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Stati Uniti: alle primarie democratiche del Michigan in molti hanno votato scheda bianca contro il genocidio in Palestina

Martedì nello stato del Michigan ci sono state le primarie del partito Repubblicano e di quello Democratico per scegliere i candidati alla presidenza degli Stati Uniti, in vista delle elezioni di novembre.

Trump e Biden hanno ovviamente vinto le primarie rispettivamente repubblicane e democratiche con un vantaggio enorme. Ma nel primo test in uno Stato chiave che solitamente contribuisce a determinare l’elezione del presidente è successo qualcosa che non fa dormire sonni tranquilli in campo democratico.

Più di 30 funzionari eletti in Michigan si erano impegnati a votare “Uncommitted” alle primarie presidenziali del 27 febbraio – chiedendo agli elettori di unirsi alla campagna – in quello che è un clamoroso rimprovero al sostegno del presidente Joe Biden all’assalto israeliano a Gaza.

La campagna “Vote Uncommitted” dell’organizzazione Listen To Michigan è anche l’ultimo segno del fatto che Biden sta ottenendo scarsi risultati in Stati cruciali come il Michigan.

Al momento, con più del 70 per  cento delle schede scrutinate, Biden ha ottenuto l’80 per cento delle preferenze, ma circa il 13 per cento degli elettori ha votato scheda bianca. Per la precisione ha sbarrato la casella Uncommitted. È un numero enorme di voti, circa 100mila. Il Michigan ha una numerosa popolazione araba e musulmana, una delle più grandi in proporzione alla popolazione totale, dopo lo stato di New York, il New Jersey, il Maryland e l’Illinois, ma a votare Uncommitted è stata anche l’opposizione di sinistra interna al Partito Democratico. 

“La tragedia in corso a Gaza è un affronto alla nostra comune umanità. Quasi 30.000 palestinesi sono stati massacrati dal governo israeliano e più di due milioni sono stati sfollati”, si legge in una dichiarazione di Listen To Michigan indirizzata ai “colleghi del Michigan”.

“Siamo chiari: chiediamo inequivocabilmente che l’amministrazione Biden chieda immediatamente un cessate il fuoco permanente a Gaza”, prosegue la dichiarazione. “Dobbiamo ritenere il nostro presidente responsabile e garantire che noi, contribuenti americani, non siamo più costretti a essere complici di un genocidio che è sostenuto e finanziato dal governo degli Stati Uniti”.

Tra i firmatari della dichiarazione figurano consiglieri comunali, commissari, membri dei consigli d’istruzione, legislatori statali e sindaci come Abudllah H. Hammoud di Dearborn.

In generale il clima negli Stati Uniti rispetto alla guerra a Gaza si va polarizzando. Le continue manifestazioni di molti ebrei anti-sionisti e da ultimo l’immolazione di Aaron Bushnell soldato dell’aviazione statunitense che si è dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana per protestare contro la complicità nel genocidio stanno mettendo in difficoltà l’amministrazione in vista delle elezioni presidenziali.

Negli ultimi giorni non a caso il linguaggio di Biden verso il conflitto in Palestina è mutato, per la prima volta nel vocabolario dell’Amministrazione da 15 giorni è spuntata la parola ceasefire, cessate il fuoco che Biden vorrebbe temporaneo.

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