L’EZLN, con un comunicato stampa uscito il 13 settembre, ha parlato del “Chiapas sull’orlo della guerra civile” a causa della crescita esponenziale della violenza nello stato. Violenza in primis contro le comunità zapatiste ma non solo.
Se nel Messico la violenza è certamente un dato strutturale fatto di morti e desaparecidos a causa della mal chiamata “guerra alla droga” il Chiapas ha rappresentato per anni un’isola felice.
L’incidente mortale dove hanno perso la vita 56 migranti così come la campagna a sostegno dell’EZLN chiamata “Nuestra lucha es por la vida” non fanno che mostrarci come il potere genera una violenza asimmetrica mentre i movimenti dal basso si muovono per equilibrare la situazione.
Cos’è successo ora? Come e perché anche lo Stato confinante con il Chiapas, ossia il Guatemala, vive una significativa e strutturale crescita del fenomeno? Sono sono alcune delle domande che abbiamo fatto a Pedro Faro, coordinatore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas. Ascolta o scarica
P.S. si ringrazia per la traduzione Annamaria Pontoglio, comitato Chiapas Maribel di Bergamo
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