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Gerusalemme: “Morte agli arabi”

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Tensione alta in città dove giovedì notte si sono registrati scontri tra palestinesi, polizia ed estremisti di destra israeliana. 105 i palestinesi feriti. Tel Aviv non commenta. Aggrediti in questi giorni anche alcuni religiosi ebrei.

 

Roma, 24 aprile 2021, Nena News – Giovedì sera Gerusalemme est è stata teatro di scontri violenti tra militanti di estrema destra israeliani, palestinesi e polizia. Le forze dell’ordine hanno sparato proiettili di gomma e numerose granate assordanti vicino alla Porta di Damasco, nel cuore della Città Vecchia causando il ferimento di 105 i palestinesi. Di questi, 22 sono stati costretti a ricevere cure mediche. I tafferugli sono stati accompagnati da un unico coro: “Morte agli arabi”. Uno slogan non nuovo in Israele, ma ormai sempre più sdoganato: del resto un mese fa alla Knesset, il parlamento israeliano, sono entrati Itamar Ben Gvir e il partito Sionismo religioso, erede del movimento razzista anti-arabo Kach del rabbino Kahane. Gruppi di fanatici, come quello di Lehava, si sentono (non a torto) legittimati a compiere i loro atti di odio. Il silenzio del governo israeliano è del resto significativo. Certo, tra gli arrestati si contano pure alcuni di loro, ma a finire con le manette ai polsi sono stati come sempre soprattutto i palestinesi che già erano stati fermati dalla polizia le scorse sere durante le proteste contro il divieto anti-assembramenti (ufficialmente per motivi anti-Covid) nell’area della Porta di Damasco, il varco principale per raggiungere la moschea di al-Aqsa per le preghiere del Ramadan.

Gli estremisti israeliani, dal canto loro, denunciano le recenti aggressioni avvenute in città contro i religiosi ebrei. Ma il “Morte agli arabi” gridato in questi giorni non può essere letto ingenuamente solo come una risposta di pancia, per quanto detestabile, ai filmati diffusi sui social di aggressioni contro alcuni religiosi ebrei. Quello slogan racconta meglio di tante parole cosa è l’Israele attuale. Gli arresti e i feriti dei giorni scorsi hanno aumentato la tensione in città: scontri con la polizia si sono verificati anche ieri tra i palestinesi e centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa. Alle pietre scagliategli contro, gli agenti hanno risposto con cannoni ad acqua e granate stordenti. Diverse pietre sono state poi scagliate anche contro un palazzo di giustizia israeliano distruggendo le telecamere di sicurezza. Il bilancio dei tafferugli di ieri è stato di 8 palestinesi feriti (2 finiti in ospedale) secondo quanto ha riferito la Croce Rossa palestinese.

La tensioni in quella che per gli israeliani è la “capitale una e indivisa” d’Israele hanno avuto conseguenze immediate anche nei Territori occupati palestinesi. Tre razzi sono stati sparati ieri notte dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano (senza provocare danni) poco dopo che i gruppi palestinesi, compreso il movimento islamico Hamas che governa l’enclave assediata, avevano rilasciato un comunicato congiunto in cui invitavano alla resistenza a Gerusalemme. Ma la tensione è salita anche nella Cisgiordania occupata dove diversi giovani si sono scontrati con i militari israeliani vicino ai posti di blocco e in alcune città. Ma Gerusalemme resta l’epicentro delle tensioni sin dallo scorso 13 aprile, data d’inizio del Ramadan: secondo i palestinesi, la polizia israeliana starebbe impedendo i raduni notturni alla Porta di Damasco con la scusa delle restrizioni Covid. Nena News

 

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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