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Taksim, la resistenza prosegue

La Piattaforma Solidale di Taksim ha stilato un manifesto di intenti dopo una serie di assemblee dibattute a seguito dell’incontro segreto, reso noto poi solo nella mattinata di ieri, tra alcuni membri della Piattaforma e il premier turco Erdogan. Le assemblee sono andate avanti dal pomeriggio di ieri fino a stamattina inoltrata, in quello che è il diciottesimo giorno consecutivo di mobilitazione a Gezi Park.
Già ieri, nonostante il tentativo di Erdogan di cercare di recuperare consenso con una sorta di paternalismo democratico nei cofronti della piazza, abbandonando il pugno di ferro e relegando la decisione al tribunale preposto se procedere o meno alla costuzione del centro commerciale a Gezi Parki,  le mobilitazioni sono proseguite senza battere ciglio.
Centinaia di dottori in sciopero selvaggio si sono riuversati proprio a Gezi Park, nonostante le accuse del ministro della Salute, che in questi giorni aveva stigmatizzato la disertazione dal posto di lavoro come un atto gravissimo contro il funzionamento di un settore pubbico di vitale importanza.
Di fatto le energie liberate in questi giorni di rivolta e passione collettiva prevalgono sui sensazionalismi mediatici volti a dissuadere dalla protesta. Nel criticare duramente il governo per aver finora ignorato qualsiasi richiesta pregressa allo scoppio della rivolta e richiamandosi provocatoriamente alla resistenza contro la nocività delle imposizioni di esso, la Piattaforma ha dichiarato pubblicamente che “Tutto ciò non è che l’inizio, la lotta continuerà”. Il primo punto su cui non transigere e sulle quali hanno da subito trovato convergenza le diverse anime che si ritrovano fianco a fianco a Gezi Parki è stato quello di invocare il rilascio di tutti i ribelli detenuti in questi giorni, molti dei quali probabilmente anche in condizioni cagionevoli di salute data l’intensità del conflitto. “Vogliamo restare attenti ai nostri spazi e continuare a tenere alta la nostra voce in nome di tutti gli esseri viventi, sia nel nostro parco che negli spazi domestici, nella vita privata, oggi come in futuro. La resistenza vuole essere frutto della volontà collettiva dei solidali di Piazza Taksim e anche una lotta complessiva lungo tutto il Paese. Se compariamo la situazione a 18 giorni fa, siamo molto più forti, organizzati e sicuri di noi”.
Sicuramente la questione dei detenuti e della solidarietà ai familiari delle vittime dei giorni scorsi è un tema caldo che porterà alla convocazione di nuove manifestazioni di massa in questi giorni se non nelle ore a venire. L’accanimento militare e l’innalzamento del livello repressivo non é stato un freno, ma quasi un fattore prospulsivo in questi giorni di rivolta e rabbia sociale. Una tenace capacità di non cedere ai soprusi e di agire come corpo collettivo, rompendo la temporalità quotidiana del vivere “normalizzatpo” stanno incrinando definitivamente l’immagine di una politica basata sul turbocapitalismo annienta-diritti simboleggiato dalle gru di GeziPark.

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