InfoAut
Immagine di copertina per il post

La deputata palestinese Khalida Jarrar è di nuovo libera e “non si vergogna di piangere”

||||

Ora libera, il cuore della deputata femminista soffre per la figlia defunta e per altre donne palestinesi che rimangono imprigionate.

Fonte: English version

TRT World – 29 settembre 2021

Dopo il suo rilascio da una prigione israeliana, la parlamentare palestinese Khalida Jarrar è sopraffatta da molti sentimenti, ma nessuno di questi è gioia. Nei suoi 58 anni, la maggior parte trascorsi come leader politico, umanitario e della società civile, è stata detenuta più volte, ma questa volta, ammette, è stato particolarmente difficile, più duro.

La figlia 31enne di Jarrar, Suha, anche lei attivista per i diritti umani, è morta improvvisamente per arresto cardiaco a luglio a Ramallah e le autorità israeliane non le hanno permesso di partecipare al funerale.

“Avevo sentimenti contrastanti, che volevo davvero correre da lei, ora che sono libera”, ha detto Jarrar dopo il suo rilascio. “Ma allo stesso tempo, ero davvero triste che questa volta non ci fosse Suha ad aspettarmi “.

Il suo ultimo arresto è avvenuto nell’ottobre 2019, quando l’esercito israeliano ha bussato alla sua porta pochi mesi dopo essere stata rilasciata dalla sua precedente detenzione durata 20 mesi. Detenuta senza processo o accuse diverse volte in passato, Jarrar è stata condannata a due anni per essere un membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in quanto gruppo politico di sinistra che comprendeva sia un partito politico che un’ala armata dal 2006. Israele, gli Stati Uniti e altri paesi occidentali elencano l’organizzazione come   gruppo terroristico.

Jarrar è stata eletta membro dell’ormai defunto Consiglio Legislativo Palestinese nello stesso anno ed è stata nominata membro del Consiglio Nazionale Palestinese. Il suo lavoro si è concentrato principalmente sull’organizzazione della comunità e sulle questioni relative al cambiamento sociale e agli ex detenuti.

Le autorità israeliane non sono riuscite a trovare alcuna prova del coinvolgimento personale di Jarrar con “aspetti organizzativi o militari dell’organizzazione”.

Più di 400 organizzazioni sono etichettate come “ostili” o “terroristiche” da Israele. Oltre al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, tutti i principali partiti politici palestinesi, incluso il partito al potere Fatah, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, così come alcune organizzazioni di beneficenza e di informazione sono incluse nella lista nera.

In pratica, ciò significa che qualsiasi attività politica o attivismo all’interno della Palestina in relazione a queste organizzazioni designate può portare a accuse penali da parte di Israele. Nel caso di Jarrar, le sue incriminazioni in continua evoluzione su diversi capi d’accusa ogni volta, riguardavano “reati” come la partecipazione a una fiera del libro e la visita a un ex prigioniero.

Il primo arresto di Jarrar è stato nel 1989, meno di un anno dopo la nascita della sua seconda figlia Suha, per aver partecipato alle proteste della Giornata Internazionale della Donna. Suo marito da oltre 40 anni, Ghassan, produttore di giocattoli e mobili per bambini, era già in prigione, dove sarebbe rimasto per 11 anni in totale. Crescendo, le due figlie di Jarrar hanno visto entrambi i loro genitori essere arrestati e rilasciati più e più volte, e nella loro età adulta, anche loro sono diventate attiviste.

Lasciando la prigione, la prima cosa che Jarrar ha fatto è stata dirigersi verso il cimitero di Ramallah, dove le è stato permesso solo di inviare “fiori e un bacio dalla prigione” per salutare Suha. Mentre Ghassan la teneva stretta, ha abbracciato la lapide di sua figlia in lacrime prima di fare qualsiasi dichiarazione politica.

Nel corso degli anni, Jarrar è stata in grado di attirare un immenso sostegno internazionale e l’attenzione dei media con la sua posizione resiliente. Ma non si scusa per aver dato la priorità al suo lutto.

“Siamo esseri umani e non ci dobbiamo vergognare di piangere”, ricorda Jarrar spiegandosi durante il funerale. Per lei, abbracciarci e mostrarci ciò che la rende umana è una testimonianza dell’essere umani.

“L’occupazione non si rende conto che siamo esseri umani”, dice. “Non ci tratta in modo umano”.

Le donne che sono rimaste indietro

Nonostante il lutto, la principale priorità per Jarrar era la libertà di circa 40 donne palestinesi che sono ancora incarcerate. “La libertà è un bisogno umano fondamentale”, ha ripetuto più volte Jarrar.

“Ciò di cui le donne detenute hanno bisogno (prima di tutto) è solo di essere libere, fuori dalla prigione”, ha detto. “Spero che anche la mia gente sarà libera dall’occupazione”.

La deputata difendeva le donne palestinesi e si è avvicinata ai diritti delle donne quando è stata imprigionata nel 2015 raccogliendo testimonianze di altre donne palestinesi in carcere. Ha insegnato loro l’inglese facendo rivivere la vecchia tradizione dei prigionieri palestinesi di istruirsi durante il periodo carcerario.

A quel punto, Jarrar era l’unica donna sottoposta a quella che Israele chiama “detenzione amministrativa”, una controversa politica israeliana che consente di trattenere i sospetti senza accuse o processo per periodi di sei mesi rinnovabili senza alcuna sentenza,   spesso si trasformano in lunghe detenzioni con l’approvazione dei tribunali militari. Secondo il diritto internazionale, la pratica è consentita solo in caso di emergenza e solo se c’è un’udienza equa in cui l’indagato può contestare l’accusa.

