InfoAut
Immagine di copertina per il post

Israele: Netanyahu stravince le elezioni

”Diciamo chiaramente che ci rivolgeremo alla Corte penale internazionale dell’Aja, che accelereremo la pratica nei suoi confronti, la porteremo avanti e la intensificheremo”,  ha avvertito oggi Saeb Erekat, il negoziatore capo dell’Olp, a commento della vittoria elettorale di Netanyahu e della sua riconferma a capo del governo. “Tutti abbiamo sentito le dichiarazioni di Netanyahu, che cioè non consentirà la costituzione di uno Stato palestinese indipendente e che proseguirà la colonizzazione. La comunità internazionale  deve ora sostenere gli sforzi della Palestina, in quanto Paese sotto occupazione, di rivolgersi alla Corte penale internazionale e ad altre istituzioni internazionali”.

____________

Benyamin Netanyahu non ha vinto, ha stravinto le elezioni legislative israeliane. Il suo partito, il Likud, ha conquistato 29  seggi (potrebbero salire a 30 con la conta dei voti dei soldati), mentre Campo Sionista del suo rivale, il laburista Yitzhak Herzog, solo 24.

A questo punto, secondo i media e contro gli exit-poll che ieri sera alla chiusura delle urne avevano dato i due partiti avversari alla pari, Netanyahu è in grado di formare una maggioranza solida con i suoi partner della destra estrema. Il partito centrista Yesh Atid, forte di 11 seggi, peraltro non esclude di entrare nella nuova maggioranza guidata dal Likud e altrettanto potrebbe fare Kalanu (10 seggi), il partito guidato da Moshe Kahlon, rappresentante della cosiddetta destra sociale, al quale qualche giorno fa Netanyahu aveva offerto il ministero delle finanze.

“Sono fiero per la grandezza di Israele, Ora dovremo formare subito un governo nazionalista forte e stabile”, ha detto Netanyahu escludendo definitivamente l’ipotesi di esecutivo di unità nazionale che si era affacciata ieri sera su proposta del capo dello stato Reuven Rivlin. Il vincitore ha già preso contatto con i leader della destra con i quali intende dare vita alla nuova coalizione. Netanyahu potrà contare anche su Yisrael Beitenu, il partito antiarabo del ministro degli esteri Avigdor Lieberman che, dato dai sondaggi fuori dalla Knesset, ha conquistato invece sei seggi. “Per noi è una vittoria”, ha commentato Lieberman “nonostante il tentativo di grandi forze di annientarci. Nessun altro partito sarebbe sopravvissuto a questa battaglia. Non è stata solo una lotta politica, siamo stati di fronte ad un annientamento mirato di un intero gruppo politico. Ci siamo confrontati contro grandi forze. Molti, anche nei media, hanno fatto fronte comune per eleminarci, ma non ci sono riusciti”.

Il terzo gruppo parlamentare alla Knesset sarà la Lista Araba Unita, con ben 14 seggi. Un risultato mai raggiunto che offre alle formazioni politiche che rappresentano la minoranza palestinese (20% della popolazione) in Israele la possibilità di mettere in piedi una opposizione forte all’offensiva, anche legislativa, della destra guidata da Netanyahu contro i cittadini arabi.

Tacciono in queste ore Herzog e l’alleata Tzipi Livni, passati dall’illusione della vittoria all’amarezza di una sconfitta quasi umiliante. Forte delusione anche per ilMeretz, la sinistra sionista, che con grande fatica ha superato la soglia di sbarramento conquistando il minimo: quattro seggi. La leader Zahava Galon ha annunciato la sua rinuncia al seggio per permettere l’ingresso nella Knesset a Tamar Zandberg, quinta sulla lista presentata alle elezioni e astro nascente del partitino.

Israele si conferma un Paese di destra, sempre più estrema. I dirigenti dell’Autorità nazionale palestinese, pur senza proclamarlo pubblicamente, avevano sperato nella sconfitta di Netanyahu. Si annunciano ora nuovi scontri diplomatici, subito, a partire dal Primo aprile quando la Palestina entrerà a far parte della Corte Penale Internazionale e potrà chiedere una indagine per crimini di guerra contro Israele. Tra molti palestinesi in ogni caso si riteneva inutile e persino dannosa la vittoria del centrosinistra che, a loro dire, non avrebbe cambiato la situazione sul terreno, ma avrebbe comunque garantito a Herzog e Livni  il sostegno dei governi occidentali.

Senza dubbio non brinda alla vittoria di Netanyahu neanche il presidente americano Barack Obama che mantienre rapporti personali molto difficili con il leader israeliano. Noto è lo scontro tra i due riguardo al possibile accordo internazionale sul programma nucleare iraniano. Comunque Obama in questi anni non ha mai fatto mancare a Israele l’appoggio decisivo degli Stati Uniti in diverse importanti circostanze alle Nazioni Unite e in altri ambiti internazionali contro i diritti dei palestinesi.

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

elezioniisraelenethanyaupalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.