InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il piano di Trump arriva all’Onu. Uccisi due palestinesi nelle ultime ore

||||

La risoluzione di condanna sarà votata l’11 febbraio, in coincidenza con il discorso di Mahmoud Abbas al Consiglio di Sicurezza. L’esercito israeliano ha ucciso due giovani a Hebron e Jenin. A Gerusalemme 12 soldati israeliani  travolti e feriti, forse intenzionalmente, da un automobilista

AGGIORNAMENTO

Un 19enne, Yazan Abu Tabikh, è stato ucciso dall’esercito israeliano a Jenin durante le proteste per la demolizione dell’abitazione di un palestinese accusato di complicità in un attentato. Ferito, sempre dai militari israeliani, anche un poliziotto palestinese in circostanze non ancora accertate. E’ il secondo giovane palestinese ucciso nelle ultime ore. Ieri a Hebron i soldati israeliani avevano colpito a morte Mohammed al-Haddad, 17 anni.  Durante la notte a Gerusalemme 12 soldati sono stati feriti (uno solo è grave) da un automobilista che li avrebbe travolti intenzionalmente. L’uomo è scappato, la sua auto è stata ritrovata abbandonata nei pressi di Betlemme.

—————————————————————————————————————————————–

di Chiara Cruciati

Roma, 6 febbraio 2020, Nena NewsMohammed al-Haddad, 17 anni, è la prima vittima palestinese del fuoco israeliano sulle proteste contro il piano di «pace» di Donald Trump. È stato ucciso ieri ad Hebron, a Bab al-Zawya, checkpoint che divide la città vecchia (sotto controllo israeliano) dal resto della comunità palestinese. Il luogo dove si concentrano da decenni le manifestazioni dei palestinesi contro l’occupazione.

«Mohammed al-Haddad è stato ucciso da un proiettile che gli è penetrato nel cuore durante scontri con le forze di occupazione», fa sapere il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Insieme ad altri giovani stava lanciando pietre ai soldati israeliani, dicono dei testimoni. Secondo l’esercito israeliano, stava lanciando una molotov: «Abbiamo risposto con il fuoco al fine di rimuovere la minaccia», il commento del portavoce dell’esercito di Tel Aviv.

Non si placa la rabbia palestinese, sebbene le manifestazioni nei Territori occupati mantengano una bassa partecipazione, figlia della frustrazione ma anche dell’idea che nella vita di tutti i giorni cambi poco. Dopotutto il controllo israeliano su Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est è già realtà.

Intanto il piano Trump sta per finire davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sotto forma di risoluzione la cui bozza – redatta da Tunisia e Indonesia insieme all’Anp – circola già da ieri tra i 15 membri: una mozione che «condanna il piano israeliano di annettere le colonie» e che «ribadisce l’illegalità dell’annessione di qualsiasi parte» dei Territori palestinesi occupati. Dovrebbe essere votata all’inizio della prossima settimana e sicuramente bloccata dal veto di Washington.

In questo caso, fa sapere Riyad Mansour, rappresentante permanente della Palestina all’Onu, la risoluzione sarà portata di fronte all’Assemblea generale che, vista la maggioranza di paesi contrari – come da diritto internazionale – all’occupazione militare israeliana, dovrebbe approvarla. Un’approvazione senza effetti pratici ma che almeno – aggiunge Mansour – mostrerebbe l’opposizione internazionale al piano statunitense.

A fare pressione perché almeno se ne parli in sede Onu è Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese. Abbas è atteso al Palazzo di Vetro martedì 11 febbraio. Parlerà al Consiglio di Sicurezza probabilmente in coincidenza con il voto della risoluzione.

Sarà sentito invece oggi dagli ambasciatori degli Stati membri del CdS Jared Kushner, genero del presidente Trump e suo consigliere per Israele/Palestina, colui che ha lavorato al piano presentato la scorsa settimana dal suocero e dal premier israeliano Netanyahu. A lui il compito di spiegare le decine di pagine con cui la Casa bianca sta tentando di istituzionalizzare l’occupazione.

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelepalestinatrump

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turisti della guerra a Sarajevo: aperta un’inchiesta, almeno 5 gli italiani coinvolti

Si radunavano a Trieste e da lì partivano per sparare “per divertimento” ai civili insieme ai militari dell’esercito serbo-bosniaco che assediavano la città di Sarajevo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e gas :l’Europa sempre piu’ dipendente dagli U.S.A.

A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10 milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso l’Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il grande reggimento cinese dell’esercito globale dei gig-workers

200 milioni di precari tra industria e servizi, ma soprattutto giovani che rifiutano il mito del lavoro

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Mobilitazione studentesca in decine di città contro il riarmo per scuola e formazione

Contro l’escalation bellica, per la Palestina e non solo, ieri, venerdì, è stato sciopero studentesco in decine di città italiane