InfoAut
Immagine di copertina per il post

Pressioni all’Iran per il rapporto Aiea

Mentre arriva da Israele la richiesta di intervenire a livello internazionale per fermare l’Iran e viene rinnovata la volontà a portare avanti un attacco militare che si dimostri risolutivo, pare ad oggi che l’orientamento internazionale che va per la maggiore sia quello di una gestione diplomatica del conflitto, con alle porte un notevole inasprimento delle sanzioni.

In uno scenario mediorientale notevolmente cambiato negli ultimi mesi, alla luce del tentativo americano di “gestione” dell’esito delle rivolte (vedi Libia), non pare così assurdo ipotizzare che un eventuale intervento contro l’Iran sia non troppo lontano, anche se ad oggi è difficile stabilirne i tempi.

Israele dal canto suo continua la pressione, consapevole di poter giocare ancora un ruolo di potere, in attesa che i tempi diventino maturi.

Qui di seguito pubblichiamo un interessante articolo tratto da Peace Reporter:

Rapporto Aiea: l’Iran sotto pressione

Il documento dell’agenzia atomica è duro con Teheran, ma le prove schiaccianti non ci sono

Serie preoccupazioni. Sembra un po’ un rimprovero della nonna, ma è l’unico fatto che il rapporto – tanto atteso – dell’Agenzia Internazionale dell’Agenzia Atomica (Aiea) comunica al mondo. Era, però, esattamente quello che Israele si voleva sentir dire.

Secondo l’agenzia Onu che monitora la proliferazione nucleare, che ha diffuso ieri sera un rapporto sul dossier nucleare iraniano, in anticipo rispetto alla scadenza trimestrale abituale, dal 2003 l’Iran mostra segnali preoccupanti di un’attività volta alla ‘militarizzazione’ dell’atomo. Il tutto basato su ”informazioni credibili”. Un po’ poco per ritenere dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, le colpe dell’Iran.

Anche su questo concetto, però, ci sarebbe da riflettere. In mancanza di una moratoria mondiale sulle armi atomiche, non sarebbe assurdo da parte iraniana lavorare per fornirsi di un armamento tattico che tutti i Paesi che puntano al rovesciamento del regime degli ayatollah possiedono già. Ma il regime iraniano non ha mai confermato questa ipotesi, ribadendo ancora che il suo programma nucleare ha finalità solo civili.

Le reazioni, per assurdo, sono state meno violente delle dichiarazioni che hanno preceduto la pubblicazione del rapporto. Ieri frenavano tutti, compreso il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, e il presidente Usa, Barack Obama, che ha parlato di ”inasprimento delle sanzioni”. La sensazione, come confermato dalle parole del ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, è che il rapporto ”punta ad affondare le chance di soluzione diplomatica”. Un valore politico, insomma.

Anche perché le dodici pagine del rapporto, pesante nel linguaggio, è molto leggero dal punto di vista della ‘pistola fumante’. E il governo iraniano lo ribadisce, respingendo con forza al mittente il rapporto, ed elencando – attraverso l’agenzia stampa di stato Fars, come tutte le accuse siano vecchie.

Secondo Fars, tutti i documenti presentati sono legati ai contenuti di un pc portatile che sarebbe stato rubato in Iran e di cui si parlò per la prima volta nel 2004Né l’Iran né l’Aiea hanno potuto visionare tali documenti, nonostante dal 2007 ne abbiano chiesto agli Usa la versione originale. Inoltre, gli stessi americani avrebbero in mano solo un file elettronico, la cui infondatezza sarebbe già stata dimostrata dall’Iran nel 2008 in un dossier di 117 pagine. Se anche tali documenti fossero autentici, nessuno può provare che siano collegabili agli organi ufficiali iraniani. Inoltre, non vi è alcuna prova che vi si parli di attività militari in ambito nucleare, e non convenzionale.

Questi file, inoltre, contengono una serie di simulazioni al computer ma nessuna prova sul fatto che esse siano state messe in pratica. L’allegato al rapporto non sarebbe dunque altro che “una collezione di informazioni contraffatte”, aggiunte sotto pressione politica statunitense. Inoltre, sempre secondo la Fars che cita “diplomatici” a Teheran, Yukiya Amano (dal 1 dicembre a capo dell’Aiea) avrebbe ricevuto “gli ultimi ordini da Washington” la scorsa settimana, e per questo avrebbe respinto le richieste di imparzialità giunte da Russia, Cina, alcuni Paesi europei e dal movimento dei non-allineati.

