar Goldin, 23 anni, di Kfar Saba, catturato oggi da Hamas, sarebbe cugino di secondo o terzo grado del ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon. L’ufficiale ha nazionalità israeliana e britannica, secondo la Radio israeliana.

Ore 15.40 – IL GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO SI RIUNISCE ALLE 16.30

ore 15.30 – GAZA. LE OPZIONI MILITARI DI ISRAELE SECONDO ISRAEL ZIV

Il comandante in congedo della Divisione Gaza, Israel Ziv, commentando la fine repentina della tregua ha detto che la il rapimento del soldato, rivendicato oggi da Hamas, “mette fine” a ogni necessità di un cessqte il fuoco nell’immediato futuro. “Adesso”, ha detto, “penso che il governo israeliano userà una nuova strategia. Le Forze armate “hanno diversi piani” e potrebbe intensificare la pressione sulle aree urbane. Inoltre, ha detto che il primo passo potrebbe essere un ultimatum umanitario da presentare ai negoziati al Cairo, per costringere Hamas a rilasciare il soldato seauestrato senza condizioni.

ore 15.30 – DURI SCONTRI AHEBRON. CISGIORDANIA, 50 FERITI TRA I PALESTINESI. (Media palestinesi)

ore 15.25 – ISRAELE MINACCIA DI RICHIAMARE ALTRI 80.000 RISERVISTI E DI RIOCCUPARE RAFAH (Ma’an)

ore 15.15 – MANIFESTAZIONI IN TUTTA LA CISGIORDANIA: UN PALESTINESE MORTO A DEIR ALGHSOUN, TULKAREM

La vittima si chiama Tamer Faraj Sammur, 22 anni, è stato colpito al petto da un proiettile.

ore 14.50 PALESTINESI MORTI E 220 FERITI, 2 SOLDATI UCCISI. SCAMBIO DI ACCUSE TRA ISRAELE E HAMAS SU ROTTURA CESSATE IL FUOCO

E’ di oltre 50 palestinesi morti e 220 feriti il bilancio della rottura del cessate il fuoco e delle operazioni militari riprese da Israele nella zona di Rafah, nel sud della Striscia. Lo ha confermato Medhat Abbas, direttore del ministero della Salute palestinese, all’agenzia Reuters.

Scambio di accuse sulla rottura del cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Tel Aviv ha denunciato all’inviato speciale Onu Robert Serry che ci sarebbe stato, subito dopo l’istituzione del cessate il fuoco, “un serio incidente” riguardo a un tunnel nell’area di Rafah. “Non possiamo verificare indipendentemente questi rapporti – ha detto Serry – ma se verificato, questo episodio costituirebbe una seria violazione del cessate il fuoco umanitario da parte dei militanti di Gaza”.

Le brigate al-Qassam hanno invece diffuso un comunicato che accusa Israele di aver rotto la tregua iniziata stamattina alle 8: secondo la versione palestinese, i soldati israeliani sarebbero penetrati all’interno della Striscia verso Rafah e i miliziani avrebbero risposto al fuoco.

L’esercito israeliano ha dichiarato che, oltre al soldato che si teme catturato, ha perso almeno due uomini nelle operazioni di questa mattina nel sud della Striscia.

ore 12.o5  Gaza: portavoce Israele conferma che il  soldato scomparso è stato preso prigioniero dai palestinesi

ore 12 – SCONTRI IN CISGIORDANIA

In attesa dell’inizio di manifestazioni organizzate nei giorni scorsi a Betlemme e Hebron, sono già in corso scontri tra palestinesi e forze militari israeliane. Scontri a Beit Ummar, Aida, Ofer, Qalandiya, Huwwara, Jalazon e a Gerusalemme Est (Issawiya).

ore 11.45 – MINISTERO INTERNI GAZA: 25 MORTI A RAFAH. LA REUTERS NE DA’ 40

ore 11.30 – I MEDIA ARABI RIPORTANO DI UN UFFICIALE DELL’ESERCITO ISRAELIANO RAPITO DAI MILIZIANI

ore 11.20 – BREAKING NEWS – TREGUA FINITA – SECONDO MEDIA ISRAELIANI, TEL AVIV HA COMUNICATO ALL’ONU LA FINE DEL CESSATE IL FUOCO DI 72 ORE

Ore 11.15 – GAZA. LA GENTE ESCE IN STRADA E SI TORNA A PESCARE

A gaza si approfitta della pausa umanitaria di 72 ore per ritrovare un minimo di normalità, quella possibile tra le macerie sotto cui sono ancora sepolte decine di corpi. Il lungomare, racconta la cooperante Meri Calvelli, pullula di gente e le barche hanno preso il largo. I gazawi cercano di ritrovare parenti e amici, di procurarsi cibo, acqua e quanto necessario per affrontare nuovi attacchi che non è garantito cesseranno dopo queste 72 ore di tregua. Un cessate il fuoco, accettato da Tel Aviv e da tutte le fazioni palestinesi, che però è ancora scandito dai colpi dell’artiglieria israeliana nelle zone di confine. Beit Hannun al nord, Shajaya al centro est e Kuzaa al sud sono ancora insicure e la gente si tiene lontana per timore del fuoco israeliano che ha stamattina, dopo l’inizio della pausa umanitaria, ha fatto quattro morti nei pressi di Rafah.

