Tareq Matar prigioniero politico palestinese
Tareq Matar giovane membro dell’organizzazione studentesca vicina alla PFLPF, stava pianificando una carriera accademica e si preparava a partire per il dottorato all’Università di Ginevra in Svizzera nel primo semestre del 2019, tuttavia le forze di occupazione israeliane lo hanno messo in detenzione amministrativa senza alcuna accusa o processo.
Per Tareq non era la prima volta, era già stato messo in detenzione amministrativa da bambino nel 2006. Era una tale “minaccia alla sicurezza” per lo Stato israeliano che è stato imprigionato per due anni e mezzo senza alcuna accusa.
Nel 2010, quando era uno studente della Bir Zeit University, è stato di nuovo incarcerato per 10 mesi con la motivazione di essere un attivista impegnato, poi, nel 2012 venne nuovamente arrestato e in questo caso anche torturato nel centro interrogatori di Moskobiyeh a Gerusalemme per 43 giorni e nel 2017 è stato nuovamente posto in detenzione amministrativa trascorrendo un anno e mezzo tra Ofer e la prigione del deserto del Negev, mentre i suoi studenti a scuola lo aspettavano e gli scrivevano lettere. Ha sempre visto nei loro occhi la speranza di un futuro migliore, Tareq aveva un rapporto speciale con i suoi studenti, un rapporto basato sul dialogo.
Tareq è stato nuovamente imprigionato nel centro interrogatori di Moskobiyeh dopo il suo ultimo arresto da parte delle forze di occupazione israeliane nel novembre 2019. È stato trattenuto lì per circa 30 giorni, dove è stato torturato con il metodo Shin Bet della “posizione della banana” o “back-bending”, che sarebbe stato reso illegale dal 1999 contro i prigionieri palestinesi, di conseguenza, ha sofferto di forti dolori alla schiena e alle articolazioni, aggravati dai brutali pestaggi subiti per mano di sei agenti di sicurezza. Dal momento del suo arresto e della tortura fino ad oggi, gli è stato proibito di vedere i suoi familiari o i suoi avvocati.
Quando fu portato davanti al tribunale militare israeliano per la sua prima apparizione, arrivò su una sedia a rotelle, un giovane ragazzo in salute, un atleta, che dopo l’ennesimo arresto e le ripetute torture da parte delle forze di sicurezza Israeliane non può più camminare.
Famigliari ed amici erano increduli che Tareq fosse stato costretto, a causa della brutalità israeliana,
ad usare una sedia a rotelle.
Appassionato della vita, ambizioso, brama la conoscenza e la diffonde con amore e speranza a tutti e tutte coloro che lo circondano, amato da innumerevoli persone dentro e fuori la Palestina, compresi tutti gli amici ed amiche internazionali che si è fatto ne viaggi fuori dalla Palestina o quando la gente gli ha fatto visita in Palestina.
Chi lo conosce continua a chiamarlo “spirito della rivoluzione”.
Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a Tareq Matar, leader giovanile palestinese, organizzatore e prigioniero politico tenuto prigioniero nelle carceri israeliane.
Egli continua a ispirarci con il suo incessante spirito rivoluzionario, nonostante le sue esperienze di tortura e di grave repressione da parte delle forze di occupazione israeliane.
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