Cosa resta, dunque? Un atteggiamento duro verso l’Iran, in linea con il mandato di Amano dopo aver preso il posto di Mohammed El Baradei. Quest’ultimo, prima di tornare inEgitto, si è sempre caratterizzato per una linea indipendente dalle pressioni Usa e israeliane, mentre il giapponese Amano ha fama di ‘duro’. Forse va bene così a tutti. Alzare la tensione, con dichiarazioni dure, che preparano l’opinione pubblica a un testo che – in fondo – non dice nulla di nuovo.

Perché? Una possibile risposta arriva da un fuori onda di Cannes, durante il vertice del G20. Il presidente Usa, Obama, e quello francese, Nicholas Sarkozy, si apprestano a incontrare la stampa. I giornalisti vengono forniti di cuffie per la traduzione simultanea. Solo che la traduzione parte prima del dovuto. ”Non ne posso più di Netanyahu, è un bugiardo”, tuona Sarkozy. ”Pensa a me, che devo sentirlo ogni giorno”, risponde Obama.

Al di là del gossip politico, la sensazione è quella di un premier israeliano messo alle strette. Lacrisi economica morde in Israele come mai dalla fondazione dello Stato Ebraico e la liberazione di Gilad Shalit, appagando parte dell’opinione pubblica, necessitava di una contro mossa per equilibrare il suo esecutivo che si regge sui falchi guidati dal ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. Questo potrebbe essere un perché, che si limita a incassare una pressione internazionale per far ripartire il dialogo con Teheran. Almeno c’è da sperarlo.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

guerrairanisrealenucleare

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medio Oriente: Israele dà fuoco alla regione. Attacchi multipli all’Iran

Raid pure in Libano e Palestina. Teheran: “è una dichiarazione di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global March to Gaza: migliaia di persone in marcia nel Convoglio Sumud dalla Tunisia e da molti altri Paesi del mondo

Di seguito il comunicato della Global March to Gaza che vede l’adesione e il ricongiungimento anche con il Convoglio Sumud partito dalla Tunisia lunedì 9 giugno e alcuni aggiornamenti e corrispondenze dalle carovane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Los Angeles: ICE si scioglie davanti al fuoco

Riemergono le contraddizioni di un’America fondata sull’espropriazione degli ultimi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SCELTE DISARMANTI | Lotte e Percorsi per un’Europa di Pace

La logica di investimento in caserme verdi, aeroporti azzurri e porti blu, non riesce a mascherare l’opera di devastazione ambientale e sociale che la militarizzazione dei territori comporta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

FREEDOM FLOTILLA COALITION: “La nave civile Madleen attaccata dall’esercito israeliano, equipaggio rapito in acque internazionali”

La Freedom Flotilla Coalition conferma che la sua nave civile, Madleen, che trasportava aiuti umanitari a Gaza per rompere il blocco degli occupanti israeliani, è stata abbordata dall’esercito occupante israeliano “alle 3:02 CET in acque internazionali, coordinate:  31.95236° N, 32.38880° E” La nave è stata abbordata, il suo equipaggio civile – disarmato – rapito e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vittoria dei portuali di Marsiglia e Genova. Rimaste a terra le mitragliatrici, la nave cargo diretta ad Haifa viaggia vuota

La nave è dovuta ripartire vuota di armamenti israeliani, e vuota farà tappa sabato a Genova soltanto per un “rifornimento tecnico”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele

I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militari israeliani in “libera uscita” in Italia

Stress da genocidio? Se vuoi rilassarti vieni nel Bel Paese! Non è uno slogan pubblicitario di un mondo distopico, ma potremmo rappresentarcela così l’offerta, comprensiva di relax,  tour turistici alle bellezze naturalistiche e culturali delle Marche, di cui ha usufruito a fine 2024 un gruppo di giovani militari israeliani in “libera uscita”, ma pur sempre scortati e protetti dalla DIGOS per garantirne la massima riservatezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Missioni militari 2025. Carta bianca per la guerra

“Sono attualmente in corso 39 missioni e operazioni internazionali, per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità, e un onere finanziario complessivo che ammonta a 1,48 miliardi, divisi tra 980 milioni per il 2025 e 500 milioni per il 2026”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Putin: un politico professionale

A distanza di tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina, ultimo atto di un lungo conflitto tra due paesi e tra due imperi, riprendiamo un’intervista inedita di qualche mese fa alla studiosa Rita di Leo, sulla biografia politica di Vladimir Vladimirovič Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’imperialismo nell’era Trump

Che cos’è oggi l’imperialismo, di cui la cosiddetta “era Trump” è precipitato? Come si è trasformato, tra persistenza e discontinuità? Non sono domande scontate, di mera speculazione teorica. da Kamo Modena Ma nodo fondamentale da sciogliere per porsi all’altezza delle sfide pratiche e politiche poste da questi tempi sempre più accelerati di crisi sistemica. Per […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il “Forum Turchia”

Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.