Martedì 16 novembre è iniziato lo sciopero indefinito indetto dai circa 20mila lavoratori e lavoratrici del settore metallurgico dell’area portuale, la cosiddetta “Baia” di Cadice, nel sud della Spagna.
Al centro dello scontro il mancato rinnovo del contratto, scaduto a dicembre 2020. Per coprire l’inflazione i sindacati chiedono aumenti del 2% quest’anno, del 2,5% per il 2022 e del 3% per il 2023, mentre gli industriali non vogliono andare oltre aumenti compresi tra lo 0,5% e l’1,5%, aumentando inoltre i tempi di lavoro e lo sfruttamento.
La prima giornata di sciopero, quella di martedì 16 novembre, ha visto duri scontri tra polizia e lavoratori, che hanno paralizzato tutto il porto e mezza città, utilizzando semafori, pali e l’arredo urbano per costruire barricate. Oggi, mercoledì 17 novembre, i blocchi si sono allargati, coinvolgendo anche la stazione ferroviaria.
Per spiegare i motivi della lotta, che sta riscontrando un’adesione del 95%, uno dei sindacati spagnoli, la Cnt – Ait Cadiz, ha diffuso un breve video, intervistando diversi lavoratori in lotta a Cadice.
Nell’audio che segue, la traduzione delle parole dei lavoratori di Cadice a cura della Redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica
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