InfoAut
Immagine di copertina per il post

Le mamme si uniscono allo sciopero dei loro figli in solidarietà a tutti i prigionieri

1.500 prigionieri politici palestinesi entrano nel loro quarto giorno di sciopero della fame  per ottenere una serie di richieste con lo sciopero della dignità e della libertà, tra cui la fine della negazione delle visite familiari, il trattamento medico adeguato, la fine dell’isolamento e la detenzione amministrativa, la detenzione senza capi di accusa o prova.

All’interno delle prigioni, gli scioperanti continuano ad essere sottoposti a una serie di misure repressive e punitive da parte dell’amministrazione, tra le quali la negazione delle visite legali e familiari, la confisca di abbigliamento, coperte e articoli personali e la rimozione dell’accesso ai mezzi di comunicazione oltre a trasferimenti frequenti e punitivi e isolamento dei i principali leader dello sciopero.

Marwan Barghouthi, portavoce dei prigionieri di Fateh sullo sciopero e importante leader politico palestinese imprigionato, come riferito è stato nuovamente  trasferito, questa volta in isolamento nella prigione di Kishon vicino a Haifa. La repressione è proseguita in tutte le prigioni come  nella sezione 14 nella prigione di Ofer dove con il pretesto di  una “ispezione” ha fatto irruzione saccheggiando le sezioni dei prigionieri .

Circa 70 prigionieri in sciopero sono stati trasferiti alla prigione di Ramle, di cui 40 da Hadarim e 30 da Nafha, Ramon e Ashkelon.

Gli avvocati palestinesi hanno continuato a boicottare i tribunali militari dell’occupazione israeliana in risposta al divieto delle visite legali per i prigionieri in sciopero.  Le organizzazioni “Palestinian Prisoners’ Society” e “Prisoners’ Affairs Commission” hanno annunciato il boicottaggio come parte di una serie di misure perseguite dagli avvocati palestinesi per affrontare la negazione dei diritti dei palestinesi imprigionati.

Mercoledì a Tamim Younis, avvocato della “Prisoners’ Affairs Commission” e fratello di Karim Younis leader dello sciopero della fame e il prigioniero palestinese con più anni di detenzione, è stata negata la visita al fratello nella prigione di Jalameh, mentre all’avvocato Shirin Iraqi è stato negato l’accesso ai prigionieri di Gilboa, confermando la continua negazione delle visite legali ai prigionieri.

Anche le donne detenute palestinesi nelle carceri di HaSharon e Damon hanno annunciato  mercoledì l’inizio di atti di protesta  a sostegno dello sciopero collettivo della fame. Le 53 donne prigioniere hanno detto che inizieranno la  protesta tornando ai pasti ogni 10 giorni ed intensificheranno la loro partecipazione se non saranno soddisfatte le richieste degli scioperanti. Khalida Jarrar, ex prigioniera e leader del fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha sottolineato che “le donne detenute non possono essere separate dai detenuti in generale, soprattutto perché vivono difficili condizioni di vita e molte sono “fiori” (ragazze minori) .” Ha sottolineato che lo sciopero ha incluso diverse richieste di particolare importanza per le detenute, compreso il trasporto privato sul” Bosta “e la fine del rifiuto delle visite familiari.

Jarrar ha osservato che sono state imprigionate diverse donne palestinesi gravemente ferite e disabili, tra cui Israa Jaabis, che ha perso la maggior parte delle sue dita, e Abla al-Aedam che continua a soffrire di una grave lesioni traumatica alla testa. Jarrar ha evidenziato che “i detenuti traggono la loro fermezza e risoluzione dall’ampiezza della solidarietà che ricevono”, esortando un’ampia azione e un lavoro politico e popolare internazionale a sostegno dei prigionieri.

La forte solidarietà popolare con i prigionieri continua ad essere sentita in tutta la Palestina e in tutto il mondo, mentre marce e tende di solidarietà per i detenuti continuavano ad organizzarsi a Arraba, Nablus, Ramallah, Betlemme, Haifa, Gaza, Jenin, Salfit, Arroub camp, Campo di Dheisheh, Bruxelles, Londra, Roma e numerose località palestinesi, arabe e internazionali.