Ore 10.40 – RAFAH: 4 PALESTINESI UCCISI DALL’ARTGILIERIA ISRAELIANA

Il cessate il fuoco non garantisce l’incolumità della popolazione civile che approfitta della pausa dei combattimenti per uscire di casa. Nei pressi di Rafah sono stati uccisi 4 palestinesi, secondo Hamas, e venti sono rimasti feriti dal fuoco israeliano che in quella zona non si è ancora fermato (Haaretz). La stampa israeliana (Ynetnews) riferisce del lancio di un mortaio verso il Sud si Israele, ma caduto nella Striscia, due ore dopo l’inizio della tregua.

Ore 10.05 – GAZA. TRE FERITI DURANTE LA TREGUA

È un cessate il fuoco durante il quale si continua a sparare, anche se con una minore intensità, quello in vigore da stamattina alle 7 a Gaza. Tre palestinesi sono stati feriti a est di Rafah due ore dopo l’inizio della tregua. L’artiglieria israeliana ha aperto il fuoco diverse volte nella zona, impedendo alla gente di raggiungere le proprie abitazioni.

ORE 9.25 – GAZA. UCCISI 16 PALESTINESI PRIMA DELLA TREGUA

I raid israeliani hanno fatto vittime fino all’ultimo momento. Sono 16 i morti stamattina,  prima che iniziasse la tregua umanitaria mediata da Usa e Onu, che dovrebbe consentire alla popolazione di Gaza di fare rifornimenti e di seppellire i propri cari, e alla diplomazia di arrivare a un cessate il fuoco più duraturo.

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas non ha condizioni. Eserciti e gruppi armati restano dove sono. Ha rifertito il gionalista Michele Giorgio (Manifesto), che stamattina i mezzi corazzati israeliani  hanno aperto il fuoco per impedire alla popolazione di rientrare nelle case a Khuzaa e a Shujayea.

Ore 9.10 – NABLUS (CISGIORDANIA). SOLDATO SPARA E FERISCE UN PALESTINESE

È successo ieri sera al check point di Beit Furik. La zona di Nablus è stata teatro di diversi incidenti negli ultimi giorni, in cui è rimasto ferito anche un militare israeliano.

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Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco umanitario incondizionato di 72 ore, a partire dalle 7 (8 locali) di stamattina. Tre giorni per sedere al tavolo delle trattative per arrivare a una tregua più duratura, hanno spiegato ieri sera in un comunicato congiunto gli Stati Uniti e l’Onu, annunciando la sospensione dei combattimenti. Ieri Tel Aviv aveva richiamato altri 16.000 riservisti e sembrava che si stesse andando verso una guerra a oltranza.

Dopo 24 giorni di raid israeliani la Striscia è un cumolo di macerie. Secondo l’agenzia palestinese Ma’an, i danni ammontano a circa quattro miliardi di dollari. Sono state distrutte completamente 5.238 abitazioni. Ieri è stata un’altra giornata di sangue, in 24 ore sono morte 84 persone e 258 sono rimaste ferite. Il bilancio delle vittime dell’operazione Barriera Protettiva ha superato quello di Piombo Fuso (dic 2008-gen 2009): sono 1.442 i morti e 8.295 i feriti. In maggioranza, oltre il 70 per cento, sono civili, tra cui tanti bambini. Sono invece 71 i soldati israeliani morti, di cui tre ieri sera nell’area di Eshkol, colpiti da un razzo.

Oggi a Gaza dovrebbero arrivare gli aiuti alla popolazione, ai circa 400.000 sfollati, di cui molti hanno trovato rifugio nelle strutture dell’Onu, diventate però un target militare. Il bombardamento due giorni fa della scuola dell’Unrwa a Jabaliya, in cui sono morte 23 persone, tra cui donne e bambini, ha scatenato una raffica di condanne da parte della comunità internazionale. Le immagini della scuola distrutta (non è l’unica colpita dall’esercito israeliano) e quelle di Chris Gunness, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (Unwra), in lacrime durante un’intervista hanno fatto il giro del mondo.

Ieri, Navy Pillay, l ‘Alto Commissario Onu per i diritti umani, ha puntato il dito anche contro Washington, complice del massacro, perché fornisce armi a Tel Aviv che viola il diritto internazionale puntando la sua artiglieria direttamente, e consapevolmente, contro la popolazione civile. Inoltre, ha ribadito che Israele e Hamas stanno commettendo “gravi  violazioni dei diritti umani, che potrebbero costituire crimini contro l’umanità”.

Durante Il cessate il fuoco, ha spiegato il segretario di Stato Usam John Kerry, “le forze sul campo non saranno smobilitate”, ma i gazawi potranno “seppellire i loro morti e prendersi cura dei feriti”. In questi tre giorni, se la tregua reggerà, potranno essere anche riparate le infrastrutture distrutte dai bombardamenti. A Gaza non c’è elettricità né acqua per tutti.

da Nena News

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