“Non ci sono accuse specifiche contro di lei, tranne che è stata eletta al Consiglio Legislativo in una lista che Israele rifiuta”, ha detto il marito di Khalida, Ghassan Jarrar. “È una persecuzione politica”.

Ci sono circa 4.850 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, inclusi 520 detenuti amministrativi e almeno 220 bambini.

Non poter essere con sua figlia nei suoi ultimi momenti è stata solo la conseguenza più recente della situazione di Khalida. Dopo aver partecipato a un vertice dei difensori dei diritti umani a Parigi nel 1988, Israele le ha vietato di viaggiare al di fuori dei territori palestinesi occupati.

“Appartengo al mio popolo, che è sotto occupazione. Qualunque cosa ho fatto in passato e farò in futuro, è per loro”, dice senza rimpianti.

“Continuerò il mio impegno per la libertà del mio popolo e contro tutte le ingiustizie”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

palestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’assemblea nazionale “Stop al genocidio. Fermiamo il sionismo con la resistenza” si terrà al cinema Aquila

Alcuni giorni fa il sindaco Gualtieri aveva vietato l’utilizzo di una sala del cinema Aquila di Roma per l’assemblea nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi in Italia. Ora il passo indietro. LA LOTTA PAGA – L’ASSEMBLEA SI TERRÀ AL CINEMA AQUILA IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00 Dopo la conferenza stampa di lunedì 8 settembre davanti […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Campeggio no base 5-6-7 settembre – Comunicato conclusivo

Il campeggio territoriale No Base del 5-6-7 settembre è stato un momento fondamentale nella crescita della lotta del movimento No Base, aprendo nuovi spazi di organizzazione e di lotta, unendo persone e realtà differenti nell’obiettivo comune di fermare la base militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “Blocchiamo tutto”. Mobilitazioni diffuse nel paese contro l’austerity di Macron

Intensa giornata di mobilitazione mercoledì 10 settembre in Francia, dietro la parola d’ordine “Bloquons Tout”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A Gaza il colonialismo occidentale è stato smascherato

Attraverso Israele e l’ideologia del Sionismo, le élite occidentali hanno reinventato il loro orribile Sistema di Controllo Razzista e lo hanno spacciato per una causa “morale”. Ora la partita è finita.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione a Ronchi dei Legionari – Leonardo fabbrica di morte

Al fianco del popolo palestinese, contro la tendenza globale alla guerra

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Secondo drone incendiario in 2 giorni contro la Global Sumud Flotilla

Secondo attacco a un’imbarcazione della Global Sumud Flotilla, nella tarda serata di martedì 9 settembre, ancora in acque tunisine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sulle macerie e sulle coste – Dal colonialismo genocidario israeliano alla villeggiatura in Sardegna

I fatti, più o meno, li conosciamo. La popolazione palestinese sta subendo un genocidio da parte dello stato di Israele, appoggiato da complici occidentali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Renoize 2025, Narco-stato e fascismo criminale in Messico

Un’analisi di contesto e poi specifica sulla “governance criminale” che si perpetua anche sotto i governi progressisti, con numeri drammatici di vittime negli ultimi anni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La questione della Palestina nel mondo di lingua cinese

Nell’ottobre 2023, con l’operazione “Diluvio di al-Aqsa” lanciata da Hamas e la brutale risposta di Israele, il movimento di solidarietà con la Palestina è ricomparso in Cina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: colpita dal cielo a Tunisi la “Family Boat”, imbarcazione della Global Sumud Flotilla

Un drone ha attaccato e colpito la Family Boat, una delle principali imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: Livorno sa da che parte stare

Da tempo non si vedeva una manifestazione così partecipata a Livorno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: comandante dell’FPLP ucciso dall’esercito israeliano a Gaza

Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP) e la sua ala militare, le Brigate Abu Ali Mustafa, hanno annunciato la morte del comandante dello Stato Maggiore delle Brigate, Dawoud Ahmed Abbas Khalaf.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello all’azione! Prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti

Abbiamo tradotto questo appello in solidarietà ai prigionieri politici Casey Goonan, attivista per la Palestina americano, e T. Hoxha, attivista inglese di Palestine Action in sciopero della fame dal sito del collettivo Samidoun: Palestinian Prisoner Solidarity Network

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La solidarietà con la Palestina blocca la Vuelta a Bilbao

Ieri 3 settembre, dopo giorni di proteste contro la partecipazione della squadra israeliana alla Vuelta, in varie località, la mobilitazione a Bilbao su appello dell’Iniziativa Gernika-Palestina è stata tale da obbligare gli organizzatori ad annullare i risultati della tappa..

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: 26 e 27 settembre “Alza la voce, alza la testa!” Due giorni di festival per un cambiamento radicale

A Quarticciolo il 26 e il 27 settembre si terrà una due giorni di festival per un “cambiamento radicale”, ancora una volta la realtà romana alza la voce e alza la testa per portare i propri contenuti, le proprie istanze di lotta per una vita dignitosa, per un quartiere sicuro. A partire da questi temi […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

E’ iniziato il campeggio studentesco al presidio di Venaus

Prende avvio il campeggio studentesco No Tav nello storico presidio di Venaus. Questa mattina si è tenuta l’assemblea contro la guerra, il riarmo e contro il genocidio in Palestina, occasione per discutere a partire dalle scuole itinerari di attivazione contro la guerra e per mobilitarsi sui territori in vista del corteo nazionale dell’8 novembre a Roma, lanciato questo luglio durante il Festival Alta Felicità.