Iman Nafie, ex prigioniera e moglie di Nael Barghouthi, il prigioniero palestinese con la più  lunga permanenza nelle carceri israeliane (36 anni già scontati)  la cui sentenza è stata recentemente rivista da un tribunale militare di occupazione israeliana e aumentata di  18 anni, ha sottolineato l’importanza del sostegno popolare, ufficiale e politico dei prigionieri. “Questo momento di lotta ha bisogno di sostegno dall’esterno a livello locale, regionale e internazionale. Lo sciopero della fame dei prigionieri è un evento importante con ripercussioni globali “, ha dichiarato Nafie a Asra Media.

Latifa Mohammed Naji Abu Humeid, madre di quattro prigionieri, i fratelli Nasr, Nasser, Mahmoud e Sharif, tutti provenienti dal campo profughi di al-Amari, ha iniziato un sciopero della fame mercoledì a sostegno dei figli e di tutti gli scioperanti nelle prigioni israeliane.

Na’ama Abu Khader, la madre del prigioniero Ahmad Abu Khader del villaggio di Silat al-Zuhr a sud di Jenin, è anche lei in sciopero di solidarietà a sostegno del figlio e dei  prigionieri palestinesi. “Ho deciso di aderire allo sciopero a sostegno dei prigionieri e delle loro giuste richieste. Sono detenuti nel cimitero del vivente – Ogni giorno l’occupazione li uccide  in quelle prigioni “, ha detto.

Scioperi di solidarietà sono stati anche annunciati da sostenitori internazionali, tra cui un attivista Black 4 Palestina a New York, che ha dichiarato: “Anch’io sono da oggi in sciopero  a sostegno della liberazione e dell’autodeterminazione palestinese, in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi e quelli sotto occupazione. Resisto e lotto contro le azioni dello Stato e della polizia di Israele e contro il sionismo e l’imperialismo “.

In Algeria, numerosi attivisti civili hanno annunciato il proprio sciopero della fame il 18 aprile a sostegno degli scioperanti per esprimere il loro “sostegno incondizionato alla lotta del popolo palestinese e alla fermezza dei prigionieri palestinesi e per dimostrare che non sono soli . “27 attivisti algerini hanno aderito all’azione a sostegno dei prigionieri.

Trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://samidoun.net/2017/04/palestinian-lawyers-boycott-military-courts-women-prisoners-begin-protest-steps/

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/4

Nel contesto del genocidio in corso, l’occupazione israeliana ha confiscato vaste aree di terreno a Gaza, in particolare terreni agricoli essenziali per il cibo e il sostentamento della popolazione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protestare per la Palestina: il caso della Columbia University

L’università è il luogo per eccellenza del dibattito, del pensiero critico e scomodo, dove le idee si oppongono perché viene garantita la sicurezza di chi le espone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Povero Brianco. Speculazione energetica nel basso biellese

Continua inesorabile lo sfruttamento territoriale e trasformazione dei territori del basso biellese.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Botulismo in Calabria: come la sanità privata ci lascia morire per strada

La vicenda non riguarda solo le intossicazioni, ma l’intero sistema sanitario calabrese ed il ruolo delle cliniche private.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: in 10mila al corteo No Ponte

Sapevamo che sarebbe stato un corteo imponente. Non immaginavamo tanto.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Urbanistica: cosa hanno in comune Milano e Torino?

Fa notizia in questi giorni (finalmente!) come una giunta sedicente di sinistra abbia stravolto la città di Milano, ma in realtà non molto diversa è la situazione di quell’altra metropoli del nord che è Torino.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

(Post)fascisti per Israele

Il giustificazionismo delle destre nei confronti del genocidio che Israele sta perpetrando a Gaza smaschera qualcosa di più profondo: il razzismo e l’apartheid sono dispositivi strutturali del capitalismo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ uno sporco lavoro / 3: Hiroshima Nagasaki Russian Roulette

Sono ancora una volta delle parole, in parte esplicite e in parte giustificatorie, quelle da cui partire per una riflessione sul presente e sul passato di un modo di produzione e della sua espressione politico-militare.